SEI SECOLI DI FEDE E ARTE

Fondata nel 1396 da Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano e conte di Pavia, la Certosa è uno dei monumenti più significativi dell’Italia settentrionale.
13 Dicembre 1996 | di

La Pavia artistica celebra quest";anno un traguardo davvero importante: il seicentesimo anniversario della fondazione della sua imponente e stupenda Certosa, che risale appunto al 1396. Il primo importante riconoscimento è giunto alla Certosa direttamente da Giovanni Paolo II che il 4 maggio 1995, giorno d";inizio delle celebrazioni per il sesto centenario, l";ha elevata al rango di basilica minore. «Le vicende secolari dell";insigne monumento "; scrive il papa nella lettera inviata per l";occasione al vescovo diocesano "; confermano che una costante nella storia del popolo di questa città  è lo stretto vincolo esistente tra fede cristiana e progresso civile».

Dai Visconti agli Sforza

La Certosa di Pavia è uno dei più preziosi complessi artistici della Lombardia, uno dei più significativi dell";Italia settentrionale. Fu Gian Galeazzo Visconti, primo duca di Milano e conte di Pavia, a scegliere quel luogo silenzioso tra acque ruscellanti, per farvi sorgere una cappella devozionale. Gian Galeazzo era già  padrone del celebre castello visconteo di Pavia, ma questo non gli era sufficiente, e desiderava anche avere un luogo riservato alla preghiera.

Il 27 agosto 1396 cominciavano dunque i lavori, e veniva posta la prima pietra di un monumento che Gian Galeazzo non avrebbe mai visto eretto a causa della sua improvvisa scomparsa il 3 settembre 1402. La sua morte portò sconforto tra i certosini, ordine a cui era stata affidata la conduzione religiosa della struttura, ma il testamento del conte li rassicurò sul futuro del monastero, anche i lavori subirono effettivamente un rallentamento sotto il ducato del figlio Giovanni Maria.

Quegli anni furono segnati anche da vicende politiche che ebbero conseguenze negative sul proseguimento dell";opera e ne resero alquanto incerta la conclusione. Nel 1412 quando Giovanni Maria Visconti venne ucciso in circostanze misteriose, i possedimenti viscontei furono occupati dalle famiglie nemiche, e anche il monastero venne depredato più volte. Soltanto il coraggioso intervento del fratello Filippo Maria restituì ai certosini i beni perduti. La gratitudine di questi ultimi nei suoi confronti si tradusse con la sua immagine scolpita su tre medaglie, e attraverso un dipinto tuttora conservato nella Certosa.

La sua morte concludeva l";epoca del dominio visconteo, coincisa con la fondazione della struttura portante della Certosa. A quel punto lo stato visconteo diventava preda della politica espansionistica di Venezia, degli Aragonesi e della Francia. La Certosa continuava a rientrare nella contea di Pavia, ma di fatto cadeva sotto il dominio della repubblica ambrosiana degli Sforza. Tuttavia i lavori erano destinati a proseguire grazie alla politica culturale della signoria milanese che aveva apprezzato la lungimiranza dei Visconti. Agli Sforza si deve infatti la costruzione della chiesa.

 Il complesso della Certosa

La costruzione della chiesa iniziò soltanto nel 1450, quando i padri certosini finirono di portare a termine la costruzione della Certosa. I lavori furono affidati a Giovanni Solari, presto affiancato e poi sostituito dal figlio Guiniforte. Essi partirono da un progetto già  preparato da Bernardo da Venezia: lo realizzarono nella pianta e in parte dell";alzato, ma poi proseguirono, apportandovi consistenti modifiche. Eretto non senza difficoltà  in più di cento anni, ricorrendo alla collaborazione dei principali architetti lombardi, il complesso della Certosa è un insieme di rara omogeneità . Il progetto si ispirava al duomo di Milano e prevedeva una chiesa a croce latina, a tre navate, suddivise da pilastri a fascio a raggiere, la volta a crociera secondo lo stile dominante: il gotico.

La chiesa, uno dei principali esempi di architettura lombarda, si presenta con una spettacolare facciata rinascimentale, ricca di marmi decorativi. È una suggestiva costruzione di impianto originale gotico, abbellita esternamente da loggette con colonnine bianche che contrastano con la sua struttura in laterizio. La bella torre che si eleva sul tiburio è anch";essa ornata da loggette che ricordano quelle della non lontana abbazia di Chiaravalle Milanese. All";interno, l";edificio a tre navate mantiene la sua struttura gotica originale, con volte a crociera rette da possenti pilastri. Numerose le opere d";arte che vi si trovano.

Verso la fine del XV secolo, Andrea Bergognone, con la collaborazione del fratello Bernardino e di Giacomo de"; Mottis, inizia sulle volte, sulle cappelle e sul transetto, un bellissimo ciclo pittorico, completato nel secolo successivo da Daniele Crespi (presbiterio), e dai senesi Sorri e Casolani (tiburio e parete interna della facciata). Le cappelle laterali conservano altre opere di grande valore: il «Padre eterno» del Perugino, le statue della pietra sepolcrale di Lodovico il Moro e della moglie Beatrice d";Este, capolavoro di Cristoforo Solari. Il Mausoleo di Gian Galeazzo Visconti, nel braccio destro del transetto, è del Romano e del Briosco; la statua giacente, capolavoro della scultura lombarda, è dell";Alessi.

L";altare maggiore, in marmo tempestato di pietre preziose, è una delle opere più complesse e impegnative della Certosa. È da ricordare anche il prezioso Trittico del fiorentino Baldassare degli Embriachi, uno dei più abili intagliatori d";avorio del suo tempo (secolo XV), il quale ha narrato, in 66 bassorilievi e 94 statuine, la vita di Maria e di Gesù.

Molte altre opere abbelliscono e rendono preziosa la Certosa e i dintorni. Il chiostro grande, che ha il centro tenuto a prato, è circondato dalle case abitate un tempo dai Certosini. I lati est, sud e ovest sono attorniati complessivamente da 23 celle, il cui assetto attuale risale al 1514, avendo i monaci apportato delle modifiche a quelle originarie. In queste austere casette, autonome, i Certosini vi passavano praticamente tutta la loro vita, quasi eremitica. Da ricordare il bellissimo refettorio (nel centro della volta un piccolo affresco del Bergognone raffigura la Madonna che allatta, la Madonna delle Grazie che dà  il nome alla Certosa). Attualmente ospita il museo della Certosa, con dipinti e sculture di varia epoca, mentre in quella che era la biblioteca monastica sono ora esposti preziosi codici medievali.

Certosini e cistercensi si sono succeduti in alterne vicende nell";eccezionale complesso monumentale di Pavia. La vita della Certosa, come monastero, è ripresa nel 1968, quando vi sono giunti i monaci dell";ordine cistercense, chiamati a far rinascere la vita religiosa che si era interrotta alla fine dell";Ottocento a causa delle leggi di soppressione degli ordini religiosi emanata dallo stato italiano.

 

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017