Senza Arafat, Palestina nel caos

Se Arafat venisse a mancare – per cause naturali o perché ucciso –, la Palestina cadrebbe nel caos. È questo che vuole la Destra israeliana, annessionista?
07 Gennaio 2002 | di

 Attenzione, caro lettore: in Palestina gli eventi incalzano e potrebbe darsi che quando questa mia «cronaca» uscirà  sul «Messaggero», tutto si sarà  consumato. E cioè che Arafat sia scomparso. Mi auguro di no, non fosse altro perché senza di lui la pace, laggiù, diverrebbe impossibile.

La guerra contro il terrorismo, quella che Bush sta combattendo con inopinato successo, è soltanto una (insanguinata) matrioska. Sino a qualche tempo fa credevamo che in Afghanistan si combattesse «la guerra»: quella della civiltà , dell`€™ordinato vivere, del lavoro pacifico contro l`€™odio, contro la morte violenta. Guardavamo a codesta guerra ineludibile come all`€™«evento bellico». Invece è una matrioska dalla quale è spuntata un`€™altra e più devastante guerra (in termini etici e storici): la guerra in Palestina. Una guerra anomala che vede manifestarsi crudamente la vendetta di Sharon, il centurione israeliano che nella sua lunga carriera tempestosa di soldato implacabile, altro non ha sognato se non di far fuori Arafat e con lui tutti «i dannati pidocchi». (Cioè i palestinesi, cui il centurione non riconosce il diritto a riavere la casa, la terra).

Ci eravamo «dimenticati» della Palestina: ci tocca ammetterlo, non senza disdoro.

Il centro del mondo è nel cuore antico della Palestina. È in Terra Santa, la terra dei nostri «fratelli maggiori», come ha definito gli ebrei Giovanni Paolo II; la terra dove nacque, visse predicando, fu crocefisso e infine risorse Gesù.

«Israele ha il diritto di difendersi»: ha sentenziato il presidente Bush avallando così la rappresaglia annunciata da Sharon dopo le stragi degli innocenti in Gerusalemme, ad Haifa e altrove, stragi ordinate da Hamas ed eseguite dai suoi terroristi suicidi. Il vecchio falco non aspettava altro ed è partito immediatamente all`€™attacco. Con tale furia belluina da far pensare che gli Stati Uniti siano stati presi in contropiede. Va ricordato che poiché lo «scenario» previsto dallo stato maggiore americano contempla azioni di guerra contro l`€™Iraq, contro la Somalia, è di questo che Sharon e Bush han parlato. A differenza della guerra del Golfo quando Israele fu «pregato» di non intervenire per non sfasciare l`€™alleanza araba schieratasi con l`€™America in odio a Saddam Hussein, questa volta sembra scontato che Israele debba avere un «ruolo attivo» nella guerra totale contro il terrorismo. Guerra provocata dallo stupro di Manhattan ad opera degli adepti dello sceicco del terrore: Osama Bin Laden. Non è dunque improbabile che Sharon abbia forzato la mano a Bush, scatenando non una rappresaglia ma una vera e propria guerra contro Arafat accusato di essere «il Bin Laden palestinese».

Ora la domanda è questa: crede veramente Sharon che Arafat sia il responsabile delle orribili stragi? Ne dubitiamo. Il fatto è che Arafat può arrestare i capi terroristi di Hamas e lo ha fatto, tuttavia la situazione si è vieppiù incarognita. Nell`€™intifada s`€™è inserita una sorta di intifada bis: questa volta, i ragazzi i sassi li tirano contro la polizia palestinese. È un segnale sinistro: «Se Arafat venisse a mancare» `€“ per cause naturali o perché ucciso `€“, la Palestina cadrebbe nel caos. È questo che vuole la Destra israeliana, annessionista? E come governerebbe il caos ove mai venisse? Con brutali operazioni militari, già  risultate incapaci ad avere ragione dei palestinesi (abbandonati dai siriani) durante l`€™improvvida spedizione in Libano (1982) imposta da Sharon a Begin? Un conto è la guerra tradizionale, un conto è la guerra di guerriglia urbana. Nella prima Israele (potenza atomica) eccelle, nella seconda ha finora pagato un inutile duro prezzo.

Sharon dice di volere la pace: senza però dar nulla in cambio. Mentre Arafat sogna la pace che lui e Rabin avevano, ancorché faticosamente, abbozzato. Con civile realismo. La «pace dei bravi». Si può «punire» uno che vuole la «pace possibile»? Si può far d`€™ogni erba un fascio e sparare alzo zero contro i palestinesi senza distinguere tra di loro e i terroristi suicidi? No. Epperò «qualcuno» lo sta facendo, senza rendersi conto che l`€™occhio per occhio spesso acceca. Nonostante tutto, parafrasando Pavese, diremo: verrà  la pace e avrà  gli occhi degli innocenti: i bambini palestinesi, i bambini israeliani.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017