Un Paese da salvare
Tra le montagne della Valtellina, a Teregua, piccola frazione di Valfurva (SO), sorge la chiesetta della Santissima Trinità, che conserva un importante ciclo di affreschi del Cinquecento e una pala d’altare lignea. Da decenni l’edificio, aggredito dall’umidità, era danneggiato. Nel 2004, in occasione della campagna del FAI (Fondo Ambiente Italiano) «I Luoghi del cuore», residenti e turisti hanno dato il loro voto per salvare la chiesetta, sollecitati da un valtellinese molto affezionato a questo sito, Elio Bertolina, che ha poi costituito un’associazione per elaborare un progetto di recupero e reperire i finanziamenti necessari.
Grazie ai contributi erogati dal FAI e da alcuni benefattori è stato avviato un lavoro di consolidamento dell’edificio e di restauro degli interni che è durato tre anni. Oggi la chiesetta, aperta al culto, è tornata alla sua bellezza antica. Ma torniamo a quarant’anni fa...
Una Fondazione per l’ambiente Nel 1975 Giulia Maria Mozzoni Crespi – insieme con Renato Bazzoni, Alberto Predieri e Franco Russoli – decide di fondare il FAI (Fondo Ambiente Italiano). Obiettivo di questa Fondazione nazionale senza scopo di lucro è promuovere opere di salvaguardia, cura e valorizzazione del nostro patrimonio storico, artistico e naturalistico che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità. L’intento è onorare l’articolo 9 della Costituzione, che recita: «La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione».
Nel corso degli anni, decine di beni – che il FAI ha ricevuto in dono da privati cittadini o in concessione dalle istituzioni – sono stati custoditi, spesso dopo essere stati strappati al degrado: palazzi, monumenti, boschi, ville, giardini, spiagge, monasteri, castelli. Per ciascuna di queste proprietà il FAI ha studiato un progetto di restauro e valorizzazione, reperendo nel contempo i fondi necessari: sino a oggi sono stati investiti nei progetti oltre 87 milioni di euro. Architetti, storici dell’arte, agronomi, artigiani, restauratori, paesaggisti e una moltitudine di volontari hanno partecipato a questa grande opera di tutela.
Attualmente trenta beni del FAI sono aperti al pubblico e cinque sono in restauro. La quotidiana gestione di questi beni coinvolge decine di persone che mettono a disposizione le loro competenze. Ad esempio, vi è chi si dedica a condurre le visite guidate e i laboratori didattici per i bambini e le scolaresche, chi cura i parchi e i giardini, chi si occupa degli oltre 25 mila libri, 15 mila arredi e oggetti d’arte e 14 mila metri quadrati di superfici decorate e affrescate che arricchiscono questi beni.
L’iniziativa del FAI – denominata «I Luoghi del cuore» –che ha consentito di restaurare la chiesetta della Santissina Trinità a Teregua citata all’inizio di queste pagine è cominciata nel 2003. Si tratta di un grande censimento nazionale con il quale si domanda agli italiani di segnalare, attraverso un voto, un bene naturalistico, storico o artistico al quale si è particolarmente legati affettivamente e che si vorrebbe salvare dal degrado o vedere valorizzato. Il censimento ha cadenza biennale e un tema particolare per ogni edizione: nel 2006, ad esempio, da segnalare erano i «Luoghi di natura». Nel 2012, poi, si è voluto dare carattere internazionale all’iniziativa domandando al mondo un gesto d’affetto per l’Italia: sono giunte segnalazioni da centocinquantadue Paesi.
Dopo la prima edizione, la partecipazione degli italiani è andata costantemente aumentando. In dieci anni sono state raccolte oltre 1 milione e 800 mila segnalazioni di 31 mila «Luoghi del cuore», nella maggior parte dei casi siti poco noti o estranei ai circuiti turistici più frequentati. I più votati sono stati i beni naturalistici (in particolare montagne, aree naturali e marine), seguiti dai luoghi sacri (chiese, abbazie, conventi e santuari), dai beni architettonici (edifici civili, castelli, ville e palazzi storici) e da quelli archeologici.
Grazie alla collaborazione con Intesa Sanpaolo, il FAI eroga finanziamenti a sostegno dei luoghi che hanno ottenuto il maggior numero di segnalazioni. Nel censimento del 2012, ad esempio, i due luoghi più votati hanno beneficiato di un contributo di 50 mila euro, mentre per quelli che hanno ottenuto almeno mille segnalazioni sono stati messi a disposizione sino a 30 mila euro. Sono state stabilite due condizioni: il finanziamento è concesso se viene presentato un qualificato progetto sia di restauro-salvaguardia sia di valorizzazione, studiando per il bene una precisa destinazione d’uso. La seconda condizione è che siano reperiti finanziamenti erogati anche da altri soggetti: ad esempio camere di commercio, enti pubblici, gruppi di industriali. Oltre a elargire fondi, il FAI s’impegna a sbloccare impasse burocratiche e a favorire il dialogo tra e con le istituzioni.
Come spiega Federica Armiraglio, responsabile del progetto, «l’obiettivo del censimento è quello di essere una miccia: vogliamo innescare un processo virtuoso che coinvolga l’intero territorio con i suoi cittadini, associazioni, istituzioni pubbliche e private. In questo senso il caso della chiesetta di Teregua è esemplare. Il nostro obiettivo è sollecitare il senso di responsabilità di ciascuno e mostrare che, unendo le forze, lavorando tutti insieme, è possibile far tornare a vivere questi beni. Partecipazione delle comunità e senso di responsabilità garantiscono che i luoghi, una volta restaurati e riaperti, non ricadano nel giro di alcuni anni nelle stesse condizioni di abbandono o degrado in cui versavano prima».
Non solo chiese Sino a oggi gli interventi hanno riguardato quarantacinque Luoghi del cuore in quindici regioni: per alcuni l’iter di recupero è giunto alla conclusione, per altri è in corso di svolgimento. Ciò è stato possibile anzitutto perché il progetto ha appassionato moltissimi italiani che non solo hanno espresso il loro voto, ma hanno anche costituito comitati ad hoc allo scopo di raccogliere segnalazioni ed elaborare progetti di restauro.
Un caso significativo è quello della chiesa di San Nicola, a San Paolo di Civitate, un centro di circa 6 mila abitanti in provincia di Foggia. L’edificio era molto danneggiato: grazie a un comitato locale, che nell’attività di sensibilizzazione ha coinvolto anche molti istituti scolastici della provincia e l’Associazione dei pugliesi all’estero, nel censimento del 2012 sono state raccolte oltre 53 mila segnalazioni.
Il comitato ha realizzato pro bono il progetto di restauro, il FAI ha stanziato 50 mila euro, il Comune ha deciso di destinare al recupero i fondi derivanti dal 5 per mille, e la Giunta regionale, alcuni mesi fa, ha approvato un finanziamento di 600 mila euro proprio in virtù della grande mobilitazione popolare a favore di questo bene. Presto inizieranno i lavori di restauro.
Un altro caso interessante è quello del mulino di Bàresi, piccola frazione di Roncobello (BG), giunto al secondo posto nel censimento del 2003. Per secoli il mulino, che ospitava anche un torchio per la produzione di olio di noci, era stato un punto di riferimento per gli abitanti dell’intera zona: apparteneva alla stessa famiglia, i Gervasoni, dalla fine del XVI secolo, ma venne chiuso nel 1996 dopo la scomparsa di Maurizio Gervasoni. La comunità, temendo che questo bene ormai inutilizzato si degradasse, lo ha segnalato con un cospicuo numero di voti al FAI. In questa occasione la Fondazione non si è limitata a erogare il finanziamento, ma ha deciso di acquisire il mulino come proprio bene, lo ha restaurato e quindi affidato in gestione all’associazione di volontariato che fa capo a Giovanna Locatelli Gervasoni, moglie di Maurizio.
I molti voti raccolti nei censimenti del 2008 e del 2010 hanno dato avvio agli interventi sulla vetta Sighignola, sopra Lanzo d’Intelvi (CO), al confine con la Svizzera. Nota come «balcone d’Italia», è un belvedere naturale frequentato dai turisti sin dagli inizi del Novecento. Da quasi quarant’anni la vetta era deturpata dagli imponenti resti della stazione di arrivo della funivia mai terminata Campione-Sighignola.
Il FAI, in collaborazione con Legambiente, ha promosso un tavolo tecnico tra la Regione, il Canton Ticino e i tre Comuni interessati. Si è così giunti all’abbattimento dei resti della funivia e sono stati progettati interventi di riqualificazione.
A Lucca, intanto, sono giunti al termine i lavori nella settecentesca chiesa di Santa Caterina: molto deteriorata, era chiusa da quasi quarant’anni. I volontari della locale Delegazione del FAI hanno coinvolto la cittadinanza e, dopo il terzo posto ottenuto nel censimento del 2010, la Sovrintendenza ha deciso di chiedere al ministero per i Beni e le attività culturali un finanziamento di 800 mila euro, con cui è stato possibile provvedere all’opera di recupero; con il proprio finanziamento il FAI ha provveduto invece al restauro dell’organo. Oggi la chiesa è periodicamente aperta alle visite grazie ai volontari della delegazione FAI della città.
Queste storie raccontano la passione e l’impegno operoso di tanti italiani a favore di luoghi ritenuti importanti per le loro comunità e le future generazioni. Passione e impegno inducono a riflettere su quel vasto mondo di affetti e legami buoni che ci rendono «umani»: legami con il Signore, legami di prossimità tra noi, legami con un creato irrevocabilmente affidato alla nostra signoria e cura da un Dio che accompagna e precede.
Sono gli affetti e i legami buoni, che ci hanno nutrito e che ci tengono in vita, quelli che rammendano il mondo, lo migliorano e lo abbelliscono per tutti, e resistono tenacemente alla pressione di una cultura che incoraggia la diffidenza reciproca e l’indipendenza da ogni vincolo in nome di una malintesa libertà. Una cultura anaffettiva e utilitaristica, dominata dalle leggi del mercato e del consumo, che svilisce e mortifica le nostre parti spirituali migliori, ignora la felicità della donazione ed è al lavoro per neutralizzare una verità profonda dell’umano: noi tutti nasciamo «in debito» con altri e siamo destinati a vivere «in favore» di altri. Nella grammatica esistenziale della contemporaneità ammalata di narcisismo (cercare sé e costruirsi da sé senza debiti con alcuno, godendo solo di sé), «chi sono io?» è indicata come la domanda fondamentale. Decisiva per la vita è invece un’altra domanda: «Per chi sono io?».
ZOOMAmici del FAI
Nel 2007 è nata l’Associazione Amici del FAI Restauro Monumenti e Paesaggio onlus, un’organizzazione di volontariato che opera a sostegno del Fondo Ambiente Italiano per salvaguardare i beni minori di proprietà della Fondazione e per diffondere la conoscenza del patrimonio storico, artistico e culturale italiano.Tra le molte attività promosse dall’Associazione Amici del FAI vi è il progetto «Arte, un Ponte tra Culture», che comprende una serie di iniziative destinate ai cittadini di origine straniera: sono proposti corsi di formazione sulla storia e l’arte italiana che preparano a diventare «mediatori artistico-culturali». Periodicamente, inoltre, vengono organizzate visite guidate a importanti beni storici e artistici italiani, tenute in diverse lingue. Anche durante le «Giornate di Primavera» (21 e 22 marzo), quando il FAI apre al pubblico moltissimi beni di particolare rilevanza storico-artistica, sono previste visite guidate, sempre tenute in diverse lingue, offerte da volontari di origine straniera.
IN GITA COL FAISpunti di viaggio tra ville, boschi e baie
Durante l’anno è possibile visitare molti beni del FAI, scoprire la loro storia, l’eredità che lasciano, le memorie che custodiscono. Ecco tre esempi.
L’elegante complesso di Villa del Balbianello sorge a Tremezzina, sulla sponda occidentale del lago di Como. Fu lasciata al FAI nel 1988 dall’imprenditore Guido Monzino, noto per le sue imprese alpinistiche e di esplorazione. La Villa, circondata da un grande giardino a terrazze, fu edificata alla fine del Settecento sui resti di un convento francescano del XIII secolo, del quale oggi resta la facciata dell’antica chiesa. L’interno della dimora si presenta nella veste conferitagli dal proprietario, che la impreziosì con arazzi, tappeti orientali, importanti mobili del ‘700 -‘800 inglese e francese e una collezione d’arte cinese, africana e precolombiana. Oltre a un’importante biblioteca, vi è un museo che riunisce documenti e cimeli delle spedizioni di Monzino. Nella Villa il FAI organizza visite guidate, mostre, manifestazioni anche per bambini; nei suoi dintorni ha predisposto un itinerario da percorrere con biciclette elettriche.
Il Bosco di san Francesco, ad Assisi, si estende per 64 ettari: il FAI lo ha ricevuto in dono nel 2008 e, dopo un lungo e paziente lavoro di restauro che ha interessato i sentieri – con interventi selvicolturali – e gli edifici antichi, lo ha aperto al pubblico nel 2011. Il percorso parte dalla Basilica di San Francesco: un sentiero si snoda attraverso terreni boschivi, campi coltivati, radure e oliveti; si giunge quindi a fondovalle, dove è stato restaurato un antico complesso benedettino comprendente un mulino, l’ospedale del Ponte dei Galli – che offriva assistenza a malati e pellegrini e del quale sopravvivono alcuni resti –, la canonica e la piccola chiesa di Santa Croce, che custodisce un affresco della metà del Seicento.
Nel bosco, dove sorge anche una torre trecentesca sottoposta a recente restauro, sono organizzate visite guidate e diverse attività che comprendono anche letture e giochi didattici per i bambini.
La Baia di Ieranto, a Massa Lubrense, in provincia di Napoli, secondo lo scrittore latino Plinio il Vecchio (I sec. d.C.) era la probabile dimora delle sirene che qui avrebbero incontrato Ulisse nel suo viaggio verso Itaca. La baia si estende per 49 ettari nell’entroterra e copre cinque chilometri di costa punteggiata da calette, grotte e spiagge. L’intera area apparteneva all’azienda siderurgica Italsider che dal 1945 vi svolgeva attività estrattiva: nel 1986 fu donata al FAI affinché venisse bonificata e sottratta ai pericoli della speculazione edilizia.
La riqualificazione ambientale, con il recupero degli uliveti e la messa a dimora di centinaia di piante autoctone, e il recupero degli edifici rurali e industriali, ha riportato in vita un’area abitata sin dal I secolo a.C. Il FAI ha realizzato alcuni percorsi tematici che permettono ai visitatori di scoprire le particolarità dei diversi ambienti naturali. LIBRIDieci anni sulla carta
Per celebrare il decennale (2003-2013) del progetto «I Luoghi del cuore», il FAI ha realizzato due volumi: il primo è un libro fotografico edito da Rizzoli, I Luoghi del cuore. L’Italia scelta dagli italiani, che illustra con trecento immagini, realizzate nel corso di una campagna fotografica ad hoc, i centotrentanove luoghi più votati nel corso dei censimenti. Pubblicato da Il Mulino, il secondo testo – intitolato I Luoghi del cuore. 10 anni del censimento nazionale dei luoghi da non dimenticare – presenta alcuni casi emblematici e propone un’analisi dettagliata e ragionata dell’enorme patrimonio di dati e informazioni emersi. Obiettivo del libro è offrire alle istituzioni uno strumento utile per programmare i possibili interventi. Nell’ambito della riflessione teologica si segnala poi l’interessante volume di don Giovanni Cesare Pagazzi Fatte a mano. L’affetto di Cristo per le cose (edito da EDB) che, muovendo dalla sacra Scrittura, indaga un aspetto spesso dimenticato della fede cristiana: il rapporto vitale di Dio con tutte le cose.