Se hai paura del tempo non sai andare oltre il limite

C'è il tempo dell'orologio e il tempo dell'esistenza. Il primo è limitazione e morte, il secondo è vita e libertà.
23 Dicembre 2004 | di

Pazzesco: ho scritto non più di una manciata di parole e mi sono già  bruciato cinque minuti della mia vita. Le stesse parole che qualcuno di voi sta ora leggendo, e intanto è trascorso almeno un mese, praticamente un'eternità !
Che faccenda seria quella del tempo e del suo scorrere. C'è chi ne ha da vendere e chi non ne ha mai abbastanza. Possiamo metterla come vogliamo, raccontarci tutte le belle cose che ci vengono in mente, ungerci ogni sera di cremine antirughe, vestirci casual, tingerci i capelli, far persino finta di niente, ma questi, oramai, dieci minuti persi non me li ridà  nessuno. Andati, fumati.
Come tutta la realtà  (panta rei, tutto scorre, diceva il filosofo greco Parmenide), anche il tempo inesorabile trascorre e non torna più, e qualche volta capita ormai anche a voi di accorgervene. I giochi da bambini sono lì, dietro all'angolo, ma quanto tempo sembra già  separarvi da quel mondo. Ne avete ancora nostalgia, ma ormai non vi appartiene più.
E, del resto, non sapete nemmeno bene ancora a quale altro mondo dovreste appartenere.
Qualche occasione comincia a esser sprecata, senza possibilità  di tempi supplementari. Qualche decisione sta, senza destare troppa attenzione, restringendo il campo delle vostre future possibilità  e scelte. E il tempo di alcune grosse decisioni ormai è alle porte: quale lavoro? Quale facoltà  universitaria?


Un tempo da vivere

Scoprite così che il tempo è la realtà  più decisiva per definire il nostro essere. Perché definisce il nostro limite, il nostro confine. Quella fragilità  che non vogliamo accettare.
Per questo facciamo di tutto per ignorarlo, per ammazzarlo, e anche il ticchettio di un orologio ci toglie il sonno, e l'angoscia di domani già  è la disperazione di oggi.
Schiavi del tempo? Non c'è più tempo? Attimo o eternità ?
Vi sono due strane parole, che non sono parolacce bensì termini greci, che indicano la differenza tra il tempo cronologico (chrà³nos, appunto), convenzionale, esterno a noi, oggi misurato da orologi atomici sempre più sofisticati; e il tempo esistenziale (kairà³s), personale, colmo di eventi, emozioni e pensieri, misurato dal cuore, oltre che dalla testa.
Il primo, per intenderci, sono gli ormai più di quaranta minuti dacché ho iniziato a scrivere questo articolo. Il secondo è la gioia che mi dà  poter parlare con voi, anche se non vi conosco personalmente.
Il primo è tragico, è il triste divenire, contro cui nulla possiamo.
Il secondo è l'eternità  che fa capolino nella storia.
Il primo è ineluttabilità  e staticità .
Il secondo è possibilità  e cambiamento.
Il primo è sinistro iddio, impassibile, spaventoso, come poeteggia Baudelaire.
Il secondo è l'oggi, il qui e ora di una felicità , di una salvezza, che mi raggiunge.
Il primo è la morte.
Il secondo è Gesù Cristo risorto da morte: sciabolate di luce e d'amore che squarciano il buio.
A ciascuno spetta decidere, all'inizio di questo nuovo anno, con quale tempo sintonizzare il proprio orologio. A me spetta solo, dopo ormai più di un'ora davanti al computer, augurarvi di cuore un buon 2005.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017