Un anno tutto nuovo che invita alla speranza

Nella visione cristiana il tempo è una linea dritta che va verso il mistero. C’è posto per l’ignoto, l’imprevisto, la novità, dunque per la speranza.
10 Gennaio 2001 | di

Dopo il grande frastuono inscenato sul finire dello scorso anno per celebrare il passaggio dal vecchio al nuovo millennio, fa quasi bene pensare che l' anno che il mese di gennaio avvia sarà  un anno normale, umile, terribile e meraviglioso. Porterà  speranza, disillusioni, orrenda monotonia o gioia e novità ? Chi lo sa? Intanto ci appare tondo, perfetto, sconosciuto, misterioso e palpitante.
Una delle dottrine più perniciose presentate di tanto in tanto da pensatori che ritengono di saperne più degli altri, parla di un tempo che riparte ripetendo eternamente le stesse mosse, gli stessi sentimenti, gli stessi incontri e giorni della vita... Un' infinità  di giorni, un ciclo interminabile nel quale gli avvenimenti si ripetono uno uguale all' altro.
Ho conosciuto questa teoria dell' «eterno ritorno» quando avevo diciotto anni. Il solo pensiero che essa potesse rispondere a verità , mi faceva inorridire e raddrizzare i capelli! Certo la terra trascinata in un' orbita conosce un ritorno annuale di stagioni, ma l' uomo, che non è un pianeta, conosce un tempo che parte dalla presa di coscienza dell' alterità  del mondo che si protrae sino al termine dei suoi giorni.
Noi vediamo il tempo come una linea diritta che va verso il mistero. Tutto cambia.
C' è posto per l' ignoto e l' imprevisto, dunque per la speranza. Cosa posso sperare se penso che tutto è già  predeterminato per me? O se vivo convinta che ciò che faccio oggi l' ho già  fatto per millenni, che lo rifarò all infinito. Secondo altre dottrine, che vanno di moda, oggi starei vivendo le conseguenze di vite passate, e dovrei vivere, dopo la morte, un' altra vita, frutto di questa che sto vivendo.
Viva Gesù alla cui presenza io vivo! Gesù, la sua ricchezza, il suo assoluto! È difficile essere seguaci di Gesù. È una faccenda riservata ai forti e ai coraggiosi. Ci vuole un animo virile per seguirlo, una bella dose di follia e di determinazione. Per i piccoli, come me, che hanno capito che niente si può fare senza Lui, anche una bella misura di abbandono.
In Gesù non c' è nessuna scappatoia possibile. O sì o no. Tutto il resto viene dal male. Noi vorremmo essere sì e no, ma non si può se si vuole essere beati.
Se vogliamo restare nella mediocrità , nella tiepidezza, possiamo sempre provare le due vie contemporaneamente. Sarà  sempre uno smacco che finirà  con un bell' esaurimento. La persona si consuma e non capisce la fonte del suo svilimento.
Io penso, sottovoce, che ogni giorno è un giorno decisivo. Non devo lasciarmi andare al sì e no. Sto male se faccio le cose con indifferenza, come se niente avesse importanza, come se tutto fosse solo un modo di passare il tempo nell' attesa che arrivi la morte, che mi darà  il riposo eterno. Questa per molti è la trama della vita quotidiana, ma è qualcosa che ti avvelena la vita. E stai male perché la coscienza sa da dove deriva tutto ciò.
Per «stare» bene io devo essere in pace con la mia coscienza. Se lascio che infiltrino in me dei dubbi, dei rimorsi, delle aspirazioni malvagie, poco a poco non ci può essere «buon e felice anno» perché mi porterò sulle spalle un peso sempre più gravoso che nessuno psicologo potrà  mai sollevare.
È questo un mio modo di augurarvi Buon Anno; soprattutto desidero che voi riusciate a mettervi in pace con la vostra coscienza. Non inventatevi peccati che non esistono, ma non trascurate neanche quelli veri che voi non volete eliminare. Non perché sia impossibile (tutto è possibile con la grazia del Signore) correggervi, ma perché dentro di voi non volete separarvi da essi.
Vi confido una cosa molto personale. Mia madre ha lasciato la terra il 12 ottobre scorso. Aveva quasi cento anni e non voleva più vivere. Il nostro caro sant' Antonio, una volta di più, ha voluto implorare la grazia e la benevolenza di Gesù. Lo abbiamo tanto pregato di intercedere per mia madre che era senza pace, aggressiva. Il pensiero che morisse in questo stato d' animo ci rendeva tutti addolorati. Per farla breve, quando, piena di paura, sono arrivata da lei a Parigi, l' ho vista diventare serena, dopo aver riconosciuto alcuni suoi errori passati e avere in qualche modo chiesto perdono. Un miracolo per una persona che pretendeva di non avere mai commesso errori in vita sua! Che gioia, e che gratitudine ti sgorga nel cuore quando vedi il passaggio della grazia divina!
Ho voluto dirvi questo, carissimi, perché vi racconto tante cose di me e non devo tacere queste, che mi sembrano le più importanti.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017