Un tripudio di italianità

Da 35 anni è uno degli eventi più attesi dalla comunità italiana, e non solo. Arrivano in migliaia, grandi e piccini, per partecipare al carnevale che, per l'edizione 2011, ha valorizzato i giovani, dedicando loro spazi e iniziative.
17 Febbraio 2011 | di

Da trentacinque anni è una festa che allieta grandi e piccoli nel magnifico scenario dello Showground, il raffinato quartiere fieristico della città. Si tratta del carnevale di Adelaide (11-12 febbario), da sempre una delle manifestazioni più attese e non solo dagli italiani.
Per l’edizione 2011 il programma è stato ricco e articolato. Tante, infatti, le proposte messe a punto per soddisfare le esigenze di tutti.
Per rendersene conto bastava solo percorrere gli stand allestiti all’esterno. Era sufficiente soffermarsi, anche solo per pochi attimi, in mezzo a bancarelle colme di prodotti tipici per respirare come non mai l’atmosfera della piazza italiana, in un tripudio di profumi, colori e, naturalmente, di buon cibo.
Ad allestire gli stand, i volontari delle varie associazioni che rappresentano la vera forza di una festa in grado di coinvolgere, ogni anno, la comunità italiana, contribuendo a rinsaldare quei  valori che essa continua a esprimere e a rappresentare.
Un successo di pubblico e di partecipazione che ha delle ragioni ben precise come spiega Biagio Fantasia, presidente del Comitato italiano di coordinamento (Cic), responsabile del carnevale. «Abbiamo resistito alla tentazione di fare del carnevale una festa esclusivamente commerciale. Questo avrebbe tolto all’evento la valenza principale che si basa, invece, sul contributo delle varie associazioni di volontariato che partecipano preparando cibi caratteristici, balletti folkloristici, costumi tradizionali. Una volta pagate le spese, l’intero profitto va a beneficio della comunità stessa. Il Comitato italiano di coordinamento svolge durante tutto l’anno una serie di attività che vanno incontro alle differenti esigenze della comunità italiana del Sud Australia e, in particolare, a quelle degli anziani».
Il carnevale si pone, di fatto, come un punto di riferimento in cui gli anziani italiani si riconoscono e si incontrano nel rispetto delle varie culture regionali. Gli anziani, ma non solo, si sentono poi partecipi di una manifestazione di notevoli dimensioni che attira ogni anno almeno ventimila visitatori.
Uno spirito di appartenenza che coinvolge, già da qualche edizione, anche i più giovani che partecipano con un proprio programma e un palco allestito solo per loro. «Tale presenza – prosegue Fantasia – ci ha dato la netta impressione che i giovani siano portatori dell’ esperienza dei loro padri e dei loro nonni, rispettando appieno la cultura originaria. Con un tocco in più: quello di saperla reinventare in modo del tutto nuovo attraverso una nuova cultura che, per loro, è ormai quella italo-australiana».
Non mancano gli spazi e le attività per i più piccini che studiano l’italiano. Attraverso l’aspetto ludico del carnevale essi colgono i colori, l’atmosfera e l’intensità gioiosa di una festa dei loro avi. I bambini sono i protagonisti di un programma di laboratori, finalizzati a stimolare la creatività. Per loro, a carnevale concluso, questa rimarrà un’esperienza unica.
L’altro gruppo, altrettanto numeroso e attivo, è quello del pubblico di origine non italiana. «Durante la festa – racconta Fantasia – ho sempre avuto la straordinaria occasione di incontrare decine di miei studenti che, mischiandosi alla folla, partecipano attivamente, inebriandosi di atmosfera italiana e assorbendone i sapori, buon vino incluso».
Sono proprio gli italiani all’estero i fedelissimi della cultura che difendono a spada tratta il nostro Paese soprattutto quando sembra ci siano solo ragioni di critica. E per coloro che vorrebbero fare di questo carnevale una festa mondana fatta solo di spettacolo, cibi e bevande, va subito sgombrato il campo. Il clou della manifestazione è un evento religioso. La giornata di domenica 12 febbraio si è aperta con la santa messa, quest’anno concelebrata in italiano dal sacerdote scalabriniano padre Emilio Vaccaro e da padre Dean Marin, figlio di genitori trevisani, in rappresentanza del vescovo di Adelaide.
La celebrazione è stata accompagnata dal coro diretto dal maestro Guido Coppola composto da cinque differenti gruppi corali: i Monteverdi Singers, la Corale Italiana, il Coro delle Rondinelle, quindi i cori delle parrocchie di San Francis e Mater Christi, in tutto più di 70 coristi.
Alla santa messa ha partecipato come sempre una folla numerosa, che in alcuni anni ha raggiunto anche le  cinquemila persone. Il rito si è svolto all’interno del padiglione principale dello Showground, sito tradizionale delle varie manifestazioni fieristiche di Adelaide.
Anni fa, questa messa era allestita sotto un tendone sempre insufficiente a contenere la folla, tanto che molti erano costretti a restar fuori. Adesso, la celebrazione avviene al coperto e col beneficio dei condizionatori d’aria. Un evento da non perdere anche perché scandisce, per molti, l’arrivo della quaresima e, con essa, del tempo del digiuno e della preghiera.

Carnevale edizione 2011
Musica, balletti e valzer di sapori 

Per chi volesse saperne qualcosa di più sul carnevale, ma non solo, vanno segnalate alcune ricerche condotte da tre eminenti professori: Desmond O’Connor, della facoltà di Italiano della Flinders University, in cui viene descritta l’esperienza emigratoria degli italiani in Sud Australia; quella del professor Marcello Costa della Facoltà di Neurofisiologia della Flinders e, infine, lo studio dell’enologo Matteo Marangon, ricercatore dell’ AWRI (Australian Wine Research Institute), sulla differenza tra vini australiani e italiani, dalle varietà alle tecniche di produzione.
Per l’edizione 2011 (11 e 12 febbraio), Eugene Ragghianti, il nuovo manager del carnevale di origine lucchese, grande appassionato d’opera, ha messo a punto un programma che ha contribuito al successo della manifestazione.
A cominciare dai due palchi allestiti per lo spettacolo. Il primo, il «Carnevale Stage», dove si sono esibiti i gruppi folkloristici come quello degli Olimpic Dance Group, che fanno parte di un festival greco molto importante il Glendi, simile al Carnevale, ma che di recente è stato costretto a cessare le attività. Presenti, poi, il fisarmonicista marchigiano Giuliano Cameli, vincitore di un concorso mondiale di fisarmonica; la giovanissima, ma già affermata, cantante Rachel Bartholomew, reduce da recenti successi alla televisione italiana; il grande tenore Alfredo Malabello di Perth che, a 50 anni, è riuscito a raggiungere la fama con un CD di successo.
Il secondo palco è stato riservato ai giovani, e in esso si sono esibiti i complessi giovanili o si sono fatte le gare come quella che ha visto i ragazzi ingozzarsi di pasta o pigiare uva con i piedi. La domenica pomeriggio è stata dedicata ai discorsi ufficiali delle autorità, in testa il premier del Sud Australia Mike Rann che, avendo la moglie di origine italiana, non ha disdegnato di pronunciare qualche frase nella nostra lingua.
Tra uno stand e l’altro la gente ha degustato la trippa o le zeppole del Calabria Club, o ancora i mostazzoli della società di Sant’Ilarione; quindi, ha fatto la fila per la pizza al Molinara Club o per gli gnocchi all’Arena Community Club. Molte le novità gastronomiche, come gli spiedini di pollo dell’Anfe o gli spiedini di gamberi del Lions Italian Club di Adelaide. Senza contare il Rotary Club di Campbelltown che propone da anni, con successo, una porchetta che non ha nulla da invidiare a quella di Ariccia. Infine, davvero speciali gli arancini dell’Italian Benevolent Society.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017