Scienza Altri mondi, altre vite?

C’è vita anche da qualche altra parte, nella sconfinata estensione dell’universo? Una serie di scoperte recenti renderebbero plausibile una domanda una volta sbrigativamente liquidata come assurda.
13 Dicembre 1998 | di

Certo che ci farebbe piacere sapere che, dopotutto, non siamo soli nell'immensa profondità  dello spazio. Magari, per via delle lontananze siderali, non riusciremo mai né a vederci né a parlarci; ma avere la certezza che in qualche pianeta, sia pure remoto, ci fosse una forma di intelligenza...

È una domanda di antica data, sbrigativamente liquidata con le storielle sugli extraterrestri: c'è vita anche da qualche altra parte, nella sconfinata estensione dell'universo? La ripropongono, in questi ultimi tempi, una serie di scoperte di altri sistemi planetari già  nella nostra galassia, quella che abbiamo imparato a conoscere col nome di «Via Lattea». Mettendo assieme queste rilevazioni e gli studi che ci sono stati fatti sopra, tali sistemi si possono raggruppare in tre categorie: i cosiddetti «Giove-ardenti», e cioè i pianeti giganti che sono esterni con orbite molto prossime a quelle dei rispettivi soli; i pianeti dotati di un'orbita allungata; i pianeti giganti che ruotano attorno al proprio sole su un'orbita simile a quella seguita nel nostro sistema solare.

Ma non c'è da farsi illusioni: alla luce di questi dati, la stragrande maggioranza degli scienziati ritiene che la probabilità  di trovare pianeti simili alla Terra nella nostra galassia sia molto bassa. Perché dovrebbero rientrare nella terza categoria, ed è una categoria rarissima almeno nella «Via Lattea». Rarissimo non significa, comunque, impossibile: anche perché l'universo è talmente sterminato, da autorizzare ogni illazione e fantasia.

Qualcuno, comunque, ha provato a calcolare le probabilità  che ci sia vita anche altrove: tra questi, uno dei maggiori studiosi ma anche divulgatori, Isaac Asimov. Partiamo proprio dalla sola nostra galassia: non sappiamo ancora esattamente quante stelle ci siano, ma le stime variano da almeno 100 a 300 miliardi. Di queste, da 100 milioni a 5 miliardi possono avere, sulla data, un sistema solare simile al nostro.

Non basta, naturalmente: perché se prendiamo proprio il nostro, vediamo come solo in un pianeta esista la vita. Deve, cioè, trattarsi di un pianeta né troppo distante dal sole, per non risultare una ghiacciaia, né troppo vicino, per non diventare un inferno. Quanti ce ne possono essere, negli ipotetici sistemi solari della galassia? Le stime vanno da un minimo di l0 milioni a un massimo di un miliardo.

Non basta ancora: il fatto che ci siano le condizioni favorevoli a far nascere la vita non comporta di per sé che si metta in moto quel complesso meccanismo che porta alla vita stessa. Anche qui, le stime divergono: i più ottimisti sostengono che il fenomeno può verificarsi in tutto il miliardo di pianeti potenziali; i più pessimisti si fermano a 1000. Infine, dalla nascita bisogna passare all'evoluzione; e qui le stime variano da un massimo di 700 milioni a un minimo di 50.

Insomma, sulla carta dovrebbero esserci nella «Via Lattea» almeno una cinquantina di pianeti su cui si è già  messa in moto, o potrà  mettersi in moto in futuro, la complessa scaletta che conduce all'evolvere di forme di vita. Non necessariamente destinate a sfociare in quella sofisticata macchina che è l'uomo. Ma non bisogna essere neanche troppo egocentrici: e se da qualche parte si fosse arrivati a produrre di meglio?

Qui Marte, via Internet

Internet non finisce di stupire per le sue potenzialità : tra un anno, chi si metterà  a navigare in rete potrà  letteralmente sentire i suoni di Marte, quando la sonda «Mars Polar» si poserà  su di esso. Allo «Space Sciences Laboratory» dell'università  di Berkeley, in California, si sta, infatti, mettendo a punto un particolare «chip» audio da installare sulla sonda, in grado di catturare il suono del pianeta, amplificarlo e inviarlo sulla Terra.

Tale suono verrà  registrato e inviato fino a noi ogni dieci giorni, con destinazione il laboratorio di Berkeley, da cui sarà  poi smistato a milioni di computer, appunto attraverso Internet: per gli utenti, sarà  sufficiente collegarsi con l'apposito sito dello «Space Sciences Laboratory». Gli scienziati che stanno lavorando attorno alla missione sul pianeta rosso si attendono di ricevere diversi tipi di segnale, compresi quelli collegati alle tempeste di sabbia che si scatenano su Marte, e alle scariche elettriche che caratterizzano l'atmosfera marziana.

Un taccuino elettronico bomba

Riconosce la scrittura ed è in grado di memorizzare fino a cinquanta fogli zeppi di appunti, il nuovo taccuino elettronico sul quale sarà  possibile scrivere con una penna anziché usare la tastiera per immettere i dati. Il nuovo sofisticato aggeggio elettronico è stato ideato nel «Centro di ricerche Ibm», e si basa sul principio che la penna utilizzata, mentre scrive, invia segnali radio al sistema, consentendogli di digitalizzare il testo e di tradurlo nel linguaggio del computer.

Come tutti gli allievi, anche questo taccuino elettronico va istruito per riconoscere la calligrafia del suo proprietario; ma gli esperti assicurano che si tratta di uno studente volonteroso, in grado di apprendere il tutto in un'oretta.

Tra i vantaggi, c'è anche quello di poter rintracciare rapidamente le informazioni richieste, semplicemente evidenziando con una sottolineatura la parola o la frase che servono come chiave per accedere a quel determinato dato. Si possono anche creare percorsi personali di ricerca. Infine, il tutto si può caricare su un personal computer con sistema operativo Windows. 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017
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