Segni ed eventi di un anno intenso

Si chiude, proprio pochi giorni dopo la festa di san Francesco, l’Anno della fede, che in tanti modi ha rilanciato la dinamica del credere e il senso di appartenenza alla Chiesa.
17 Settembre 2013 | di

L’Anno della fede, che proprio con ottobre si conclude, è stato carico di fatti che ci aiutano a riscoprire il valore della Chiesa, mistero di salvezza per l’umanità.
Sono ancora vive le testimonianze della Giornata mondiale della gioventù di Rio de Janeiro: soprattutto i messaggi carichi di spiritualità accompagnati dai gesti di papa Francesco, e la vivacità della fede delle nuove generazioni accorse da ogni continente. All’appello «Andate e fate discepoli tutti i popoli» hanno risposto un «oceano» di tre milioni di giovani. A papa Francesco, emozionato ed emozionante, hanno confermato la loro fede «giocando in attacco», come protagonisti, per offrire una risposta cristiana alle inquietudini del nostro tempo. «Non stancatevi di lavorare per un mondo più giusto e più solidale! Nessuno può rimanere insensibile alle disuguaglianze che ancora ci sono nel mondo» ha detto il Santo Padre ai giovani il 25 luglio, durante la visita alla favela di Varginha.

Il secondo evento su cui richiamo l’attenzione è la «Settimana sociale dei cattolici italiani» (Torino, 12-15 settembre): un forte momento di riflessione sulle problematiche della famiglia, con l’intento di offrire alla Chiesa e alla società quella «conversione pastorale» auspicata da papa Francesco a Rio. Le comunità cristiane con sempre maggior energia puntano a difendere le norme che garantiscono i diritti fondamentali della persona, i valori del matrimonio come unione di un uomo con una donna, la famiglia e la sua libertà educativa. Il «sì» all’eutanasia, all’aborto, al suicidio assistito, espresso negli ultimi mesi da alcuni Stati, è segno di una decadenza dei principi base della morale cristiana; un «sì» legato a una cultura individualistica che non riconosce la sacralità della persona. Consapevole di questo particolare momento storico, la Chiesa sta sostenendo l’iniziativa «Uno di noi», promossa dai movimenti europei per la vita. La raccolta di firme, tuttora in atto, ha come scopo il riconoscimento da parte delle istituzioni europee dello «Statuto dell’embrione», e la sospensione del finanziamento alla sperimentazione sui primi germi della vita umana. La voce della Chiesa non potrà mai tacere quando ci si pone sul piano delle violazioni dei diritti della persona.

Papa Francesco l’ha sottolineato nell’udienza del 15 maggio scorso, invitando a non rimanere «cristiani inamidati» o «da salotto». Altrettanto ha fatto nella storica visita a Lampedusa, dove ha denunciato la perdita della responsabilità fraterna e il fenomeno della globalizzazione dell’indifferenza, ma anche la responsabilità delle istituzioni, incapaci di rispondere a gravi problemi sociali come quello delle migrazioni.

La festa di san Francesco, uno dei santi più amati dalla cristianità, sarà quest’anno impreziosita dalla visita del Papa ad Assisi. Facendosi pellegrino e messaggero di pace alla tomba del patrono d’Italia, papa Francesco incrementa l’imponente domanda di spiritualità che unisce Assisi al mondo. Ne è segno il rapporto straordinario di tanti fedeli con la cripta di san Francesco: nel giro di tre mesi – da aprile a giugno –, alla videocamera che via web trasmette l’immagine della tomba del Santo sono stati registrati 18 milioni di accessi da centoventitre Paesi del mondo.

Quelli sottolineati sono tutti segni ed eventi che ci fanno capire come la cristianità stia vivendo un momento del tutto particolare e fecondo. È allora questo il frangente per rilanciare la dinamica della fede e il senso di appartenenza alla Chiesa, patrimonio di verità e latrice di un progetto di vita che ci rende responsabili del bene, ciascuno nell’ambito in cui si trova inserito.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017