A Terrasini l’antimafia produce lavoro

C’è voluto tempo e fatica, ma ora in uno stabile sequestrato ai Salamone, noti mafiosi, sorgerà un centro sociale e le cave dei D’Anna diventeranno un parco extraurbano. Come ci sono riusciti ce lo racconta il sindaco Mele.
03 Giugno 1997 | di

Un quarto della città  di Terrasini, poco distante da Palermo, manca di acqua anche potabile, mentre parte dell'acqua raccolta nell'invaso Poma, viene scaricata in mare... Anche questo è il frutto di una presenza asfissiante di 'Cosa Nostra' nella zona, oltre che di incapacità  degli amministratori. Talvolta tutto sembra cambiare per restare, in realtà , com'era; e il 'positivo', cioè il lento recupero della società  civile sulla 'onorata società ', rischia ogni volta di frantumarsi come un castello di sabbia. Ma il 'positivo' c'è e cresce lentamente. È recente la notizia che un edificio confiscato a un mafioso diventerà  un centro sociale.

Il comune di Terrasini è entrato in possesso di uno stabile a tre piani che apparteneva a Filippo Salamone, sul quale pesa una condanna per associazione di stampo mafioso. È stato il ministero delle Finanze, dopo aver accolto il parere favorevole della prefettura, a decidere di trasferire il bene nel patrimonio dell'ente locale. Un fatto concreto - difficile e complesso - che, insieme al trasferimento al patrimonio comunale delle cave dei D'Anna, costituisce esempio raro di applicazione della legge Rognoni-La Torre.

'Le cave - dice il sindaco di Terrasini, Manlio Mele - vennero confiscate a Calogero D'Anna, uno dei fratelli D'Anna, al primo maxiprocesso. Quando mi sono insediato sindaco di Terrasini, nel dicembre 1993, ho preso conoscenza di un fatto curioso: le cave erano state confiscate, ma in realtà  erano rimaste in mano al proprietario. Di più: erano in piena attività  estrattiva. Interessai del problema tutti gli organi istituzionali: procura, pretura, dipartimento foreste della regione siciliana, forze dell'ordine, chiedendo come fosse possibile che un bene confiscato potesse ancora rimanere in mano ai proprietari, consentendo loro un reddito di svariati miliardi. Le cave, una delle poche del genere in Sicilia, venivano utilizzare per estrarre sabbia silicea, utile per la fabbricazione del vetro. Gli stessi D'Anna, in una trasmissione televisiva, affermarono che da queste cave ricavavano parecchi miliardi l'anno e quindi queste rappresentavano un ritorno economico significativo. Il comune di Terrasini doveva chiedere immediatamente il passaggio del bene confiscato al proprio patrimonio. E così abbiamo fatto, ma non è stato facile giacché verificai un immobilismo strano, seppur il comitato provinciale per la sicurezza avesse dato immediatamente parere favorevole alla mia richiesta'.

Msa. Quali difficoltà  ha incontrato in particolare?

Mele. Fra le tante, e non ultima, le lungaggini burocratiche; e poi vi era un problema tecnico di non facile soluzione. Avevo chiesto e ottenuto l'acquisizione delle cave al patrimonio comunale avendo individuato l'uso di queste cave come parco extraurbano della città  di Terrasini. Rischiavo, però, di non riuscire a realizzare il progetto perché in queste cave c'è una voragine gigantesca, provocata dal milione e mezzo di metri cubi di sabbia estratta. Inoltre, la dimensione della cava è di 600 mila metri quadrati, non facilmente individuabili dal punto di vista topografico. Il ministro delle Finanze trasmise la proprietà  al comune di Terrasini, incaricando il sindaco di delimitarne i confini. Impresa quasi impossibile. Probabilmente qualcuno sperava in un nostro possibile errore di delimitazione, dando così la possibilità  di ricorrere al tribunale amministrativo regionale e quindi bloccare tutto. Peraltro, il ministero mi diede solo sei mesi di tempo per completare la destinazione d'uso, pena la perdita del bene, che sarebbe tornato definitivamente allo stato. Perimetrare una cava di 600 mila metri quadrati di estensione, con un milione e mezzo di sabbia mancante, stipulare una serie di convenzioni e completare tutta una serie di pratiche burocratiche diventò una estenuante lotta contro il tempo. Eppure l'acquisizione definitiva al patrimonio comunale della cava rappresenta ancor oggi uno dei rarissimi casi di completa applicazione della legge Rognoni-La Torre.

Racconti come ha vinto la battaglia contro il tempo e forse contro un certo immobilismo...

Nelle more delle definizioni del parco, bisognava riempire l'enorme voragine provocata dalla estrazione della sabbia. Ci siamo riusciti utilizzando anche il materiale proveniente dal comune di Palermo impegnato nella metanizzazione della città . Questo materiale si va pian piano spianando attraverso vasche di raccolta. Non appena la voragine sarà  colmata, predisporrò un progetto di bonifica, e chiederò il rimboschimento alla regione siciliana, e finalmente si darà  avvio al progetto definitivo di parco extraurbano.

In questo modo si riempie la voragine, e il comune di Terrasini ha anche un ritorno economico...

Abbiamo approvato un regolamento per cui ogni comune che scarica in quella cava paga una certa somma. Si prevede che il comune di Terrasini, nell'arco di sei anni, dovrebbe incassare circa dodici miliardi che saranno utilizzati come detrazione di alcune imposte comunali...

Finalmente si riscopre l'essenza della legge Rognoni-La Torre...

Certamente, anzi questo è il meccanismo con il quale si dimostra che non è vero che la mafia porta lavoro, e che invece l'antimafia produce legalità , sviluppo, rispetto all'ambiente, occupazione e lavoro. Ma nel caso nostro anche un segno di revisione dei meccanismi fiscali, un possibile federalismo fiscale...

Fallimenti e vittorie. Qual è il bilancio della sua esperienza di sindaco?

È stata una esperienza pesantissima e lo è ancor oggi, seppur coinvolgente e affascinante. Ma lo sconforto più grande l'ho provato quando non ho notato da parte dello stato interventi più vigorosi e convinti; e mi accorgo, invece, che le cose spesso non funzionano perché non tutti vanno nella medesima direzione. Il presidente Scalfaro nella sua visita a Palermo disse che lo stato deve essere presente in tutto il territorio nazionale con la medesima volontà  e precisione. La mia esperienza diretta, invece, è che vi sono ancora molte e vistose sbavature. Se non si comprende che bisogna saper sfruttare al meglio questo momento di passaggio, penso che queste amministrazioni - di destra o di sinistra, non ha importanza - finiranno per scappare e chiudere i battenti proprio triturate da alcuni meccanismi legislativi che rendono asfittica ogni possibile azione.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017