Un angelo venuto dall’Est

La storia di Giannina, una bambina rumena ustionata in gran parte del corpo, salvata dalla solidarietà dei «Volontari della Speranza» e accolta dai frati della basilica del Santo.
07 Luglio 2002 | di

Anche le tragedie più spaventose possono trasformarsi in grazie impensate, quando sant`€™Antonio porge la mano. La storia a lieto fine di Giannina, che da qualche mese vive a Padova, ospite dei frati del Santo, assomiglia a uno di quei racconti medievali del Libro dei miracoli che narra come sant`€™Antonio «preservò da morte un bimbo caduto nell`€™acqua bollente».

La mamma di Giannina, Cecilia, stava preparando, un sabato sera, il bagnetto per la sua piccola di tre anni. La loro è una famiglia contadina della Romania: non ci sono tanti mezzi, ma si vive dignitosamente, e anche d`€™inverno non deve mancare l`€™acqua calda per potersi lavare. È bastato però un attimo di disattenzione della mamma e la vivace Giannina, urtando la pentola piena d`€™acqua bollente, se l`€™è rovesciata addosso, con conseguenze disastrose. La bambina è stata ricoverata all`€™ospedale di Bucarest: scottature di terzo grado sul quaranta per cento del corpo. I medici rumeni disperavano di poterla salvare. Giannina, attaccata alla vita, non ha ceduto, ma è rimasta segnata irreparabilmente nel corpo da cicatrici e, come conseguenza del trauma, non riesce più a muovere le braccia. Per pagare le costosissime cure, mamma Cecilia è emigrata in Italia per lavorare e guadagnare qualcosa. Papà  Ionel aveva addirittura venduto il trattore con cui arava i campi procurando il sostentamento per i suoi. Era l`€™unico modo per far fronte alla prima emergenza.

Per caso, o meglio, grazie alla Provvidenza, la mamma di Giannina ha conosciuto a Padova alcuni «Volontari della Speranza», membri dell`€™associazione legata alla basilica che si occupa di assistere sofferenti e bisognosi, soprattutto dei Paesi più poveri. Sono stati loro, guidati dal loro vicepresidente, Isaia Tommasi, a prendere a cuore il caso della piccola devastata dalle ustioni. Hanno deciso che avrebbero fatto di tutto per far tornare a sorridere la piccola Giannina.

I «Volontari della Speranza» per prima cosa hanno fatto rientrare in Romania la signora Cecilia, organizzando, poi, il suo ritorno in Italia insieme alla bambina. Il tutto, naturalmente, d`€™intesa con i frati: «Noi non spostiamo un dito `€“ conferma, infatti, Isaia Tommasi `€“ se non autorizzati dal rettore della basilica. Non saremmo riusciti a far nulla senza l`€™appoggio dei frati».

Il 12 febbraio di quest`€™anno il professor Barisoni ha visitato la bambina a Verona, gratuitamente. Colpito dalla gravità  del caso, ha confermato la necessità  urgente di operarla per plastica cutanea e riabilitazione fisica e motoria. «All`€™inizio non sapevamo neanche noi come fare `€“ dice Isaia `€“ perché la burocrazia italiana con gli stranieri, anche bambini, è impressionante. Far venire Giannina in Italia era stato facile, ma farcela rimanere per tutto il tempo delle cure sembrava quasi impossibile».

A questo punto, ancora una volta, la Provvidenza fa il suo gioco: lo scorso 28 febbraio, la Regione Veneto ha approvato un progetto per l`€™assistenza alle persone straniere, grazie alla quale è stato possibile far restare Giannina in Italia e ricoverarla all`€™ospedale. Anzi, la prima persona a poter usufruire di questo decreto è stata proprio Giannina. Nei mesi successivi, la piccola rumena è stata sottoposta a due operazioni andate a buon fine.

Intorno a Giannina si è sviluppata una rete di solidarietà . La basilica del Santo ha messo a disposizione l`€™alloggio. Alle spese della piccola e della sua mamma provvede l`€™associazione. Parrocchie, suore francescane di vari istituti e tanta, tanta gente hanno offerto i soldi necessari per i continui ricoveri e per far sì che la permanenza di Giannina in Italia fosse più confortevole possibile.

E per quando mamma e figlia torneranno in Romania? Il rettore del Santo, insieme ai volontari, ha pensato di trovare un nuovo trattore per il papà  di Giannina, perché possa ricominciare a lavorare e mantenere la sua famiglia. «Quando avremo finito con lei e starà  bene `€“ dicono i volontari soddisfatti `€“ aiuteremo sant`€™Antonio a fare un altro miracolo di carità ».

I frati del Santo in questo lungo periodo hanno imparato a conoscere bene Giannina che è diventata la loro piccola mascotte. La sua presenza sotto le austere volte della basilica è una memoria vivente dei miracoli che Antonio continua a operare. Per questo, il 13 giugno, Giannina, durante la festa, ha portato un suo dono simbolico all`€™offertorio della Messa. Ma il dono più bello, che ha commosso quanti erano al corrente della sua storia, era proprio lei. 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017