A sorpresa aumenta il popolo dei lettori
Gli «uccelli del malaugurio» che qualche anno fa vaticinavano la morte del libro, seppellito dall'editoria on-line e da altri ritrovati elettronici, sono stati clamorosamente smentiti da un popolo di lettori in aumento. E non aumenta solo il numero di chi legge, ma - per parlare solo dell'Italia - è tutto un pullulare di iniziative legate al variegato mondo dell'editoria. Si pensi al fenomeno recente e in espansione dei festival di letteratura, al mondo chiuso, ma vegeto, dei premi letterari, agli incontri con gli autori, alle Fiere del libro...
Il 23 aprile si celebra la Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore. Da quel giorno, e per un intero anno, Torino sarà , insieme con Roma, la capitale mondiale del libro. Nel capoluogo piemontese saranno Gabriele Vacis, Alessandro Baricco, Luciana Littizzetto e Paola Mastrocola a dare il via all'evento, che avrà un ricco corollario di feste, concerti, spettacoli, letture in giro per la città , e la conclusione nella «notte bianca dei libri», il 22 aprile 2007.
Il titolo di «capitale mondiale del libro» viene assegnato ogni anno dall'Unesco e, dopo Torino, a fregiarsene sarà Bogotà , in Colombia. Il 23 aprile è una data simbolo perché in quel giorno si ricordano la nascita di Shakespeare (1564) e la morte di Miguel de Cervantes (1616). Alla base della Giornata c'è la convinzione che il libro sia, e tale resterà , uno strumento forte al servizio non solo dell'arte e della letteratura, ma anche della tolleranza, della conoscenza, del multiculturalismo e della pace.
A Roma l'Anno del libro prevede mostre, letture e altre iniziative che attireranno migliaia di persone. Sono in calendario, da maggio a giugno, il Festival internazionale delle letterature; in luglio-agosto la Rassegna editoriale dell'estate romana, «Libri in campo»; a ottobre, il Salone del libro storico e, infine, a dicembre, la Fiera della piccola e media editoria. A Torino, città dove Nietzsche scrisse L'Ecce Homo e dove vissero grandi scrittori come Cesare Pavese, Italo Calvino, Primo Levi (lo scrittore italiano più tradotto nel mondo), il 4 maggio si inaugura (al Lingotto) la Fiera internazionale del libro, aperta fino all'8 maggio. Il tema di quest'anno è l'«avventura». Direttore della Fiera torinese è Ernesto Ferrero, al quale va il merito - condiviso con Rolando Picchioni e una squadra, piccola ma affiatata - di aver fatto crescere questa grande manifestazione culturale. «La cultura occidentale - spiega Ferrero - nasce con il mito di Ulisse, l'uomo che insegue sui mari virtute e canoscenza, come dice Dante. Avventura significa sfida, ricerca, tensione progettuale, voglia di saperne di più, di misurarsi con imprese più grandi di noi. Le civiltà sono progredite perché c'è sempre qualcuno che non si accontenta di quel che ha, che vuol viaggiare, esplorare, conoscere, dare un senso alla propria vita mettendosi alla prova. Tutti temi che declineremo nei vari eventi che accompagnano i cinque giorni della Fiera».
La Fiera è una grande kermesse in cui, da anni ormai, si vede convergere a Torino il grande popolo dei lettori: giovani e anziani, tutti in fila davanti al Lingotto, per entrare negli stand dei tanti editori, per avvicinare gli autori in incontri e dibattiti. Quest'anno ci saranno Ettore Mo, Milena Gabanelli, Mauro Corona, Ferruccio De Bortoli, Claudio Magris. Con loro, moltissimi autori extraeuropei, come l'iraniano Hamid Ziarati, l'algerino Amara Lakhou. E poi palestinesi, cubani, sudafricani e, soprattutto, autori provenienti da Brasile e Portogallo (che quest'anno sono gli ospiti d'onore), tra i quali ricordiamo i portoghesi José Saramago e Miguel Sousa Tavares e i brasiliani Paulo Coelho, Bernardo de Carvalho, Gilberto Gil, cantautore e ministro della Cultura.
La Fiera torinese, come quelle di Francoforte, di Londra o di Parigi (ognuna con le sue peculiarità ), è un momento importante di scambio e di confronto per gli editori: per acquistare i diritti dei libri, incontrare nuovi autori, conoscere nuove tecnologie... È una tappa obbligata per gli editori e, soprattutto, una corale affermazione del fatto che il libro interessa ancora. Il libro contiene il sapere, ma è anche capace di emozionare, di creare legami e comunità tra le persone. Il libro, scrigno magico che custodisce la chiave della libertà , è insostituibile. Anche in Italia, dove l'abitudine alla lettura non è di tutti, negli ultimi due anni si è verificato un incremento del settore.
Lettori: in due anni sette per cento in più
«Una recente inchiesta Mondadori - spiega Ernesto Ferrero - dà addirittura un più 7 per cento di lettori nell'ultimo biennio. Merito di grandi successi venduti a milioni di copie, come Il Codice Da Vinci . Ma anche senza questi picchi, in Italia non si è mai letto così tanto. Mi sono persuaso che esiste un pubblico di lettori potenziali molto vasto, come è testimoniato dal successo di festival e fiere, e dai milioni di volumi venduti in abbinamento con i quotidiani. Il vero problema è raggiungere questo pubblico, fargli sapere che esistono titoli capaci di appassionarlo. E poi promuovere i libri, distribuirli, farli arrivare dappertutto. Insomma, bisogna fare uno sforzo di fantasia, innovare, svecchiare certe librerie. Occorre rendere più amichevole il libro, senza per questo farlo diventare una scatola di pelati. E magari cominciare dai primi due anelli della catena, la famiglia e la scuola. Il problema è antico: chi educherà gli educatori? Chi insegnerà ai bambini che leggere è un'attività molto piacevole?».
L'editoria è un settore in continua evoluzione: nuovi autori, nuove strategie di mercato. «È un mondo - ammette Giuliano Vigini, direttore dell'Editrice Bibliografica e di Libri e riviste d'Italia - che cambia molto in fretta e, soprattutto, che sta diventando un gioco di destini incrociati, dove il successo non è più solo dettato dalla bontà del contenuto e dalla qualità del prodotto, ma è il risultato di molti fattori. Stanno cambiando i nuovi canali distributivi: più delle librerie crescono la grande distribuzione e la vendita di libri allegati ai giornali. Il pubblico viene stimolato dalle occasioni di acquisto, vendite promozionali e altro. A Parigi i libri si trovano nei distributori automatici, come quelli delle bevande e si vendono libri nelle hall degli alberghi».
E dietro ai libri ci sono gli editori, i quali fanno un mestiere singolare che richiede imprenditorialità , fiuto e curiosità intellettuale. Ogni editore ha una sua fisionomia riconoscibile, come i lettori sanno bene. Ogni casa editrice ha una sua nicchia di mercato. È come se, nel mondo dei libri, si creassero dei circoli ideali di persone che hanno in comune gusti e autori preferiti. Poi ci sono i colossi dell'editoria, quelli che hanno la maggiore visibilità , che fanno molta attenzione a tutto quello che avviene, per esempio, in televisione. Tutti gli editori vorrebbero avere un best seller e gli autori «visibili», quelli che suscitano polemica o che sono ospiti fissi della televisione, assicurano la vendita di decine di migliaia di copie.
«Il panorama editoriale italiano - spiega ancora Ferrero - oggi è un panorama composito in cui convivono cinque o sei grandi gruppi che si prendono il 75 per cento del mercato, ma in cui fioriscono anche singole editrici piccole o medio-piccole, che lavorano con grande passione e riescono a ritagliarsi uno spazio. Penso a Marcos y Marcos, e/o, Iperborea, Voland, Meltemi e a tanti altri, bravissimi e coraggiosi. Inutile dire che faccio il tifo per loro, come, a livello calcistico, lo faccio per il Chievo.
Direi che l'editoria italiana viaggia nella media europea. I ritardi del Paese sono altrove: nella formazione, nella sanità , nella giustizia, nei servizi pubblici. Nell'assenza di un vero spirito civile».
Circa i generi preferiti, le classifiche dei libri più venduti vedono in testa la narrativa e l'attualità . «Oggi - dice in proposito Ferrero - il genere che va per la maggiore è il giallo, o nero, o come lo si voglia chiamare. Si moltiplicano gli investigatori, le cacce all'assassino. Nella realtà , le cose vanno diversamente. Purtroppo, il delitto paga sempre, o quasi sempre, complici il perdonismo dilagante, leggi malfatte e giudici superficiali».
In espansione l'editoria per ragazzi
Un settore in espansione è l'editoria per ragazzi. «L'editoria per ragazzi - dice Ferrero - in Italia ha fatto passi da gigante. Oggi l'offerta è molto buona. Beati i bambini di oggi. Un tempo avevamo i soliti titoli per adulti passati ai bambini, da Salgari a Defoe, da Swift a Stevenson. Adesso impazzano Harry Potter e Geronimo Stilton. I maggiori progressi si sono fatti nel campo della grafica e dell'illustrazione, oggi splendide».
Un altro dato significativo è che le donne oggi in Italia leggono più dei maschi, servendosi anche di canali non convenzionali per l'acquisto dei libri, i supermercati, ad esempio. Ci sarebbero circa 13 milioni di lettrici, contro i 9 milioni di lettori. Le donne leggono per piacere e per passione (63 per cento), per distrarsi (38 per cento) e leggono soprattutto romanzi d'autore italiani; il 27 per cento legge romanzi rosa.
«Lettura e scrittura - conferma Ferrero - sono un fenomeno femminile al 70 per cento. È normale che sia così: in fondo, alle donne spetta la creazione, la manutenzione e la tutela della vita. I signori maschi continuano a fare quello che hanno sempre fatto: distruggono, sperperano, corrompono. E leggono poco, con la scusa che hanno molto da fare. Nessuno era indaffarato come Napoleone, eppure lui era un lettore onnivoro. Chi ha responsabilità decisionali dovrebbe sapere che senza stimoli culturali non si va lontano. Difatti, la società italiana paga adesso vecchi debiti che sono, in primo luogo, culturali».