Tradizioni che non tramontano

La festa della Madonna della Libera, patrona di Colle Sannita, e i forti legami con San Giorgio La Molara, hanno catalizzato i rapporti culturali tra i due continenti.

Melbourne
Forse non è una città che fa storia nel panorama dell’Italia di oggi, ma è una città ricca di una storia che attraversa l’arco di due millenni, e a volte con un ruolo di primo piano nell’Italia meridionale. All’epoca dell’Impero Romano, Benevento godeva del rango di Municipium, e a ricordarne l’antico splendore rimane un meraviglioso Arco di Traiano, punto di partenza della Via Traiana, arteria della Via Appia, e il teatro romano ancora in buone condizioni che poteva accogliere 10 mila spettatori. Al tempo dei Longobardi era un importante Ducato: l’ultimo duca fu il giovane Adelchi.
Dal punto di vista ecclesiastico, la tradizione lega la diocesi di Benevento a un’origine «apostolica». Secondo lo scrittore Mario La Vipera nel suo Catalogus Metropolitane Ecclesiae Beneventanae (1635) sembra che il primo vescovo sia stato San Fotino, greco, mandato da san Pietro nell’anno 40. Due arcivescovi di Benevento divennero Papi: Paolo III, cardinale Farnese; e Benedetto XIII, cardinale Orsini, e la città ha dato i natali ad altri tre Papi. La lista dei vescovi di Benevento è lunga: ha 108 nomi, dal primo secolo dell’era cristiana ad oggi, ininterrottamente. Monsignor Andrea Mugione, attuale arcivescovo di Benevento, siede dunque su una cattedra di onore e di prestigio culturale e sociale oltre che spirituale.
Da queste brevi notizie, si può capire perché anche i beneventani, come tutti gli italiani ovunque siano, in patria e all’estero, abbiano ragioni solide per sentirsi orgogliosi della loro terra d’origine. Gli emigrati da questa provincia campana si sono dispersi in ogni continente: dall’Europa alle Americhe, all’Australia.
A Melbourne, una delle prime associazioni intitolate al patrono del paese d’origine dei soci, è quella di Colle Sannita, denominata Associazione Madonna della Libera. Nel 1970 grazie a una generosa collaborazione tra collesi e altri conterranei dei paesi vicini, era stata ordinata in Italia la statua della Madonna: una copia perfetta di quella venerata in paese, e fatta arrivare con una nave della Flotta Lauro. Era presidente dell’Associazione Dario Paolucci, e per tanti anni ha avuto la collaborazione di Damiano Pilla, Giuseppe Basilone, Giovanni Pozzuto, Donato Viscio, e di una decina di persone molto disponibili a offrire il loro contributo.
La statua venne collocata nella chiesa di Santa Maria Stella del Mare: la più bella chiesa di Melbourne per ricchezza di decorazioni, e come capienza seconda solo alla cattedrale di San Patrizio. La devozione alla Madonna della Libera è popolare in diverse parti dell’Italia centrale, originata sempre da miracoli, tra il 1400 e il 1500, che in qualche modo hanno a che vedere con la liberazione dai terribili mali dell’epoca: carestia, peste, saccheggi. Santuari in onore della Madonna della Libera si trovano a Pratola Peligna (L’Aquila), Ortona (Chieti), Castellammare di Stabia (Napoli) dove l’immagine dalla Madonna appare anche nello stemma cittadino.
La comunità di Colle Sannita, a Melbourne, è composta da circa 600 famiglie, e due volte l’anno, a maggio e a novembre, celebrano la festa della Madonna con una solenne messa, la processione e un fraterno convivio.
La chiesa Stella del Mare è stata restaurata di recente, e portata al suo originale splendore. Al suo interno si trova un nuovo altare in marmi policromi riservato alla statua della Madonna della Libera, finanziato dall’Associazione che, giustamente fiera di aver realizzato un progetto validissimo e gratificante, ha rivolto un invito all’arcivescovo di Benevento, monsignor Andrea Mugione, per benedire l’altare e presenziare alla festa. È stata una gioia grande per la comunità beneventana e per l’intera regione Campania, avere la presenza del pastore della diocesi: è sempre viva nella mente, nella venerazione e nell’affetto degli emigrati, la figura del vescovo Mugione, accompagnato da don Luigi Ulano – parroco di San Giorgio La Molara –. Il vescovo ha ricevuto una calorosa accoglienza ed è stato lieto di poter constatare come la comunità beneventana sia unita, fraternamente solidale, e ancorata alle tradizioni religiose della terra d’origine.
Monsignor Mugione, prima di arrivare a Melbourne, ha fatto tappa a Sydney, ospite del cardinale George Pell, e ad Adelaide dove la comunità campana è numerosa. Le varie fasi del viaggio sono state preparate dal consultore della Regione Campania, Antonio Bamonte di Sydney. Le giornate di Melbourne sono state preparate dal Comitato della festa, presieduto da Giuseppe Grasso, tesoriere Vito Iapozzuto, e con la signora Maria Basilone punto di riferimento della diocesi di Benevento e curatrice del programma della celebrazione religiosa.
La santa messa ha rappresentato un momento di forte aggregazione. La chiesa era gremita di fedeli. Celebranti, con l’arcivescovo, il parroco, padre Max Polak, padre William Jordan, padre Gaetano Riolo e don Luigi Ulano. La comunità si è unita all’illustre prelato per una cena alla Firenze Receptions. Tra essi anche Saverio Martuccio, 100 anni, con cui monsignor Mugione ha rivolto i propri auguri. Infine ha espresso un appello ai giovani, incoraggiati a tenere vivo un patrimonio prezioso di cultura e di tradizioni.
«La maggior parte dei campani giunti in Australia – ricorda Giovanni Di Fede, presidente della Federazione delle associazioni campane – si sono stabiliti ad Adelaide, la capitale del South Australia. In questa città, i campani superano di gran lunga tutti gli altri provenienti da varie regioni italiane, e hanno ben quattro club: Campania Club, San Giorgio la Molara, Molinara Club e Altavilla Irpina (Avellino). Ad Adelaide monsignor Mugione è stato accolto con affetto dalla comunità campana, i cui dirigenti si sono divisi il compito di ospitarlo. La santa messa nella Chiesa di San Francesco, a Newton, è stata un momento di convivialità spirituale tra il pastore e i fedeli. È una chiesa dal valore importante per gli italiani perchè è stata finanziata con la raccolta di 1 milione di dollari, donati da privati e associazioni della comunità, e costruita in un anno, per avere un luogo di culto adatto al modo nostro di celebrare le feste e di esprimere la devozione popolare. Dopo la messa abbiamo condiviso un ricco rinfresco nella sala parrocchiale.
L’arcivescovo era accompagnato da padre Luigi Ulano, parroco di San Giorgio La Molara: un paese di circa 3 mila abitanti; altri 3 mila vivono ad Adelaide. Questi, nel South Australia, avevano iniziato verso la fine degli anni Cinquanta a celebrare la festa di San Giorgio, patrono del paese, e da allora hanno saputo mantenere una coesione e uno spirito di solidarietà che li ha portati alla creazione di un club con sede propria. L’associazione nacque nel 1978, e la sede venne acquistata nel 1979.
Marco Bartemucci, che ricopre la carica di vice-presidente del Circolo San Giorgio La Molara (presidente è stato eletto Giuseppe Mercuri), conosce a fondo la storia dell’emigrazione dei sangiorgesi, anche per aver collaborato alle ricerche che hanno portato alla stampa di un libro sulla storia dell’emigrazione in South Australia dal suo paese, dal titolo E partimmo (We left). Vincenzina Ciccarello, deputato al Parlamento del South Australia, arrivata in Australia da bambina, con i genitori, proveniente da San Giorgio La Molara, è uno dei tanti esempi di quella epopea.
Monsignor Andrea Mugione ha avuto modo di rendersi conto come la distanza dalla patria sia spesso, per persone sincere e con una visione positiva della vita, un collante per la comunità; capace di perpetuare grandi valori: famiglia, pratica religiosa, lavoro, servizio e altruismo.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017