Toronto gli dedica una strada
Grande gioia e soddisfazione, anche per noi del «Messaggero di sant’Antonio», alla notizia dell’intitolazione al cavalier Giuseppe Simonetta di una stradina a Toronto, nel cuore di College Street, quartiere della «Little Italy» dove si era stabilito cinquantaquattro anni fa.
Un rapporto di lunga data quello tra Simonetta e il «Messaggero di sant’Antonio». «Credo d’appartenere alla Famiglia antoniana da più di sessant’anni» ci ha scritto di recente, facendoci conoscere alcuni dati della sua vita. Nato a San Nicola da Crissa, in Calabria, si arruolò per alcuni anni nell’Arma dei carabinieri, facendo parte della scorta che, nel 1946, accompagnò al Quirinale il primo presidente della Repubblica, Enrico De Nicola, ma anche personaggi come papa Pacelli, De Gasperi, Einaudi, Pacciardi e Togliatti.
Fu costretto a trasferirsi in Canada perché la moglie doveva essere sottoposta a un urgente intervento chirurgico. Egli stesso ci ricorda che quando partì, la madre gli disse: «Figlio, non dimenticare sant’Antonio, che ti benedirà».
Con forza d’animo superò i sacrifici d’inserimento in una nuova terra, la morte della prima moglie e la perdita di figli. A dargli forza quegli ideali di fede e solidarietà cristiani grazie ai quali è riuscito a realizzare gli obiettivi che si era prefissato. «Oggi sono molto felice – conclude –: l’avermi dedicato una via è un riconoscimento al mio lavoro, una testimonianza per aver fatto qualcosa di buono per la comunità».
È difficile enumerare i tanti impegni del cavalier Simonetta: il lavoro svolto, a Toronto, nella parrocchia Sant’Agnese; il suo apporto per la ristrutturazione della chiesa di San Francesco d’Assisi; la fondazione e gestione del «Centro di assistenza famiglie italiane» – Cifaa, 756 Ossington Ave – divenuto prezioso punto di riferimento per tanti anziani italo-canadesi nella compilazione dei vari moduli necessari per aver diritto alla propria pensione.
Ma non possiamo dimenticare la processione del Venerdì Santo, la più imponente del Nord America: un evento di religiosità, coordinato proprio da Simonetta, che richiama ogni anno oltre 200 mila fedeli. È un simbolo per quanti, come lui, vogliono
mantenere vive le tradizioni più care della terra d’origine.