Stati Uniti. Il Santo più amato

20 Maggio 2014 | di
Tra gli italoamericani residenti negli Usa, sant’Antonio è il santo più amato. È onorato soprattutto come taumaturgo, per gli innumerevoli miracoli che operò in vita e che continua a operare anche oggi. Raccontiamo la storia di tre devoti che hanno ricevuto dal Santo grazie speciali che ora vogliono far conoscere. 

«Mi è sempre stato molto vicino» ci dice Vito Muscatelli, nato a Toritto (Bari) ed emigrato a Long Island. Sposato con Maria Antonietta (nella foto al suo fianco davanti alla statua del Santo), ha tre figli e dieci nipoti. Devoto fin da bambino, è stato per anni presidente dell’associazione Sant’Antonio di Elmont, a New York. Anni fa fu colpito da un aneurisma, con il rischio di rimanere per sempre immobilizzato. Sottoposto a un delicato intervento chirurgico, è convinto che «la mano di sant’Antonio abbia guidato i dottori». Dopo una lunga convalescenza, ha ripreso il lavoro e la direzione dell’associazione. Grato al Santo per essergli stato vicino in un momento così drammatico, continua a pregarlo affinché protegga la sua famiglia e l’ associazione.

Anche Lina Sabatini, nativa di Pescara e ora moglie, mamma e nonna in Ozone Park nel Queens, è grata a sant’Antonio per averla aiutata a superare tanti ostacoli della vita e, soprattutto, per averle concesso una figlia. «La sua nascita è stata per noi un miracolo del Santo. Mio marito Giuseppe e io eravamo sposati da otto anni. Da tempo desideravamo dei figli che, però, non arrivavano. Il medico, dopo una lunga serie di accertamenti, continuava a dirci che era tutto a posto», testimonia Lina. Uno specialista, però, dette loro un responso negativo. E così la coppia decise di chiedere la grazia a sant’Antonio, recandosi sulla sua tomba a Padova. Poco dopo la visita, il test di gravidanza risultò positivo. Mentre attendeva la nascita di Rossella, Lina sognò d’aver ricevuto una lettera in cui il Santo le confermava che la bambina in grembo era un suo dono.

Anche Onofrio Rella è convinto d’essere stato miracolato. Vive a Brooklyn, dov’è emigrato nel 1962 da Grumo Appula (Bari), con la moglie Vincenza. Oltre a garantire ai figli Isabella, Giovanni, Leonardo e Vito studi universitari e stabilità economica, i Rella hanno trasmesso loro una devozione speciale a sant’Antonio, presente nella loro casa con una magnifica statua. I nonni, i genitori e Onofrio sono tutti abbonati al «Messaggero di sant’Antonio», rivista che hanno diffuso anche tra i soci del «Club S. Antonio» di Brooklyn, di cui Onofrio è stato presidente per tanti anni. Più volte è venuto al santuario di Padova per ringraziare il Santo e acquistare libri di preghiere per gli amici d’America. Alcuni anni fa Onofrio ha subìto alcune operazioni, in seguito a un tumore al pancreas, che lo hanno obbligato a rimanere lunghi mesi in ospedale. «Sant’Antonio mi ha aiutato a rinascere – afferma –. Sono convinto d’essere stato miracolato nel giorno in cui i dottori avevano dichiarato ai miei famigliari che non c’era più nulla da sperare». Credendo nel potere taumaturgico del Santo, egli continua a invitare i suoi amici e conoscenti a visitare la Basilica di Padova dove il Santo interagisce con i suoi devoti, dando loro una grazia interiore che rinnova e rafforza la fede.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017