Stop al riscaldamento del pianeta

Lo scienziato italiano è a capo di un team di ricercatori che sta mettendo a punto il processo di geosequestrazione dell'ossido di carbonio per combattere l'inquinamento della biosfera.
16 Settembre 2005 | di

In occasione del suo ritorno in Italia, è venuto a trovarci il dottor Paolo Massarotto, ricercatore in Ingegneria chimica all";Università  del Queensland-Brisbane, con le sorelle Carla ed Esther. I suoi genitori, Carlo Massarotto e Angelina Volpato, lasciarono nel 1950 San Giorgio delle Pertiche, in provincia di Padova, quando egli aveva appena due anni, per trasferirsi a Montréal, in Canada, dove Paolo frequentò le scuole primarie e si laureò in Ingegneria chimica e Geologia alla McGill University. Per 22 anni fu impegnato in due grosse industrie, nel «settore progetti» per la produzione del petrolio e del gas metano: prima a Houston, con la Texaco, manager di perforazione; poi a Edmonton e a Calgary con la Esso come manager tecnologia. Nel 1991 si trasferì per 8 anni a Wellington, in Nuova Zelanda, dove lavorò nel ramo elettrico e nell";ingegneria civile.
Il cammino professionale del nostro protagonista non si era però fermato. Dopo l";esperienza di Wellington, acquisì un nuovo dottorato in Ingegneria chimica e in Geologia all";Università  del Queensland e, trasferitosi definitivamente in Australia, dal 2000 offrì la sua collaborazione all";università  come accademico e ricercatore. Oggi è leader di un gruppo di 14 ricercatori, ma ha già  inoltrato una domanda al governo del Queensland per avere un finanziamento che dovrebbe allargare l";ambito delle ricerche e il numero dei ricercatori. Lo scopo dei suoi studi è l";isolamento dell";ossido di carbonio, gas velenosissimo, più pesante dell";aria, nei giacimenti carboniferi del Queensland: un processo cosiddetto di «geosequestrazione» che ha lo scopo di combattere l";inquinamento dell";aria dall";ossido di carbonio, causa del riscaldamento della biosfera.
«La bellezza di questo processo "; ci confida "; sta nel fatto che quando il carbone assorbe il CO2, rilascia uno strato extra di metano, che può essere utilizzato come carburante pulito. Il ciclo completo di questo processo potrebbe rendere i nostri impianti alimentati a carbone a emissione zero». Con l";assorbimento del gas la ricerca permette infatti di recuperare il metano, coprendo con questo procedimento i costi dell";eliminazione dell";ossido di carbonio. È una ricerca chimica molto importante, sostenuta dal governo australiano e da compagnie australiane e internazionali, perché utilizzando questa nuova tecnologia, molte industrie del Queensland e di altri Paesi del mondo, possono ridurre le emissioni di CO2 nell";atmosfera e per di più, ottenere anche dei benefici economici.
Paolo Massarotto ha scritto una quindicina di rapporti e alcune pubblicazioni tecniche sulle sue ricerche: sull";uso del carbone in profondità , sul metodo di trasporto del gas sotterraneo e sull";ossido di carbonio. «Ci vogliono apparecchi e strumenti speciali per riprodurre le condizioni e realizzare il trasporto dei gas sotterranei "; sottolinea ";; ma il nostro programma è collegato a ricerche effettuate in altri Paesi che hanno territori minerari chiusi da tempo e sono interessati al nuovo processo di geosequestrazione dall";ossido di carbonio. Siamo collegati con ricercatori dell";Università  dell";Illinois, vicino a Chicago, dell";Università  Imperial College di Londra, con il Consiglio di Ricerche dell";Alberta, in Canada, e con un gruppo di ricercatori operanti in Polonia e finanziati da alcune università  europee. L";obiettivo dei nostri studi è di dare un futuro al pianeta».
A Paolo Massarotto ho chiesto come ha vissuto, nel lavoro e nello studio, la sua italianità . «Fin da piccolo ho frequentato a Montréal la scuola d";italiano del sabato (Picai) "; ricorda Massarotto ";. Poi, negli anni di frequenza delle scuole superiori e dell";università , il mio rapporto con l";Italia ha avuto come uno stop. Più tardi, sposando Carolina, una donna australiana, sono stato sollecitato dal suo esempio a recuperare la mia italianità . Lei parla l";inglese, ha studiato il francese, ma ha voluto studiare l";italiano e conoscere l";Italia ";per amore";, per poter cioè parlare con mia madre e i miei familiari. Abbiamo avuto tre figli: il primo, Carl, risiede in Nuova Zelanda e ci ha donato due nipotini: Filippo e Antonio. E poi due figlie: Alicia, che si sta specializzando in Medicina palliativa a Glasgow, in Scozia; e Patricia, che studia orticoltura a Brisbane. Sono inoltre molto legato ai miei sette fratelli. Ho un caro ricordo di Giovanni, ex missionario monfortano, purtroppo deceduto, e il legame con Assunta, Esther, Carla, Giorgio e Umberto, che risiedono a Montréal, e con Armando che risiede a Calgary, è quanto mai vivace. Ci teniamo sempre in contatto, anche se ci dividono gli oceani. In Italia abbiamo ancora il vecchio zio Emanuele, che ha ormai 86 anni ed è il patriarca della grande famiglia Massarotto; e molti parenti. Ritornare in Italia è sempre motivo di gioia».
Massarotto ha un messaggio anche per i giovani: «La mia esperienza, con le diverse tappe raggiunte, può donare loro un messaggio. È importante lo studio e il lavoro, ma sento che prima di tutto, nella vita, si deve porre la famiglia. E dare risalto al suo ruolo e ai suoi valori: significa avere garanzie per superare anche i momenti difficili della vita. Per me la famiglia è un";attrazione, oppure, usando un termine della mia professione, ha la proprietà  del magnetismo perché attira e riunisce anche se si è fisicamente lontani»

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017