Un futuro per Arianna

Arianna ha 33 anni e un domani incerto. La sua giovane vita è stata un susseguirsi di prove: prima il cancro, poi l’ischemia cerebrale che l’ha resa invalida. E lo stato le ha tolto anche quel poco che l’aiutava a vivere.
08 Giugno 2001 | di

«Avevo 17 anni, tanta gioia di vivere, di conoscere, di provare nuove emozioni (e le ho provate... ma non quelle che mi aspettavo), studiavo flauto traverso al Conservatorio ed ero innamorata. Il mio primo grande amore!

«Ricordo che era Pasqua quando mi accorsi d`€™avere un nodulo sul collo. Io, incosciente come solo i ragazzi possono essere, non ci feci molto caso, ma i miei genitori si allarmarono subito. Per farla breve: morbo di Hodgkins.

«Fui operata a luglio, mi tolsero milza, appendice, alcuni linfonodi e misero le ovaie sotto l`€™utero per proteggerle dalla radioterapia che avrei sostenuto. Non mi rendevo conto della gravità  del problema, io avevo Nicola (il primo amore), tutto il resto non contava. Benedetta gioventù.

«Fui sottoposta a radioterapia, deglutivo a fatica (perché non volevo prendere quella schifosa gelatina), ero ustionata sulle spalle (perché non volevo ungermi in pieno agosto), non avevo saliva ed ero sempre stanca... ma a 17 anni si ha un`€™energia particolare.

«Infine, fui dichiarata guarita, ma dovevo comunque fare delle visite di controllo annuali. Mi diplomai al Conservatorio, iniziai a lavorare come ragazza immagine/cubista e a volte posai per qualche fotografo.

«Nel 1993 mi iscrissi a ragioneria, andavo piuttosto bene, ma nel 1995 fui colpita da ischemia cerebrale e cerebellare con conseguente emiplegia. In un secondo tutti i miei sogni s`€™erano infranti! Quella bellissima ragazza che ballava sui cubi non c`€™era più.

«Nella visita fiscale del 1997 mi tolsero l`€™indennità  di accompagnamento. Il giorno che ricevetti l`€™esito della visita fu il giorno più brutto della mia vita. Il futuro mi appariva nero. Mi chiedevo (mi chiedo tuttora) chi si sarebbe occupato di me quando i miei genitori se ne sarebbero andati. Una persona che fa assistenza costa. E io non avevo più niente. Fu quel giorno che tentai di togliermi la vita. Andai in garage, accesi la macchina e rimasi ad aspettare. Fortunatamente, mio padre tornò a casa prima del solito e mi salvò. Grazie a Dio ho una famiglia stupenda, non nuotiamo nell`€™oro, ma in casa c`€™è tanto amore. Mio padre farebbe di tutto per farmi felice. Mi pento di ciò che ho provato a fare, ma la disperazione ti porta a fare enormi sciocchezze».

 

La lettera di Arianna, che abita nella provincia di Venezia, continua con vicende gravi e spesso disarmanti. Ma Arianna conclude con la speranza di poter lavorare. Ha 33 anni e la vita sembra averla privata di un futuro. Chi ha qualcosa da dire su questa vicenda, oppure chi avesse un lavoro da offrire ad Arianna, può scrivere a:

Rubrica Handicap

«Messaggero di sant`€™Antonio»,

Via Orto Botanico, 11

35123 Padova.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017