Stati Uniti. Il soprano di Hoboken
Per «The New York Sun» è un «vocal genius», per il «Daily News» è la voce più sopraffina tra le soprano in circolazione. «Forbes Magazine» l’ha paragonata a Ethel Merman e Maria Callas, «America Oggi» l’ha definita «la diva della canzone». Non mancano davvero gli apprezzamenti per la voce di Cristina Fontanelli, da anni protagonista della scena di musica classica newyorchese (e non solo) e fiore all’occhiello della comunità italo-americana residente nella metropoli. Ma lei, straordinaria voce nei più prestigiosi auditorium del mondo, smessi i panni di scena preferisce essere apprezzata come una tenace rappresentante della cultura italiana.
«I miei nonni materni, Domenico De Candia ed Eleonora La Grasta, originari di Molfetta (provincia di Bari), emigrarono all’inizio del secolo scorso per poi fermarsi a Hoboken, in New Jersey, una città con una numerosissima comunità di origine italiana. Credo − spiega − di aver ereditato la voce da mia madre. Ricordo che quando avevo sedici anni lei venne a Manhattan per registrare un disco, senza troppe aspettative. Sapeva di vivere in una famiglia con poche risorse e non proseguì nel perfezionamento del suo talento naturale. Sono convinta che in ogni famiglia italiana, le arti (musica, letteratura, pittura o scultura) facciano parte del Dna». La madre di Cristina spronò, quindi, la futura soprano incoraggiandola fin da piccola a prendere lezioni di piano. Dopo il liceo, Cristina iniziò a prendere anche lezioni di canto fino a iscriversi, già adulta, alla Dramatic Academy di New York. A 11 anni avevo visto Via col Vento e sognavo di diventare attrice. La mia timidezza mi impediva però di sentirmi a mio agio in scena, difficoltà che spariva davanti a un libretto d’opera. Il mio primo testo fu la Tosca di Puccini e ne rimasi affascinata. Dentro a quell’opera ritrovai il canto, la recitazione. Decisi di cercare un insegnante, anche se fu dura: i miei non disponevo di molti soldi. Quel che mi sorreggeva, però, era la passione, la convinzione di aver trovato la mia strada».
Oggi Cristina, dopo gli studi alla Julliard School di New York, vanta esperienze nei più grandi teatri del mondo, dal Giappone alla Corea, da Istanbul a Dubai. Il suo talento l’ha portata a esibirsi alla Casa Bianca, davanti a due presidenti degli Stati Uniti, Bush e Clinton, e alla Gracie Mansion per il sindaco Giuliani. La sua voce ha lasciato il segno a Broadway. Cristina ha cantato con la St. Louis Symphony e la Brooklyn Philarmonic. Nel suo repertorio figurano le interpretazioni di Mimì, Musetta, Violetta e Madama Butterfly. Tutto questo non le impedisce di partecipare con grande entusiasmo ai festival italiani organizzati in America. Anche per questo impegno, l’Etic Press Council di Toronto le ha conferito il titolo di Donna dell’Anno, mentre Hoboken l’ha premiata con l’Italian-American Heritage Award. «Nelle mie intenzioni c’è quella di preservare il patrimonio della musica italiana realizzando un musical con le più rappresentative canzoni della nostra terra. Nell’attesa – conclude l’artista – ho cercato di raccogliere nel mio CD Cristina Fontanelli Sings Great Italian Favorites il meglio della tradizione musicale italiana».