A te, pellegrino

26 Gennaio 2010 | di

Con calma entri, tu che vieni di lontano,

pellegrino affannato,

col cero grande e il fazzoletto a scacchi,

tu che esiti sulla Grande Soglia.


Sei quello che non ha nome, uno fra i tanti.

Vieni anche tu a pregare il Santo,

quello che non ha nome, e ha tutti i nomi.


Ti avvolge la sua casa, dove lui ti aspetta,

calda di cera e d’incenso: tu strascichi i piedi,

e poi ti guardi intorno, intimidito e felice.


Solo allora lo cerchi

sotto la lastra tranquilla, in quell’immenso spazio;

allora puoi raccontargli la tua storia,

e la tua confusa frettolosa preghiera

diventa un canto sereno,

una lieta speranza.


Antonia Arslan
 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017