A scuola con i pigmei
Li hanno definiti «danzatori degli dei», per la loro grande abilità nella danza. Per molti sono, da sempre, gli «abitanti della foresta». Per i missionari, i pigmei sono fratelli da rispettare e amare. Sono presenti in Camerun, Repubblica Centrafricana, Gabon, Repubblica Popolare del Congo, Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire), Est Uganda ed Est Ruanda. Piccoli di statura, rimasti ai margini della cosiddetta civilizzazione, senza grandi contatti con altre popolazioni, vivono di caccia e dei frutti della foresta.
Padre Renzo Busana, religioso dehoniano, ha imparato a conoscerli nella sua lunga attività missionaria. È arrivato a Babonde, Repubblica Democratica del Congo, nel 2006. Anni passati a instaurare rapporti, accrescere la fiducia reciproca e progettare insieme. Soprattutto a offrire a tutti, neri bantu, maggioranza numerica della comunità, e pigmei, opportunità di conoscenza e sviluppo. A partire dall’istruzione, vero punto di forza per una serena convivenza.
Per questo, l’anno scorso, padre Renzo ha interpellato Caritas Antoniana. Lo scopo: chiedere un aiuto concreto per la scolarizzazione e l’alfabetizzazione dei bambini pigmei della sua missione. «Da quindici anni – spiega il missionario – nella parrocchia di Babonde, diocesi di Wamba, stiamo lavorando nella “Pastorale dei pigmei”. Il nostro obiettivo primario è l’istruzione, principale strumento per una vera integrazione».
La sua missione si trova nella provincia orientale del Paese africano e ha una lunga tradizione di testimonianza evangelica e di solidarietà. I primi missionari dehoniani vi giunsero più di un secolo fa, nel lontano 1897. Oggi la diocesi conta circa 600 mila abitanti, oltre 40 mila i pigmei. L’impegno dei missionari è offrire a tutti pari dignità e futuro. Soprattutto nelle zone in cui mancano elettricità, gas e acqua potabile. E il vivere quotidiano si consuma nel duro lavoro. Qui, infatti, i campi sono preparati con il disboscamento di piccole porzioni di foresta eseguito a braccia con il solo aiuto dell’ascia. E lo sfruttamento della superficie del terreno obbliga spesso la popolazione a cambiare luogo in cui vivere per lasciar riposare la terra.
«Negli ultimi dieci anni – aggiunge padre Renzo –, l’attività di animazione e di attenzione ai pigmei nella nostra diocesi e, in particolare, nella parrocchia di Babonde, ha puntato alla sensibilizzazione dei genitori in vista della scolarizzazione dei loro figli, vedendo in questo ambito la chiave per la loro emancipazione. Per questo – continua – abbiamo individuato cinque accampamenti di pigmei tra i circa sessanta esistenti: Bovoboli, Bavazolya, Gbunzunzu, Ndokajuu e Bavanasane. Sono tutti vicini alla via di comunicazione (strada principale) e in prossimità dell’accampamento esiste una scuola a ciclo completo che potrà permettere l’accesso dei bambini alle varie classi».
La parrocchia di Babonde comprende quarantadue villaggi. Qui la scuola, dopo la nazionalizzazione, è diventata pubblica. È divisa tra primaria e secondaria: due cicli di sei anni ciascuno. Anche quelle avviate dai missionari sono statali, sebbene gestite tramite un’apposita convenzione. Dopo più di un decennio di guerra e ribellioni, la regolarità e la qualità dell’insegnamento lasciano a desiderare, vista la latitanza del governo a farsi carico del «diritto» all’istruzione per i suoi numerosi giovani cittadini. Le scuole vicine alla foresta (ufficio scolastico, biblioteca per gli insegnanti, aule e banchi) sono spesso fatiscenti. Molte sono da ristrutturare completamente o con il tetto da rifare.
«Con l’aiuto di Caritas Antoniana – informa padre Renzo –, abbiamo costruito cinque aule con tetto in lamiera e struttura portante in legno “rosso”, più resistente alle insidie degli agenti atmosferici e agli insetti. Sono stati poi acquistati banchi, sedie, lavagne, materiale didattico. Potremo poi garantire un contributo agli insegnanti che si sono resi disponibili per l’attività didattica». Tutto è ormai pronto per l’inizio del nuovo anno scolastico. «È una bella notizia per i quasi 600 bambini e ragazzi che stiamo aiutando all’interno della “Pastorale dei pigmei”. Tra questi, i diciassette che nel giugno scorso hanno conseguito il certificato del sesto anno (ultimo) della scuola elementare. Essi si aggiungono ai dodici che stanno progredendo nelle classi della scuola secondaria, con la buona speranza che in un futuro non molto lontano potranno essere essi stessi gli insegnanti dei loro piccoli fratelli».
Padre Renzo elenca con soddisfazione gli obiettivi raggiunti grazie al contributo di Caritas Antoniana. «Siamo riusciti a inserire nel percorso di scolarizzazione e alfabetizzazione circa 120 nuovi ragazzi e ragazze. Altri beneficiari indiretti sono i genitori dei bimbi e le comunità locali. Le nuove aule sono adeguatamente attrezzate. Agli insegnanti saranno forniti gli strumenti didattici necessari. A ciascuno studente sarà consegnato un abito per la frequenza scolastica e il materiale necessario». Piccoli ma importanti passi per il futuro della popolazione pigmea, ma anche per l’intera comunità di Babonde. Per una scuola che educa allo sviluppo, ma prima di tutto al rispetto e alla convivenza.