Un angolo d'Italia a Montréal

«Fin dal mio arrivo in questa città, la comunità italiana non ha smesso di sorprendermi per il dinamismo e la volontà di coltivare la nostra cultura e la nostra lingua».
06 Marzo 2003 | di

MONTREAL

Non capita spesso di trovarsi di fronte ad un rappresentante del governo italiano il quale, dopo soltanto due anni di permanenza presso la comunità  italiana di Montréal, riesca a fare una diagnosi precisa di quello che essa rappresenta, e a capire quali sono i più importanti traguardi che si prefigge di raggiungere. Importante è il mantenimento di quella giusta dose di italianità  che non guasta affatto visto il contesto multiculturale in cui è organizzata la società  canadese. E quando diciamo italianità , ci riferiamo ai valori che essa racchiude in sé e che servono non solo a qualificarla ma anche a produrre un arricchimento culturale della società  in cui essa è inserita.

Negli ultimi anni ci sono state diverse nuove leggi italiane a favore degli emigrati che hanno, senza dubbio, cambiato i rapporti di chi vive all'estero con la madrepatria, e noi ci siamo prefissati il compito, per quello che ci riguarda, di verificare fino a che punto questi rapporti abbiano soddisfatto le aspettative. Lo abbiamo fatto con il console generale d'Italia a Montréal, Gian Lorenzo Cornado, soprattutto ora che anche noi canadesi d'origine italiana godiamo del diritto alla doppia cittadinanza.

Msa. A che punto siamo con l'applicazione della legge sul diritto di voto in loco?

Cornado. Ormai tutto è stato deciso: coloro che hanno la cittadinanza italiana o la doppia cittadinanza, alle prossime elezioni politiche e ai referendum voteranno per corrispondenza. Nella circoscrizione del Nord e Centro America avremo diritto a due deputati e un senatore. Adesso stiamo aggiornando le liste elettorali.

C'è qualche speranza circa la riapertura delle domande sulla doppia cittadinanza? Lo stesso ci chiediamo sulla sua modifica per evitare gli errori del passato.

Questo dipenderà  interamente dal governo. Sia i vari Comites che il Cgie si stanno battendo da tempo per soddisfare le richieste che non cessano di arrivare da tutto il mondo.

Dopo due anni di permanenza a Montréal, che cosa pensa della comunità  italiana di questa città ?

La comunità  italiana di Montréal è stata per me una scoperta che col passar del tempo mi ha portato a fare una constatazione: durante gli anni difficili della prima e della seconda emigrazione, gli italiani hanno saputo valorizzare le loro capacità , la loro intelligenza ed il senso del dovere al punto tale da riuscire ad inserirsi nel tessuto socio-economico del Canada, non solo come lavoratori ma anche come industriali, imprenditori e professionisti arrivando ad occupare posti di alto livello. Quello che più sorprende è che, nel fare tutto questo, hanno mantenuto intatta la loro italianità . Il dolore del distacco al momento della partenza e le peripezie per entrare nella mentalità  americana non li hanno messi in difficoltà  e hanno mantenuto ben saldi i loro legami con l'Italia. In tutta tranquillità  oggi noi possiamo dire che, come esempio unico in Nord-America, esiste in Canada un angolo dove si parla italiano, e quest'angolo si trova a Montréal.

Ha mai trovato qualcosa che non va per il verso giusto?

Diciamo subito che non tutto è perfetto ma io alla comunità  italiana di Montréal non rimprovero niente perché la vedo proiettata verso il futuro. Mi permetto, però, di dare un consiglio a coloro che sono considerati i suoi leader. A mio avviso dovrebbero porre più attenzione ai rapporti con le due maggiori comunità : quella inglese e quella francese, insomma creare una o più lobbies capaci di influire sulla scena politica locale in modo da far entrare un maggior numero di italocanadesi nelle diverse amministrazioni pubbliche. Ad esempio, a me fa piacere constatare che ci sono due deputati d'origine italiana nell'Assemblea Nazionale del Quebec, due ai Comuni di Ottawa, e il Capo del Consiglio Esecutivo nella metropoli di Montréal è d'origine italiana ma non bastano a rendere giustizia ad una comunità  dinamica e attiva come la nostra.

Dovrebbe essere il Congresso degli Italo-Canadesi a muoversi in questo senso?

Il Congresso, com'è noto, dovrebbe essere il portavoce della comunità  presso i vari governi, sia quello federale, provinciale che municipale alla pari del NIAF, National Italo American Foundation degli Stati Uniti. Tuttavia, a causa della mancanza di adeguate risorse finanziarie non possiede gli elementi adatti che possano occuparsi delle sue attività . In Quebec il Congresso è poco presente e partecipa solo sporadicamente alle manifestazioni della comunità . Ho cercato di venirgli in aiuto mettendo i suoi dirigenti in contatto con i vertici del NIAF per fare in modo di conoscere più da vicino la loro organizzazione che è molto efficiente.

Parliamo di Alitalia che, da pochi mesi, ha chiuso completamente con Montréal trasferendo i suoi voli a Toronto e destando non pochi malumori nella nostra comunità .

Secondo quello che i dirigenti dell'Alitalia hanno dichiarato sembra che, sia per la nostra compagnia di bandiera che per Air Canada, i collegamenti con Roma non siano redditizi perciò li hanno interrotti. E poi, non dimentichiamo che Alitalia è stata privatizzata e il governo rientra solo in parte nella proprietà .

A noi risulta che queste affermazioni erano vere quando erano due le compagnie che da Montréal andavano a Roma e si facevano concorrenza. Gli italiani di Montréal chiedono che almeno due voli diretti a Roma da Toronto facciano scalo a Montréal, come in passato: cosa fattibile e redditizia.

Le dirò che il governo, tramite il ministro per gli Italiani nel mondo Mirko Tremaglia, si sta adoperando per il ripristino dei collegamenti diretti da Montréal a Roma almeno durante il periodo estivo.

Un altro problema da risolvere è quello della eventuale venuta in Canada di Rai International. Per il momento continuano le controversie tra Rai International e Telelatino, il canale televisivo canadese che trasmette solo in parte i programmi della Rai. Come si risolverà  questa controversia?

La direzione di Rai International ha deciso di fare da sola e abbandonare Telelatino. In questa maniera gli italocanadesi potranno ricevere i programmi Rai 24 ore su 24. A tal proposito la Rai sta preparando una domanda da inoltrare alla CRTC, l'ente canadese della Radio-diffusione, il solo che può concedere un permesso o una licenza. Ed io non vedo perché dovrebbe rifiutare quando altri Paesi ce l'hanno da tempo.

Sappiamo che lei si sta battendo affinché la lingua italiana sia insegnata anche negli ultimi tre anni delle scuole superiori. A che punto è questo progetto?

La legge sullo studio di una terza lingua negli ultimi tre anni delle scuole superiori è passata, ed ora dipenderà  da noi "; intendo dagli studenti d'origine italiana "; chiederla al momento dell'iscrizione. Ricordiamo che lo studio di una terza lingua in Quebec non è obbligatorio ma è un'opzione. Perciò occorre chiederla in tanti per averla, ed io invito i genitori d'origine italiana a sensibilizzare i loro figli e i direttori delle scuole affinché nel maggior numero possibile di scuole superiori si studi anche l'Italiano come terza lingua.

E per quanto riguarda il Comites.

I Comites hanno un ruolo propulsivo in seno alle comunità  e il Comites di Montréal questo ruolo lo sta adempiendo in pieno. Il ruolo che esso è chiamato a svolgere è quello di avvicinare sempre di più gli italiani alle istituzioni e alle realtà  italiane, soprattutto ora che hanno il diritto di voto. Essendo un organo rappresentativo, perché in esso convergono le varie anime della comunità , ha l'obbligo di farsi portavoce dei suoi interessi e difenderli sotto ogni aspetto.   

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Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017