Un cuore, due patrie
ZURIGO
«Vogliamo permettere alle giovani generazioni di comprendere pienamente cosa significa ";abitare"; due lingue e due culture, e agli enti che operano nel campo dell";italianità di progettare al meglio i propri interventi». Questi i due scopi indicati dal presidente del Comites di Zurigo, Luciano Alban , aprendo il dibattito fra i giovani di seconda e terza generazione che si è svolto al Politecnico Federale di Zurigo. All";incontro sono intervenuti giovani operatori del campo della finanza, dell";informazione, dello spettacolo, del turismo, insieme a numerosi studenti universitari e liceali provenienti dagli istituti e dalle scuole italiane di Zurigo. Dal dibattito è emerso chiaramente come tra gli italiani presenti oggi in Svizzera, soprattutto fra le giovani generazioni, si avverta sempre di più il bisogno di riscoprire il patrimonio linguistico e culturale italiano, premessa indispensabile nella ricerca delle proprie radici.
«La lingua italiana è il volano dell";italianità "; ha sostenuto Bruno Indelicato, operatore nel campo dell";informazione e del turismo ";. Ma basta conoscere l";italiano per affermare pienamente il proprio essere italiani in Svizzera?». È pur vero che mangiare, vestire, parlare italiano è da queste parti sempre più sinonimo di buon gusto e di eleganza, e denota un vivere equilibrato e piacevole. L";italian way of life , d";altronde, non è del tutto merce d";importazione in questo Paese: non va, infatti, dimenticato che una parte notevole della popolazione elvetica risiede o proviene da quella Svizzera italiana che fa capo al Canton Ticino, e a parte dei Grigioni, dove l";italiano è madrelingua, e dove si pensa, si studia, si lavora in italiano. E dato l";alto tasso di mobilità che caratterizza l";itinerario formativo delle giovani generazioni qui in Svizzera, in ogni università elvetica si sente parlare e fare cultura anche in italiano, lingua ufficiale della Confederazione, insieme al tedesco, al francese e al romancio.
Durante il dibattito ha preso corpo la trama di un tessuto culturale, forse meno tradizionale, ma sicuramente molto attraente, che fa riferimento all";Italia, e che è composto da mille fili variegati, come la moda, le canzoni, il mangiar bene, il design , lo sport, i vini della penisola, il restauro, il turismo. Fra i componenti di quel codice cromosomico con il quale la cultura dell";Italia si afferma al di là delle Alpi, rientrano senza dubbio anche l";eleganza e il buon gusto, la dieta mediterranea e la gioia di vivere latina, il pensiero positivo e l";innato umorismo degli italiani. Si tratta certamente di una rinnovata sintonia centrata attorno al Belpaese e alla sua tradizione culturale, fatta di letteratura e d";arte, di musica e di cinema, di teatro e di archeologia.
«Viaggio spesso per lavoro "; ha ricordato Walter De Gregorio, corrispondente del settimanale svizzero Weltwoche ";. A Roma è spesso impossibile trovare un bancomat che funzioni, ma sono ben altre le corde che risvegliano la mia italianità : il teatro, l";arte, la musica: in una parola l";immenso patrimonio culturale italiano». La vitalità di questa offerta culturale che proviene dalla Penisola ha coinvolto pienamente anche i giovani di seconda o terza generazione che vivono stabilmente in Svizzera, e che spesso conoscono l";Italia soltanto durante le vacanze estive. «Vivere due culture è il più bel regalo che ho avuto dalla vita "; ha confessato una ragazza italiana nata e cresciuta in Svizzera ";. Quando vado in Italia, prendo il Cisalpino la mattina, arrivo a Milano il pomeriggio e penso: ";Che bello, sono di nuovo a casa!";. Il giorno dopo, prendo di nuovo il treno, arrivo a Zurigo e penso ancora una volta: ";Che bello, sono di nuovo a casa!";».
Essere cresciuti fra due culture è, per questi ragazzi, un valore aggiunto che hanno poi riversato pienamente nel campo formativo e professionale. Non si tratta solo di competenze linguistiche che consentono di padroneggiare pienamente sia l";italiano che il tedesco, ma di una vera e propria marcia in più, soprattutto nel settore delle relazioni interpersonali. «Ho sempre percepito la cultura italiana come molto creativa, e la cultura svizzera come estremamente efficiente "; ha ricordato Ines Latempa , giovane funzionaria di banca ";. Vivere fra queste due culture mi è servito molto anche nel mio lavoro, nella gestione del personale e della clientela». Il sentirsi cittadini del mondo, in un mondo che a seguito dei rapidi processi di globalizzazione abbatte sempre di più i tradizionali confini nazionali, è una condizione che è stata sottolineata da molti dei giovani intervenuti come un";opportunità in più, sia in ambito personale che professionale. E l";essere cresciuti fra due culture, quella italiana e quella svizzera-tedesca, ha portato questi giovani ad essere più flessibili e più tolleranti anche nei confronti di altre culture considerate più distanti dal sentire comune europeo.
«Essere cittadino del mondo "; ha sottolineato Pippo Pollina , cantautore siciliano, da 15 anni residente in Svizzera "; significa fare un";esperienza di vita, intraprendere un viaggio che dura tutta l";esistenza. Significa prescindere dalla propria appartenenza culturale, e stendere un ponte verso altre culture».
Non va naturalmente dimenticato che in questo processo di valorizzazione culturale, un ruolo fondamentale è svolto dalla scuola e da quelle istituzioni formative che operano nel campo dell";educazione. In questo senso, i diversi istituti di formazione e le scuole italiane della Svizzera tedesca, i cui allievi e insegnanti sono intervenuti numerosi al dibattito organizzato dal Comites di Zurigo, si propongono non soltanto come un punto d";incontro fra due lingue e due culture, fra istituzioni italiane ed elvetiche, ma anche come un piccolo laboratorio in cui sperimentare con successo aperture e scambi in vista di una positiva integrazione delle giovani generazioni future. Queste scuole e istituti di formazione, insieme a tutti gli enti e istituzioni che operano per la diffusione e la valorizzazione della lingua e della cultura italiana in Svizzera, sia quelli sorti per iniziativa pubblica che quelli di carattere privato, hanno da tempo avviato una profonda riflessione per accompagnare l";impegno di diffusione culturale con la ricerca di nuovi strumenti e di progetti adeguati. Ne è nata una sintonia apprezzabile fra le attività specifiche di istituzioni fra loro distinte, come ad esempio l";Istituto di cultura, la Società Dante Alighieri e i dipartimenti di italianistica delle due università zurighesi.
Negli anni di internet, quindi, un";immagine nuova si presenta agli occhi delle giovani generazioni che, dalla Svizzera, guardano al ricco patrimonio culturale che proviene dalla penisola. Non è più l";immagine nostalgica dell";Italia di quarant";anni fa, di quell";Italia che continuava a rimanere nel cuore di chi, per motivi di lavoro, lasciava il nostro Paese. Oggi in Svizzera un numero crescente di giovani di seconda e terza generazione richiede di apprezzare fino in fondo l";offerta culturale del Belpaese, sia per avere una maggiore consapevolezza delle proprie radici, sia per la straordinaria vitalità di un patrimonio che è percepito come una delle componenti essenziali della civiltà mondiale. Questi giovani, sempre più responsabili di essere a pieno titolo cittadini di due nazioni, esprimono a chiare lettere cosa significhi oggi essere, e sentire di essere, italiani in questo angolo d";Europa.