Un libro per la memoria
MELBOURNE
Un gruppo di giovani allegri, ritratti davanti ad un vagone ferroviario dove qualcuno, a pennellate di calce bianca, aveva scritto «Per l";Australia»: è questa la fotografia che appare sulla copertina del più recente impegno editoriale della Società Storica Italiana del Victoria, in Australia. È un volume di grande pregio, di valore artistico oltre che storico e documentaristico. S";intitola, appunto: Per l";Australia "; The story of italian migration.
«Con questa pubblicazione "; c";informa Laura Mecca, responsabile della Società Storica Italiana "; abbiamo voluto celebrare l";emigrazione italiana in Australia. Il libro non è la pura narrazione di fatti o una raccolta di fotografie e documenti; non è un collage di monografie, interviste, opinioni, ecc., È proprio un monumento all";emigrazione italiana, un";esaltazione di tutti quei valori che gli italiani hanno portato con sé, e del successo che ha coronato il loro intraprendente ed esaltante cammino in questo nuovo continente. È una celebrazione della comunità italiana.
Con quest";opera, la Società Storica ha voluto dare una concreta dimostrazione di gratitudine a quelle migliaia di connazionali che hanno sostenuto fin dall";inizio gli obiettivi della Società Storica Italiana, che hanno creduto nel suo lavoro ed hanno collaborato ai progetti di ricerca, raccolta e pubblicazione di materiale storicamente rilevante. A ciò si aggiunga il desiderio di sottolineare in modo ben visibile il 25° anniversario di fondazione della Società . Queste ragioni sono alla base della pubblicazione di Per l";Australia che al momento è stato stampato in circa 7 mila copie. È un dono di inestimabile valore che ogni famiglia italiana dovrebbe fare a se stessa e lasciare in eredità ai propri figli».
Negli ultimi anni si è diffusa l";usanza di ricordare il 50° anniversario dell";arrivo di tante navi, cariche di giovani emigranti. Gruppi giunti a bordo della Neptunia, della Flaminia, della San Giorgio, della Toscana, ecc. si ritrovano "; oggi settantenni e più "; per ricordare e celebrare le nozze d";oro con l";Australia. Alle cene danzanti nelle lussuose sedi dell";Abruzzo Club o del Veneto Club, qualcuno arriva con foto sbiadite, biglietti di viaggio, passaporti sdruciti. Sono segni di attaccamento alla gioventù e piccole storie personali che non vogliono morire.
A caccia di fonti
La Società Storica Italiana è nata in tempo per salvare un enorme patrimonio culturale legato al fenomeno migratorio. Era il 1980 quando all";Assemblea generale del Co.As.It. (Comitato Assistenza Italiani) venne deciso di avviare una ricerca sulla documentazione dell";emigrazione italiana in Australia. Si scoprì che c";era pochissimo materiale a disposizione. Le uniche fonti d";informazione erano dei semplici elenchi presso gli uffici governativi: elenchi di passeggeri di navi, di prigionieri di guerra, ecc. Informazioni scarne e sommarie. C";era da fare un enorme lavoro di ricerca partendo dal basso, dai contatti diretti con la gente. Presidente del Co.As.It. era sir James Gobbo che, successivamente, sarebbe divenuto governatore generale dello Stato del Victoria. Fu lui a volere fortemente un ente che salvaguardasse dall";oblìo il contributo dato dagli italiani alla crescita sociale, culturale ed economica dell";Australia.
Così la Società iniziò il primo «programma orale di documentazione storica» con i nostri connazionali che erano giunti in Australia tra le due guerre mondiali. I loro figli erano integrati nella società australiana al punto tale da dimenticare totalmente la loro identità italiana. Bisognava accelerare i tempi per ottenere testimonianze dirette da chi era venuto in Australia negli anni Venti, Trenta e Quaranta. Assieme alle interviste, vennero allo scoperto fotografie, documenti, oggetti che facevano parte di quei beni di famiglia dai quali non ci si poteva distaccare.
Iniziò così la ricerca e la raccolta della documentazione fotografica e scritta. Il prodotto finale fu la mostra «Italiani nel Victoria 1900-1945», allestita alla Biblioteca Statale del Victoria nel 1985 come parte delle celebrazioni del 150° anniversario della fondazione dello Stato. Fu l";inizio di una crescita d";interesse verso la Società . Seguirono altre mostre di rilievo come «Australia";s Italians 1788-1988» per il Bicentenario dell";Australia e «Ponte tra due mondi: ebrei e italiani a Carlton» al Melbourne Immigration Museum, nel 1998.
Sono state registrate 330 storie orali, raccolte e catalogate più di 12 mila fotografie, che si aggiungono ad una ricchissima collezione di documenti d";archivio, giornali e riviste su microfilm. Non mancano memorabilia: oggetti e articoli (strumenti musicali, abiti della dote, suppellettili, diari, ecc.) che sono stati donati al Museo dell";Immigrazione.
Le interviste ci regalano un quadro della vita paesana, degli usi e dei costumi dell";Italia all";inizio del secolo scorso, fatta di miseria e lotta. Molti emigranti giunti in Australia nel periodo tra il 1920 e il 1940 appartenevano a famiglie che gravitavano attorno all";emigrazione stagionale per sopravvivere. Erano sbarcati in Australia dopo esperienze amare in vari Paesi europei, e anche negli Stati Uniti e in Argentina. Sono interviste rilasciate in un italiano mescolato a dialetto e inglese, chiamato «italese» che è anche materia d";interesse per certi accademici e dialettologhi che le usano a scopi d";approfondimento del rapporto tra lingua e società .
Le 12 mila fotografie spaziano dai momenti di più alto significato personale e familiare "; come i ricordi di prime comunioni e matrimoni "; alla vita sociale nei Circoli italiani del primo dopoguerra: Viggiano Club, Circolo Italiano Cavour, Circolo Matteotti, Club Duca D";Abruzzi, Società di Mutuo Soccorso Isole Eolie. Le foto più suggestive riguardano le partenze e gli arrivi delle navi con commoventi scene di saluti e abbracci. Belle e drammatiche sono le foto dei lavoratori nelle piantagioni di canna da zucchero, quelle degli operai delle centrali idroelettriche, degli internati nel campo profughi di Bonegilla.
La Seconda Guerra mondiale
La «Borsari Collection» è un cospicuo contributo di materiale interessante. Nino Borsari era stato campione olimpionico di ciclismo, medaglia d";oro a Los Angeles nel 1932, e in più occasioni era venuto in Australia per gareggiare. Era a Melbourne quando scoppiò la Seconda Guerra mondiale e dovette rimare in città . Creò un Emporium in Lygon Street, a Carlton, che divenne il luogo d";incontro dei giovani emigrati per oltre un trentennio. Fondò la mitica squadra di calcio Juventus Soccer Club, e divenne agente impresario per decine di ciclisti, pugili, artisti, cantanti che vennero in Australia per ravvivare l";atmosfera della comunità italiana.
Altre donazioni d";immenso valore per la Società Storica Italiana sono venute dalle famiglie Candela, Del Monaco e Santospirito. Un centinaio di fotografie riguardano i famosi musicanti viggianesi. Altre sono legate all";opera di Lena Santospirito, una donna forte e generosa nata nella cittadina di Ballarat, nel 1895, da genitori eoliani. Durante la Seconda Guerra mondiale era a capo del Comitato di Beneficenza dell";Arcidiocesi di Melbourne, e in tale veste aiutò migliaia di famiglie italiane e raccolse generi alimentari e grano da inviare alla popolazione delle Isole Eolie.
La Società Storica ha potuto ottenere la documentazione degli archivi diplomatici del Consolato Italiano e la lista dei prigionieri civili. In Australia, allo scoppio della Seconda Guerra mondiale, oltre 4.700 nati in Italia vennero letteralmente strappati alle loro famiglie e rinchiusi in campi di concentramento.
La Società Storica Italiana è saldamente ancorata alla comunità . «È essenzialmente un";organizzazione comunitaria "; afferma Laura Mecca "; e da ciò le derivano forza e vitalità . Sono i connazionali a sostenerla con la loro continua collaborazione che si esprime nella donazione di materiale importante e anche nell";utilizzo della documentazione di cui dispone a scopo di ricerche, tesi universitarie, pubblicazioni, mostre, filmati, ecc.».
Laura Mecca è da vent";anni responsabile e coordinatrice dei progetti della Società Storica Italiana del Victoria. Per «meriti al servizio della comunità italiana» in un campo tanto delicato e prezioso, le è stata conferita l";onorificenza di Cavaliere della Repubblica Italiana e la Medaglia Ordine d";Australia.