Svizzera. Una Lucerna «siciliana»

18 Novembre 2014 | di

Taormina-Lucerna, passando attraverso un matrimonio. Potrebbe essere questo, in estrema sintesi, il percorso umano vissuto da Natalia Geraci (nella foto). Nata a Mazzarino (Caltanissetta), una volta giunta in Svizzera è diventata la signora Schär. Nel Cantone di Lucerna (caposaldo del cattolicesimo in Svizzera) anima da anni, con entusiasmo, le missioni cattoliche locali e i corsi di lingua per bambini italiani.

«Quando vivevo a Catania – spiega Natalia – , lavoravo come insegnante di scuola elementare. Una volta arrivata in Svizzera ho inizialmente insegnato italiano nei corsi gestiti dal ministero della Pubblica Istruzione e dal M.A.E. del nostro Paese. Molto spesso è la ricerca di un lavoro che spinge la gente a cercare fortuna all’estero. Nel mio caso è stato l’amore. Sulla spiaggia di Giardini Naxos, ai piedi di Taormina, ho conosciuto quello che sarebbe diventato mio marito, un cittadino svizzero di lingua tedesca. Subito dopo il matrimonio, ci siamo trasferiti a Lucerna. In quel momento, infatti, per esigenze lavorative, era più facile per me spostarmi in Svizzera che per lui venire in Italia. Dal nostro matrimonio sono nati due figli: Maximilian e Carlotta». Catapultata in una real­tà lontana da quella in cui era vissuta per tanti anni, Natalia ha dovuto fare i conti con nuove abitudini e... nuovo clima: in Svizzera infatti il tempo atmosferico è spesso piovoso o nuvoloso.

«Sono cattolica praticante – prosegue Natalia – e a Lucerna ho subito cercato la Missione Cattolica di lingua italiana. Qui ho cominciato a conoscere molti italiani e a inserirmi in alcune associazioni (Acli, Comites, Circolo degli Abruzzesi, Dante Alighieri). Non è stato difficile, perché il fenomeno dell’associazionismo in Svizzera è molto diffuso. Nella comunità italiana ho ritrovato le mie radici. In questi ultimi anni la tipologia di immigrati dall’Italia è cambiata. Ci sono tanti ragazzi laurea­ti e ben preparati che cercano di inserirsi nel mondo del lavoro in Svizzera».

In casa Schär si parla italiano e dialetto svizzero, si mangia prevalentemente cibo italiano e si leggono libri italiani. Senza tuttavia tralasciare la cultura svizzera. «Mantengo la mia identità italiana in maniera spontanea, nel mio modo di essere o di fare – confida Natalia –. Nella Commissione Cultura del Comites di Lucerna, in collaborazione con altri italiani, organizzo eventi culturali legati alla nostra terra d’origine. Sono iscritta alla “Dante Alighieri”, mantengo il mio impegno all’interno del Consiglio pastorale di Lucerna e di quello intercantonale. Come insegnante nei corsi di lingua e cultura italiane cerco di valorizzare l’immenso patrimonio culturale del nostro Paese».

«Chi, come me, vive all’estero è sempre diviso tra due mondi e due culture − conclude Natalia −. Ma è una divisione che moltiplica i vantaggi, che apre nuovi  orizzonti. Sarebbe bello cogliere il meglio da ogni popolo per crea­re una società perfetta. Ma questa, forse, è solo un’utopia».

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017