Tra lingua, cultura e tradizioni

Abbiamo incontrato un gruppo di giovani laureati che hanno partecipato al Gran Gala organizzato in loro onore dalla Federazione delle Associazioni Pugliesi del Québec.
16 Giugno 2004 | di

MONTREAL
Trovarsi di fronte ad un gruppo di giovani d";origine italiana, nati tutti in Canada, con i quali, sin dal primo momento del nostro incontro si è parlato in italiano è senza dubbio gratificante perché dimostra che in questo immenso Paese dove il multiculturalismo è legge, c";è anche la possibilità , per chi lo vuole, di parlare, leggere e scrivere in lingua italiana. E, per ciò che riguarda Montréal, dove già  si parlano le due lingue ufficiali: inglese e francese, sono in tanti coloro (e il numero è in continuo aumento) che parlano anche la lingua italiana. Da una statistica di alcuni anni fa, risulta che su 250 mila italiani che vivono nella metropoli del Québec, circa 134 mila, a casa, parlano anche l";italiano. E a parlarlo non sono soltanto i vecchi emigrati ma anche le nuove generazioni che, stimolate dalla famiglia, dall";ambiente in cui vivono e dalle scuole dove s";insegna anche la lingua italiana, hanno capito che conoscere e praticare la lingua dei padri rappresenta un grosso arricchimento culturale che li pone su un piano molto più vantaggioso rispetto a coloro che la terza lingua non la parlano.
Abbiamo incontrato alcuni di questi giovani in occasione di una serata di gala data in loro onore dalla Federazione delle Associazioni Pugliesi del Québec, sempre all";avanguardia in attività  che coinvolgono i giovani. Erano in tutto una quarantina, tutti con una laurea, ai quali è stato consegnato un prestigioso attestato di benemerenza proveniente direttamente dalla Regione Puglia e firmato dal presidente Raffaele Fitto.
Tra le sedici associazioni affiliate alla Federazione Pugliese ve n";è una composta esclusivamente di giovani a cui è stato dato il nome di Associazione Nuova Centrale Pugliese. Nel corso della serata abbiamo parlato con un gruppo di questi giovani tra cui la presidente, Maria Mattiace.
Msa. Com";è nata la vostra Associazione, e quali sono stati gli stimoli che vi hanno spinto a mettervi insieme?
Mattiace.
È accaduto che in diverse circostanze ci incontravamo tra amici, quasi tutti d";origine italiana e, alcune volte abbiamo partecipato anche alle attività  organizzate dalle associazioni a cui appartengono i nostri genitori, tra cui anche quelle della Federazione Pugliese. Ora, pur ammirando con un certo favore il lavoro che i nostri padri svolgevano e svolgono in seno alle loro associazioni, ci siamo accorti che i nostri interessi erano e sono diversi da quelli dei nostri padri per cui, un certo giorno, stimolati da quel senso d";appartenenza che si era venuto a creare tra noi, e dal desiderio di fare qualcosa di valido per la nostra comunità , abbiamo deciso di metterci insieme e di creare una vera e propria associazione. E così, nel 2002, è nata la Nuova Centrale Pugliese.
Quali sono gli scopi della vostra associazione?
Organizzare incontri con altri giovani per trovare un denominatore comune su alcuni importanti temi d";attualità . Tra le attività  ricordiamo la Primavera Pugliese, piena di brio e allegria; confezione di cestini natalizi per i poveri; partecipazione alla Settimana italiana di Montréal.
Sentire parlare di eredità  culturale stimola il nostro desiderio di approfondire l";argomento con cinque giovani.
Nadia Montecalvo
. Pur essendo perfettamente inseriti nella società  canadese "; non solo come professionisti che parlano le due lingue in uso nel Paese "; facciamo parte del «ceppo» italiano dato che i nostri genitori sono venuti dall";Italia e ci hanno inculcato, sin da bambini, quei valori che derivano dall";appartenenza a quella cultura. La nostra associazione è un mezzo per stare insieme, per conoscerci, per crescere insieme e mantenere la nostra cultura.
Quali sono i mezzi e i motivi, a parte la lingua, per mantenere viva, tra gli italiani, la nostra cultura?
Santina Clarizio
. Io penso che uno dei grandi stimoli per mantenere la nostra cultura è l";arte culinaria. Mio padre mi raccontava che quando è arrivato in Canada, nei mercati c";erano soltanto patate, carote, cavoli e mele in quantità . Qualche filo di pasta e qualche ombra di pomodori. Le nostre mamme hanno incominciato ad arricchire la nostra tavola facendo la pasta a mano; i nostri padri hanno incominciato a coltivare pomodori nel giardino dietro casa; si facevano arrivare l";olio dall";Italia e importavano uva dalla California per fare il loro vino. In altre parole hanno introdotto in questo Paese la dieta mediterranea che oggi arricchisce anche la tavola di moltissimi canadesi. Nei supermercati si trovano decine di qualità  diverse di pasta, olio d";oliva, gustosi insaccati, pomodori in scatola; e tra i tanti altri prodotti, imperano il parmigiano e i vini.
Michele Montecalvo. I primi passi col lavoro non sono mai facili ma, poi, dopo i primi approcci, tutto diventa più facile: basta avere la volontà  di lavorare e di non venire mai meno all";impegno di migliorare e di progredire. Direi che in noi italiani è innato uno spirito imprenditoriale che molti c";invidiano perché sono in tanti coloro che hanno dimostrato che dal nulla si possono fare grandi cose. Voglio citare un solo esempio: Tommaso D";Alessandro, uno dei più grandi manager del Canada, è presidente della multimiliardaria Manulife Insurance. E ci sono tanti altri campi, persino quello della moda, in cui iniziamo a muoverci con una certa sicurezza.
Caterina Campanile . La moda italiana è famosa nel mondo, e per me è diventata un punto di partenza. Mi aiuta molto la conoscenza della lingua italiana ed anche della cultura italiana attraverso le quali riesco a capire e a comprendere con più facilità  i gusti, gli interessi e la sensibilità  della gente verso determinati modi di fare e di vedere le cose. Io vado spesso in Italia. Quando sono laggiù è come se stessi a casa mia: mi sento veramente italiana.
Maria Mattiace . Più passano gli anni, e più mi sento fiera della mia origine.
Nadia Montecalvo . Pur essendo una canadese che ama questo Paese, mi sento anche un po"; italiana. L";Italia per me è una conquista: tornando da un viaggio in Italia ti senti addosso la piacevole sensazione che un giorno ci tornerai perché laggiù sono ancorate le tue radici.
Santina Clarizio . A volte le mie amiche si meravigliano che noi italiani, pur avendo oltrepassato i 20 anni di età , viviamo ancora con i genitori. E io rispondo loro che non ho problemi a vivere con i miei genitori. Io rispetto le loro esigenze e loro rispettano la mia libertà . La mia famiglia è una specie di baluardo dentro la quale vivo anche la mia italianità .
Michele Montecalvo . Io vado spesso in Puglia, e questi miei viaggi sono un perenne alimento per rafforzare la mia identità .
Caterina Campanile . L";Italia è bella, e quando ci vado mi sento come a casa mia. Se i vincoli con la nostra famiglia sono saldi, dovunque tu vai senti quel senso di appartenenza che ti aiuta ad apprezzare la vita con le cose belle e le cose meno belle.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017