Umiltà e coraggio nel gesto del Papa
Giovanni Paolo II, a più riprese, in vista del Giubileo, ha espresso la volontà di un mea culpa della Chiesa per i peccati commessi nel passato da alcuni suoi membri, dall`Inquisizione alle «guerre di religione», dall`antigiudaismo ai silenzi di alcuni cristiani di fronte all`olocausto, dalle Crociate fino a casi specifici come la strage degli ugonotti in Francia. Questa sua volontà si è concretizzata nella solenne Giornata della purificazione della memoria celebrata lo scorso 12 marzo. Su questo argomento abbiamo rivolto alcune domande a padre Georges Cottier, teologo della Casa pontificia.
Msa. Perché quest`ostinata volontà di Giovanni Paolo II nel chiedere perdono? Qualche critico potrebbe vederci calcolo, per guadagnare proseliti, oppure opportunismo, per avere qualcosa in cambio: lei che ne pensa?
Cottier. Il Papa ha riflettuto molto prima di prendere questa decisione. Lo ha fatto per motivi religiosi. Per questo dobbiamo essere attenti a distinguere le intenzioni dell`iniziativa dall`utilizzo che alcuni possono farne. La Chiesa si presenta con la sua storia e ci sono avvenimenti in questi due millenni che sono stati di ostacolo all`evangelizzazione. Giovanni Paolo II, nella Tertio Millennio adveniente, afferma che alcuni comportamenti di cristiani sono stati di scandalo o addirittura una controtestimonianza. Per questo ha pensato che un atto di pentimento su questo passato può essere come una purificazione. Lo scopo è la trasmissione del Vangelo nella sua purezza.
Quali sono, secondo lei, le persone, i gruppi, gli episodi per i quali soprattutto la Chiesa sente il bisogno di chiedere perdono?
La Chiesa non cessa di domandare perdono per i suoi figli. Ma sarebbe inutile parlare di perdono in modo generico. Il Papa pensa a comportamenti specifici che hanno lasciato tracce dolorose nella storia. Per esempio, l`uso della violenza. Di recente i giornali hanno parlato di Giordano Bruno. Il suo pensiero non è compatibile con quello della Chiesa, ma il fatto che la Chiesa, secondo la mentalità dell`epoca, abbia utilizzato mezzi violenti nei suoi confronti, oggi fa scandalo davanti alla anime di buona volontà , impedendo di vedere la purezza del Vangelo. Per questo bisogna domandare perdono, sia che si tratti di atti in sé riprovevoli, sia che si tratti di atti che hanno una carica solo simbolica. Bisogna poi distinguere tra scandali che interessano la Chiesa universale ` come l`Inquisizione e l`antigiudaismo in ambienti cristiani ` da altri ` come la strage degli ugonotti ` che toccano aree geografiche e momenti storici determinati. Per questi ultimi, il Papa ha invitato le Chiese nazionali a prendere l`iniziativa. Infine, sul fronte delle cosiddette «guerre di religione», bisogna guardarsi da giudizi sommari, ricordandosi che i cattolici non sono gli unici responsabili. È una colpa che pesa su tutti i cristiani.
Alcuni studiosi ricordano che il peccato più grave, sul piano dell`analisi storica, è quello dell`anacronismo. Si teme, cioè, che una rivisitazione dei secoli passati fatta con gli occhi di oggi possa condizionare il giudizio e falsarlo. Cosa ne pensa?
Si tratta di una difficoltà reale che non dobbiamo nasconderci. L`Inquisizione, ad esempio, non è stata quello che si racconta. Aveva procedure molto precise e osservate, che portavano a processi regolari, molto simili ai processi civili. La mentalità dell`epoca accettava le punizioni violente, l`uso della tortura e persino la morte. Anche dei santi hanno accettato questo stato di cose e non di meno erano dei veri santi. Ciò significa che c`era un condizionamento dovuto alla mentalità dell`epoca. Così com`è vero che anche noi siamo condizionati dalla nostra epoca. Tuttavia, non possiamo dire che il pensiero dell`uomo sia totalmente dipendente dall`epoca nella quale vive, perché altrimenti il Vangelo non avrebbe più senso, avrebbe avuto valore solo nell`epoca di Gesù. A prescindere dal tempo, nell`anima dell`uomo c`è la luce della legge morale e c`è anche la luce della legge evangelica. Dunque, quello che si dà non è un giudizio sui peccati compiuti da alcuni, ma sulla qualità di atti che in sé sono peccaminosi.
Anzitutto a chi va chiesto perdono: a Dio, agli uomini, alle vittime, ai loro discendenti?
La Chiesa domanda prima di tutto perdono a Dio. Direi che in una certa maniera, per alcuni fatti, domanda perdono quasi a se stessa. Ciò detto, è chiaro che non si può domandare perdono ai morti, si può pregare per i morti, ma si può domandare perdono ad alcuni loro discendenti spirituali in quanto essi pensano che la Chiesa sia intimamente complice di atti di cui sono stati vittime. L`atto che il Papa chiama «purificazione della memoria» permette di far capire che la Chiesa soffre per questi comportamenti, che non li fa suoi, ma li condanna, perché non si continui più su quella strada, ma ci sia una conversione nei comportamenti. Questa domanda di perdono ha come scopo anche la conversione attuale, cioè togliere dall`anima dei cristiani alcune complicità con la violenza.
Ma ha senso chiedere perdono per peccati commessi da altri? Esiste, oltre alla comunione dei santi, una solidarietà di peccatori?
Penso di sì. I santi sono i battezzati. Comunione dei santi vuol dire comunione di quanti sono membra di Cristo, e nella comunione dei santi ci sono anche dei peccatori, che tendono alla santità e che devono essere convertiti. La Chiesa non è una Chiesa di santi: è santa, ma ha nel suo grembo tanti peccatori, non accetta il loro peccato e fa di tutto per convertirli e portarli alla santità . La comunione dei santi abbraccia tutti e in questo senso c`è una solidarietà tra tutti i discepoli di Cristo.
Chiedere perdono per la divisione delle Chiese, potrebbe accelerare il cammino dell`unità ?
Certamente. Nell`epoca moderna è il Papa che comincia a parlare chiaro. Ma penso che questa domanda di perdono dovrebbe essere partecipata anche dai nostri fratelli cristiani. Fra i cristiani la cosa è possibile, più immediatamente possibile, perché siamo tutti discepoli di Cristo, sappiamo tutti che Gesù vuole l`unità della sua Chiesa e che, al fondo dell`ecumenismo, ci sentiamo tutti responsabili, quindi peccatori, davanti alle divisioni. Dunque fare un esame di coscienza è un atto che dovrebbe essere di tutti i cristiani. Speriamo che venga fatto.
Non mancano, in campo cattolico, i critici a queste operazioni: che cosa, secondo lei, li disturba? Che cosa temono da un punto di vista teologico? È fondato il timore che qualcuno ne approfitti per una requisitoria sommaria contro la Chiesa?
Non credo che il disagio sia teologico. Credo sia piuttosto pastorale. Si ha paura che il popolo cristiano, male informato, viva un falso senso di colpa. Si teme che si rovini la fiducia nella Chiesa, che si pensi che la Chiesa abbia sempre sbagliato. Allora, compito dei pastori è spiegare che cosa significa perdono. Per questo lo studio delle colpe è molto importante, perché la Chiesa riceve molte false accuse. Ogni atto di pentimento deve essere fondato su uno studio che restituisca il più possibile l`esattezza dei fatti. Poi c`è anche un certo timore che taluni si servano di questa richiesta di perdono per criticare ancora di più la Chiesa. Ma la Chiesa non ha paura della verità , neanche della verità storica. E la storia della Chiesa di questi duemila anni è la storia della santità .
IL PECCATO E LA CONVERSIONE «La nostra confessione e il nostro pentimento siano ispirati dallo Spirito Santo, il nostro dolore sia consapevole e profondo, e... considerando con umiltà gli errori del passato in un`autentica purificazione della memoria, ci impegniamo in un cammino di vera conversione».
ABORTO «...Per tutti gli esseri umani del mondo, specialmente per i minorenni vittime di abusi... per i più indifesi, i non nati soppressi nel seno materno o perfino utilizzati a fini sperimentali da quanti hanno abusato delle possibilità offerte dalla biotecnologia».
PER SAPERNE DI PIà Luigi Accattoli Georges Cottier
(Cardinale Bernardin Gantin) INTOLLERANZA E VERITà «Ciascuno di noi, riconoscendo che anche uomini di Chiesa, in nome della fede e della morale, hanno fatto ricorso a metodi non evangelici, nel pur doveroso impegno di difesa della verità , sappia imitare il Signore Gesù, mite e umile di cuore».
(Cardinale Josefh Ratzinger) L`UNITà DEI CRISTIANI «Il riconoscimento dei peccati che hanno lacerato l`unità del Corpo di Cristo e ferito la carità fraterna, appiani la strada verso la riconciliazione e la comunione di tutti i cristiani».
(Cardinale Roger Etchegaray)
COLPE CONTRO GLI EBREI «Nel ricordo della sofferenza patita dal popolo d`Israele nella storia, i cristiani sappiano riconoscere i peccati commessi da non pochi di loro contro il popolo dell`alleanza e delle benedizioni, e così purificare il loro cuore».
(Cardinale Edward Cassidy) IMMIGRATI E ZINGARI «Nella contemplazione di Gesù, nostro Signore e nostra Pace, i cristiani sappiano pentirsi delle parole e dei comportamenti, che a volte sono stati loro suggeriti dall`orgoglio, dall`odio, dalla volontà di dominio sugli altri, dall`inimicizia verso gli aderenti ad altre religioni e verso gruppi sociali più deboli, come quelli degli immigrati e degli zingari».
(Cardinale Stephen Fumio Hamao) LE DONNE «Preghiamo per tutti quelli che sono stati offesi nella loro dignità umana...; per le donne troppo spesso umiliate ed emarginate, e riconosciamo le forme di acquiescenza di cui anche i cristiani si sono resi colpevoli».
(Cardinale Francis Arinze)
(Cardinale Francois van Thuan)
Un`accurata presentazione storica sul tema e una puntuale raccolta di pronunciamenti del Papa, dal 1980 (primo accenno alla purificazione della memoria) al 1997.
Qualche malinteso da dissipare; Chiesa santa, non senza peccatori; la richiesta di perdono e l`ecumenismo: questi i temi affrontati dall`autore.