Suor Francesca e la sua strana famiglia
Suor Francesca Pittarello, salesiana, vive da diciotto anni in Burkina Faso (Africa occidentale). È una di quelle missionarie a cui si fa fatica a dire di no. Il suo intervento, più di natura assistenziale, non è tra quelli in genere scelti dalla Caritas antoniana, ma lei è un tipo un po' speciale e viene una gran voglia di aiutarla. È la classica madre che vorrebbe moltiplicare all'infinito i pani e i pesci pur di arrivare fino all'ultimo dei suoi figli. Ed è in fondo quello che ha fatto quando, lo scorso marzo, ha ricevuto dalla Caritas antoniana 9 mila euro in favore degli handicappati e dei bambini malati del suo villaggio, Léna, 5217 abitanti, 55 chilometri da Bobo Dioulasso, la seconda città del Burkina Faso.
Con quella cifra, irrisoria rispetto agli standard europei, suor Francesca ha fatto miracoli. Scrive testuale con la tenerezza che ricorda le liste della nonna sulla carta del formaggio: Per i disabili ho comprato: quindici carrozzelle, quindici biciclette, tre carri, tre asini e un asinello, due buoi, un aratro, una protesi per Agate Karagobou. Ha perfino avanzato 1.562.500 franchi, con i quali: abbiamo aiutato 13 famiglie veramente bisognose.
Segue una galleria di foto: volti sorridenti intervallati da tenere didascalie. Una vecchia ossuta in vestito giallo a quadri rossi abbraccia i comandi di una carrozzella a tre ruote. Chiosa suor Francesca: Vedete questa vecchietta? Prima camminava a quattro zampe. Ora grazie al vostro aiuto può muoversi con libertà . In un'altra foto c'è un bambino di circa dieci anni, seduto su un letto di ospedale con una gamba fasciata. È Tidyane - spiega suor Francesca in didascalia -. È stato operato ed esulta di gioia. Grazie a voi, tornerà a camminare. Nella pagina accanto, spuntano i due visini di Noel e Landrine. A vederli non hanno più di sette, otto anni: Sono stati contagiati dall'aids dai loro genitori. Con i vostri soldi abbiamo comprato le medicine per curare le malattie generate dal virus.
Jacqueline posa invece sorridente di fronte a una casetta di sassi e fango, che fa da sfondo alla sua camicetta rosso-sgargiante: È handicappata e orfana di padre. Le ho dato i soldi per pagarsi la scuola. E poi la vedova con i suoi sei bambini: A lei ho dato un asinello e un carretto per fare piccoli trasporti e guadagnarsi da vivere.
E poi c'è Jean, una gamba inservibile e una bici nuova fiammante: gli pare strano di poter correre come il vento, quando prima solo 100 metri erano fatica e dolore.
Le pagine di suor Francesca trasudano gratitudine da tutti i pori e senti d'istinto che è autentica: Far muovere le persone che avevano perso la speranza è una gioia grande, che non può essere raccontata.
Ma la festa che c'è stata nel giorno della consegna di carrozzelle e asinelli, quella sì la racconta: La gente per festeggiare ha raccolto tutte le uova che aveva e ce le ha portate, solo che qualcuno troppo zelante ha raccolto anche quelle delle chiocce: A momenti nella frittata, ci trovavamo i pulcini! Ma che importa, bisognava fare festa.