Svizzera, partner di lusso

Cultura e made in Italy. Il nostro Paese è secondo per volume d’interscambi anche se attrae poco gli investitori elvetici. Più lingua e cultura italiana per la nostra collettività.
17 Maggio 2005 | di

BERNA
Svizzera e Italia vantano una storia secolare fatta di rapporti umani, d";affari e culturali anche se la Confederazione è oggi risoluta nel mantenersi fuori dall";Unione Europea. Nell";ultimo secolo e mezzo, in particolare dal Risorgimento alla Seconda Guerra mondiale, la Svizzera ha offerto ospitalità  a rifugiati politici italiani, soprattutto nei Cantoni del Ticino, del Vallese e dei Grigioni. Eppure ci sono segnali in controtendenza.
Bettero. Il risultato del Referendum sulla naturalizzazione dei non svizzeri denuncia una crescente diffidenza, da parte di questo Paese, verso chi vorrebbe vedere riconosciuto il proprio status di cittadino elvetico. Come e perché si è sviluppata questa tendenza?
Francese
. Questa situazione riflette la diffidenza verso gli immigrati dai Paesi Balcanici, dal Medio Oriente, dalla Turchia che vengono visti talvolta come portatori di ideologie, di modi di vivere che si pongono in contrasto con la nazione elvetica. Bisognerà  dare tempo agli svizzeri affinché si rendano conto che la salvaguardia dei loro interessi si attua meglio con misure diverse da quelle strettamente «difensive». Verso gli italiani, comunque, non ci sono diffidenze di questo genere.
Quali sono i problemi che riguardano la comunità  italiana?
Negli anni Sessanta e Settanta gli italiani residenti in Svizzera erano quasi il 10% dell";intera popolazione elvetica. Oggi sono circa 500 mila. E circa 200 mila hanno il doppio passaporto e la doppia nazionalità . Il 56,5% vivono nella Svizzera tedesca, il 27% nella Svizzera francese, e il 16,5% nel Canton Ticino, con una leggera prevalenza degli uomini sulle donne. Come ripartizione anagrafica, abbiamo giovani in età  scolare fino ai 18 anni che costituiscono circa il 22,3% della nostra collettività ; le persone in età  lavorativa, dai 19 ai 65 anni, sono circa il 65,7%; mentre gli anziani ultrasessantacinquenni sono il 12%.
Oggi uno dei problemi di spicco della nostra collettività  in Svizzera è il mantenimento della lingua e della cultura italiana fra i giovani "; quelli di seconda e di terza generazione "; affinché l";integrazione nel contesto sociale svizzero non si trasformi in una vera e propria assimilazione. I corsi di lingua e cultura italiana raggiungono solo un terzo dei giovani che rientrano nella fascia d";età  dell";obbligo scolare, tra i 6 e i 15 anni; e che conseguono un livello di conoscenza intermedio della nostra lingua. Per migliorare questa situazione stiamo percorrendo due vie parallele: da un lato cerchiamo di diffondere ulteriormente i corsi di lingua e cultura cercando di favorirne l";inserimento nell";orario di lezione delle scuole statali svizzere "; soprattutto migliorandone il livello qualitativo con strumenti di monitoraggio, valutazione e certificazione a fine corso ";; e poi, l";altro canale, è quello di diffondere le scuole o sezioni di scuole medie bilingui, con l";italiano come una delle lingue veicolari. Questo, naturalmente, nei Cantoni in cui l";italiano non è la lingua ufficiale, e con particolare attenzione alle classi elementari e medie inferiori.
In quali settori hanno maggiore spazio e dove si impongono in modo più marcato gli italiani residenti in Svizzera?
Se prendiamo in considerazione coloro che risiedono permanentemente, sono soprattutto lavoratori dipendenti impiegati nell";industria e nei servizi sia come operai specializzati che come impiegati. Lavoratori autonomi e piccoli imprenditori operano nel campo dei servizi, dell";artigianato, del commercio al dettaglio e della ristorazione. Circa il 5% degli italiani maggiorenni residenti in Svizzera svolge invece un";attività  di tipo dirigenziale, libero professionale, didattica o artistica. Complessivamente ci risulta che i laureati siano circa il 3% della popolazione maggiorenne, principalmente concentrata in Ticino.
Negli ultimi anni è andata infittendosi la schiera di ricercatori e scienziati di alto profilo che lavorano in aziende, università  e centri di ricerca in Svizzera.
È vero. Oggi abbiamo 267 docenti universitari italiani impegnati nella rete universitaria elvetica: 118 nella Svizzera tedesca, 127 in quella francese e 22 nel Canton Ticino. Nella maggior parte dei casi si tratta di docenti di discipline scientifiche: Fisica, Chimica, Biologia, Medicina, Ingegneria. C";è poi una minoranza impegnata nell";italianistica: Letteratura, Filologia italiana. I nostri docenti insegnano nelle maggiori Università  del Paese: nei Politecnici federali di Zurigo e Losanna, nelle Università  di Basilea, Berna, Ginevra, San Gallo e Lugano. Numerosi scienziati e docenti italiani sono impegnati nella ricerca nucleare al CERN di Ginevra.
Che cosa chiede la collettività  italiana "; attraverso Comites, Cgie e associazioni "; alla nostra Ambasciata, ai Consolati e al Ministero degli Esteri?
Direi una maggiore standardizzazione dei servizi consolari e un miglioramento dell";efficienza: rilascio di passaporti, di atti di stato civile, procedure elettorali e, in genere, una sempre più puntuale informazione sui servizi offerti dalla rete consolare. Per quanto riguarda i servizi consolari, va detto che ci sono stati dei problemi, negli ultimi anni, legati alla sensibile riduzione di personale presso la rete consolare all";estero, e quindi anche in Svizzera. Per compensare tale riduzione stiamo cercando di incrementare la produttività  introducendo modifiche nell";organizzazione del lavoro. I principali interventi riguardano una più avanzata informatizzazione di quella attuale, la creazione di sportelli polifunzionali in grado di offrire tutti i servizi integrati, la valorizzazione delle figure di appoggio agli uffici consolari come i corrispondenti consolari.
La cultura e il made in Italy sono il nostro fiore all";occhiello nel mondo. In Svizzera, quali iniziative, progetti, manifestazioni sono in corso o avete in programma?
Gli svizzeri hanno capito e guardano verso il Sud del Mediterraneo, verso il nostro Paese con sempre maggiore interesse. Per quanto riguarda manifestazioni di sostegno va detto che già  molto avviene nei rapporti spontanei fra le istituzioni dei due Paesi. Comunque la rete consolare e gli enti culturali che operano a Zurigo assieme all";Ambasciata, si sforzano, pur nei limiti di risorse estremamente limitate, di effettuare un";opera di promozione. Posso citare alcuni esempi di quanto abbiamo promosso qui in Ambasciata negli ultimi due anni: a Berna il grande Convegno internazionale sulla lingua italiana; e al Kunstmuseum una mostra sull";alta moda italiana. L";anno scorso, in occasione della Festa nazionale del 2 giugno, all";Ambasciata d";Italia abbiamo ospitato un";importante mostra d";arte moderna italiana. Presso il locale Museo nazionale di Zurigo, è in corso una mostra sulla storia della nostra lingua intitolata: «La Dolce Lingua» cui hanno concorso anche il Canton Ticino e la Società  Dante Alighieri. Infine, l";Italia è stata recentemente ospite d";onore al Salone internazionale del libro di Ginevra.
E sul versante economico?
L";Italia, nel 2004, è divenuta il secondo partner commerciale della Confederazione elvetica come interscambio complessivo, superando la Francia e rimanendo seconda dopo la Germania. Le esportazioni sono cresciute, lo scorso anno, verso la Svizzera ben del 12,8% e gli acquisti dalla Confederazione del 9,2%. Quindi, in termini di interscambio globale, si tratta di 27.518 milioni di franchi svizzeri, pari a 17,57 miliardi di euro. Si tratta di un";affermazione molto importante tanto più che il saldo attivo dell";Italia è arrivato, l";anno scorso, a 3.562 milioni di franchi, pari a 2,298 miliardi di euro. Dal punto di vista dei settori merceologici va rilevato che i prodotti chimico-farmaceutici restano la prima voce del commercio bilaterale nei due sensi. A questi risultati ha contribuito non solo la nostra Ambasciata con una politica di forte presenza in tutti i settori economici della Confederazione, ma anche lo straordinario attivismo della Camera di Commercio italiana in Svizzera che opera da Zurigo.
Ma non bisogna dormire sugli allori perché sono posizioni che vanno consolidate nel tempo. C";è un";area in cui devono essere fatti molti sforzi: quella dell";attrazione di investimenti svizzeri in Italia. Questo, purtroppo, è un settore di grande debolezza dove il nostro sistema dimostra di non essere ancora sufficientemente competitivo.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017