Svizzera, nuove sfide e nuove risorse

Nel corso del suo secondo mandato, Alban vuole puntare sulla diffusione della lingua e della cultura italiana tra i giovani oriundi. Sostegno e attenzione anche alla terza età.
18 Febbraio 2005 | di

ZURIGO
«Per l";Italia e per la Svizzera»: questo il motto che da oltre trent";anni anima la multiforme attività  di Luciano Alban, recentemente riconfermato alla carica di presidente del Comites di Zurigo. Un";attività  a favore dell";emigrazione italiana in Svizzera iniziata nel lontano 1974 con l";insegnamento ai corsi serali per adulti dell";Enaip di Zurigo. Trevigiano, classe 1946, Alban lascia per la prima volta la sua cittadina natale, Montebelluna, immediatamente dopo gli studi, per una breve esperienza di 22 mesi come operaio specializzato nel reparto sperimentale della Mercedes-Benz a Stoccarda. Nella primavera del 1968, dopo aver assolto gli obblighi militari nel 3° Reggimento Artiglieria della Brigata Julia, si trasferisce definitivamente a Zurigo, accettando un impiego nella leggendaria Escher-Wyss, gruppo che non abbandonerà  più, e dove, dal 1981, svolge mansioni di tecnico al controllo della qualità  di produzione.
È in quegli anni che inizia l";attività  associativa nel circolo Acli di Dietikon, cittadina alla periferia di Zurigo, dov";è radicata una copiosa comunità  italiana. Nel movimento delle Acli consolida la sua formazione sociale e politica, condividendo in presa diretta le problematiche della collettività  italiana in Svizzera e assumendo progressivamente responsabilità  sempre maggiori: presidente di circolo, delegato nazionale, fino a diventare vicepresidente politico delle Acli svizzere, carica che ricopre tuttora. A questa poliedrica attività  si affianca l";impegno nelle associazioni provinciali e regionali d";origine, che Alban considera da sempre prioritario: membro dell";Associazione Trevisani nel Mondo di Zurigo e del CAVES (Comitato Associazioni Venete Emigrati in Svizzera), diviene in seguito consultore nel direttivo della Consulta regionale veneta.
Ma quali sono le priorità  che l";attuale situazione degli italiani in Svizzera presenta? Alban sembra avere le idee chiare. Approdato al suo secondo mandato al Comites di Zurigo, Alban ha prontamente indicato una serie di misure volte a favorire una maggiore diffusione della lingua e della cultura italiana nei giovani di seconda e terza generazione, e a sostenere attività  e progetti che affrontino le nuove esigenze della terza età  in Svizzera. Scuola e anziani, dunque, le nuove sfide su cui il Comites di Luciano Alban intende confrontarsi nell";immediato futuro. Solo da pochi anni, del resto, istituzioni e forze sociali hanno colto l";importanza e la forte attualità  del tema «anzianità  e immigrazione», avviando una piattaforma di scambio su questa tematica e un lavoro di coordinamento delle strutture interessate. Ricerche ormai ampiamente note in Svizzera, indicano che la maggior parte dei lavoratori migranti della prima generazione, quelli giunti negli anni Sessanta e Settanta, non intende rientrare in Italia al momento del pensionamento, e che quindi nei prossimi anni assisteremo ad un vero e proprio boom degli italiani all";estero anziani. Fonti dell";Ufficio Federale di Statistica indicano che tra il 1997 e il 2010 il numero dei pensionati stranieri passerà  dalle 67 mila alle 123 mila unità , con un incremento che dovrà  essere tenuto in conto nell";ambito dei servizi e delle proposte specifiche per la terza età .
«Una volta raggiunta l";età  del pensionamento "; ribadisce Alban "; la maggioranza degli italiani rimane in Svizzera oppure fa per alcuni anni il pendolare tra la Svizzera e l";Italia». Questo fenomeno coinvolge, in particolare, due categorie di organizzazioni.
Da un lato, le locali strutture di assistenza si confrontano per la prima volta con la questione degli anziani d";origine straniera, mentre nei decenni precedenti, i flussi migratori avevano investito soprattutto i settori della scuola e della formazione, oltre naturalmente a quello del mercato del lavoro. Da un altro lato, le tradizionali strutture dell";associazionismo italiano in emigrazione vedono aumentare vertiginosamente il numero dei propri membri che approdano all";età  del pensionamento, con problematiche del tutto inedite connesse all";età  e alle nuove condizioni di vita. «È necessario promuovere e sostenere progetti che consentano agli anziani d";origine italiana, residenti in Svizzera, di mantenere la propria autonomia e di godersi ancora la vita "; prosegue Alban ";. Qualora queste persone avessero bisogno di case di riposo o di cura, esiste ora la possibilità  di poter usufruire di alloggi con assistenza medica, dove si tiene conto della lingua, delle abitudini alimentari e della cultura latina degli ospiti».
Nel Comites di Zurigo, il cui esecutivo risulta composto anche da Pietro Panico, Paolo Da Costa, Antonio Putrino, Faustina Lapadula e Antonietta Lo Russo, si va diffondendo la consapevolezza che gli italiani di terza età  non vanno considerati solo come persone bisognose d";assistenza, ma come un potenziale umano di esperienza, cultura e tradizione. Questo potenziale può essere ulteriormente accresciuto attraverso la creazione di strutture-ponte, all";interno delle comunità  immigrate, che possano mettere a contatto le esperienze della prima generazione con quelle che vedono attualmente impegnati i giovani di seconda e terza generazione.
In una circoscrizione consolare in cui vivono oltre 120 mila italiani, il raccordo tra le diverse fasce che compongono la collettività  assume un carattere di priorità  assoluta per il nuovo Comites, da sempre impegnato a favorire e a sostenere le iniziative di scolarizzazione e di formazione in una prospettiva di crescente integrazione e di partecipazione attiva nella società  d";accoglienza. «Abbiamo oltre 5 mila ragazze e ragazzi che frequentano i corsi di lingua e cultura italiana, una scuola elementare, una scuola media, un liceo linguistico italiano e un liceo artistico con doppio riconoscimento: italiano e svizzero "; ricorda ancora Alban ";. Tutte le scuole italiane di Zurigo, dalle elementari al liceo, devono garantire una pari conoscenza delle due lingue, italiano e tedesco, per aumentare le potenzialità  d";entrata in un mondo del lavoro che diventa sempre più selettivo». Ecco, dunque, spiegato il motivo della costante attenzione con la quale il Comites di Zurigo guarda al settore della formazione e delle attività  scolastiche. Il futuro, sembra dire Alban con il suo impegno a favore di anziani e giovani italiani, si costruisce insieme, riconoscendo la complessità  della società  che ci ospita e le potenzialità  che offre la collettività  italiana in Svizzera, nelle sue diverse componenti politiche, sindacali e associative.
C";è, inoltre, un forte impegno ad intensificare il dialogo con le istituzioni locali. Il Comites è stato ufficialmente presentato dall";autorità  consolare, quale istituzione di rappresentanza italiana, ai presidenti dei cantoni Zurigo, Sciaffusa e Svitto, e ai sindaci di importanti città : Zurigo, Winterthur, Schaffhausen e Bà¼lach. In questo contesto c";è grande attenzione e disponibilità  ad esaminare assieme alcune problematiche. È doveroso riconoscere che l";atteggiamento degli svizzeri verso la comunità  italiana, rapportato agli anni Settanta, si è capovolto: la comunità  italiana e l";italianità  sono viste, ora, molto bene. Una recentissima inchiesta fatta nella città  di Zurigo e pubblicata sul giornale 20 Minuten mette in evidenza che la comunità  italiana raccoglie le maggiori simpatie dagli svizzeri, precedendo gli austriaci e i tedeschi che si trovano rispettivamente in seconda e in terza posizione.
A Zurigo è ora tempo di raccolto e di risultati positivi: il Consiglio degli Stranieri, istituito grazie alle sollecitazioni del Comites di Zurigo; alloggi e case di cura per anziani con caratteristiche culturali latine; più attenzione per i corsi di lingua e cultura italiana; il liceo artistico bilingue, finita la fase sperimentale, è ora una realtà  che favorisce, in questo Paese, un maggior sviluppo della nostra lingua e cultura; i giochi sulla neve, in collaborazione con tutti i gruppi sciistici della zona, sono traguardi già  raggiunti.
È fuori discussione che il Comites, in quanto rappresentanza istituzionale, soprattutto se opera in collaborazione con l";autorità  consolare "; ed è il caso di Zurigo con il console generale d";Italia, Bernardo Carloni, "; può ottenere risultati importanti a favore della comunità  italiana.
«Colgo questa occasione "; conclude Alban "; per inviare un saluto a tuti gli italiani nel mondo».

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017