SI RIPARTE DA 100
Melbourne
C'era tutta l'alta società di Melbourne la sera dell'11 agosto 1896 nella Independent Hall per il convivio di gala d'inaugurazione della 'Società Dante Alighieri'. Il programma della festa iniziava con un concerto: musiche di Rossini, Donizetti, Bellini, Verdi e Cimarosa.
Nel suo discorso, il console generale d'Italia, Pasquale Corte, ricordava che la 'Società Dante Alighieri' era il simbolo dell'unità d'Italia, della vittoria sulle piccole Italie. E l'ispirazione veniva da un uomo, da un poeta, che avendo dato una sola lingua alla penisola italica doveva essere giustamente considerato 'padre della patria'.
A cent'anni di distanza, il 9 dicembre 1997, in una sala altrettanto elegante, e di fronte a un pubblico altrettanto appassionato di cultura italiana, si è concluso l'anno celebrativo del Centenario della 'Dante' con la presentazione del libro Reluctant Italians? del professor Alan Mayne che ricorda i primi 100 anni di vita della 'Società '. Degno di menzione un particolare interessante: entrambe le occasioni, 'battesimo' e 'centenario', sono state onorate dalla presenza delle massime autorità dello Stato del Victoria: il governatore generale Lord Brassey nel 1896, e Sir James Gobbo nel 1997.
Ascesa e declino della 'Società '
La 'Dante Alighieri' veniva fondata a Roma da un gruppo di letterati-patrioti, tra cui Giosuè Carducci, allo scopo di promuovere la lingua e la cultura italiane, sulla scia degli ideali del Risorgimento. L'unità nazionale era un sogno realizzato: bisognava difenderla con l'insegnamento della lingua italiana nelle zone 'irredente' (Trento e Trieste), e diffonderla all'estero come già facevano la Germania e la Francia con le loro istituzioni.
Il primo presidente, Ruggero Bonghi, aveva a cuore la sorte degli emigranti italiani. Li aveva visti in Svizzera, maltrattati e bisognosi di assistenza anche materiale. Scrisse una lettera a tutte le ambasciate, ai consolati, alle camere di commercio, per avere informazioni precise sulle condizioni di vita dei nostri connazionali. A Melbourne la lettera di Bonghi fece breccia nell'animo del console Pasquale Corte che subito progettò di creare una sezione della Dante, consapevole che in questa città vi erano intellettuali e nobili vivamente interessati alla cultura italiana. Tra essi il decano dei giornalisti James Smith (che aveva salutato lo sbarco dei Mille in Sicilia come un atto eroico, e che promosse una sottoscrizione con 1500 firmatari per un dono da fare a Garibaldi: una spada da cerimoniale con l'impugnatura in oro massiccio), la nobildonna Lady Clarke, il governatore Lord Brassey e molti 'italofili' che non nascondevano una grande ammirazione per l'Italia. Corte stesso si diceva meravigliato della simpatia degli australiani per l'Italia: 'Ovunque vado, tra gente colta, sento parlare di Shakespeare, Byron e Milton con citazioni sul loro soggiorno in Italia'.
Ammirazione per l'Italia, complice anche la visita a Melbourne, nel 1895, della nave Cristoforo Colombo con a bordo il Principe Luigi, Duca degli Abruzzi. Al palazzo del governatore, per il ricevimento ufficiale, tutte le signore avevano occhi solamente per il principe italiano, bello e dai modi signorili. Al teatro Princess venne tenuto un concerto in onore dei sottufficiali della nave: 'alti, biondi, intelligenti, che parlano quasi tutti due o tre lingue'.
Il cammino della 'Dante' fu quello di una normale istituzione culturale: incontri mensili con conferenze, dibattiti, spettacoli di filodrammatica, musica. A Melbourne era presente una compagnia di musicisti e cantanti lirici italiani, invitati dall'impresario William Lyster per promuovere l'opera in Australia.
Al settimo congresso internazionale della 'Dante', tenutosi a Bologna nel 1896, venne annunciata la fondazione di sette nuove sezioni fuori d'Italia: Belgrado, Patrasso, Riva San Vitale, Barcellona e Melbourne. Quest'ultima fu la prima in un Paese di lingua inglese.
Verso la fine del 1910, dopo il ritiro dei fondatori, per anzianità o altri impegni, le attività della 'Dante' di Melbourne subirono un brusco rallentamento e poi la sospensione che durerà fino al 1924.
Agente della 'nuova Italia'?
Nel maggio del 1924 rinasce la 'Dante' di Melbourne con un comitato formato da intellettuali italiani di grosso calibro. Ecco la prima caratteristica di questa rinascita: si passa dai dirigenti australiani 'italofili' a dirigenti italiani. Dei presidenti del periodo che va dal 1924 al 1940 - Ferrando, Baracchi, Boffa, De Pasquale, Bartolini e Santoro - solo l'anziano Pietro Baracchi, astronomo ufficiale del governo, aveva la cittadinanza britannica.
Fu il medico Soccorso Santoro la figura di maggior spicco alla presidenza della 'Dante' negli anni del fascismo; dal 1931 al 1940, quando la Società dovette chiudere i battenti perché accusata di essere un covo di fascisti. La sua presidenza fu ostacolata da nemici personali che lo consideravano un arrivista e da nemici politici del Circolo Matteotti. Gli anni Trenta furono un periodo di forti ostilità all'interno della stessa comunità italiana.
Bisogna riconoscere, però, che il presidente Santoro diede sempre un'importanza primaria all'insegnamento dell'italiano e alla promozione della cultura italiana. Era riuscito a far avere per la 'Dante' una sede propria, che dotò di una ricca biblioteca di 600 volumi con i sussidi della Sede Centrale di Roma. Le classi di italiano fiorirono. All'inizio del 1936 erano 450 gli studenti iscritti ai corsi di lingua italiana della 'Dante'.
Dopo l'invasione dell'Abissinia, il presidente Santoro e i suoi più stretti collaboratori si lasciarono andare a esplicite dichiarazioni filofasciste e ad azioni di propaganda: conferenze pubbliche, trasmissioni radiofoniche, distribuzione di libri e materiale inneggiante al fascismo.
Nel 1940 l'Australia cominciò a considerare 'nemici' gli italiani, a perseguitarli, internarli e a proibire loro raduni in pubblico (non più di 5 persone). La 'Dante' venne sciolta. Santoro, fiutando il peggio, riuscì a salvare in parte la preziosa biblioteca, nascondendo i libri sotto casa. Nel giugno del 1940 venne internato per un mese e poi rilasciato a condizione che si presentasse tre volte alla settimana alla stazione di polizia di Kew. Per i Servizi Segreti 'non era un ardente fascista, ma era immischiato nella politica per ragioni di professione'.
La seconda rinascita
Dopo la guerra, e in concomitanza con un flusso migratorio di proporzioni eccezionali, la 'Società Dante Alighieri' rispolverò il suo statuto e riemerse come una delle più vigorose associazioni culturali italiane. Soccorso Santoro ne riprese le redini, e solamente la malattia allentò il suo dinamico coinvolgimento nella 'Dante'. Si ritirò nel 1959, e due anni dopo, nel luglio del 1961, morì in Italia dove si era recato per una breve vacanza. Aveva 59 anni.
Il numero di emigrati italiani in Australia passò dai 34.000 nel 1947 ai 228.000 nel 1961. Ma solo pochi giovani intellettuali si associarono alla 'Dante'. Nel trentennio seguente la situazione rimarrà più o meno stabile. Note positive: l'impegno per l'introduzione dell'insegnamento dell'italiano nelle università (grande merito del presidente, il professor Colin McCormick); il tentativo di creare la 'Giovane Dante', la collaborazione con l'Istituto italiano di cultura per i corsi di lingua, il concorso di poesia italiana nelle scuole del Victoria, che da oltre 25 anni interessa circa 3.000 alunni ogni anno.
Il professor Alan Mayne ha dato un titolo significativo al libro del Centenario: Reluctant Italians? 'Italiani riluttanti?' perché hanno sempre visto nella 'Dante' un circolo di benestanti, di 'signore con il cappellino', e sono rimasti estranei al ruolo culturale, ma anche sociale e umanitario avuto dalla 'Società '.
Ora si guarda al futuro. Le nuove generazioni, si spera, non saranno più riluttanti, ma desiderose di abbracciare il messaggio della 'Dante'. Molti giovani hanno scoperto personalmente il valore del plurilinguismo e l'immenso patrimonio culturale che l'Italia offre al mondo. Una scoperta che dovrà essere la base di un impegno costruttivo.