Un uomo, cento pressioni

07 Aprile 1999 | di

La pressione cambia in ogni istante della giornata. Se volete sapere se è nella norma, misuratela spesso, ovunque e con chiunque. Se necessario curatela ma, per carità , senza allarmismi.

 Incontrare un medico che dice: «Prendetevi pure la pressione da soli, fatevela prendere dagli amici, in farmacia, in piedi, seduti, prima di mangiare, dopo mangiato, sulla spiaggia», può sembrare abbastanza inconsueto. Se poi il medico che lo consiglia è Gianfranco Turchetti, il responsabile del Centro ipertensione del policlinico Umberto I di Roma, con settemila pazienti curati personalmente, la meraviglia aumenta.
Ma come, la misurazione della pressione non è così delicata, che ha bisogno di uno specialista per una attenta lettura? Certo. Ma Turchetti fa un esempio del genere proprio per far capire che la pressione, in realtà  è una e centomila, cioè non è sempre la stessa in ogni ora della giornata.
«Sapere se si ha la pressione normale, troppo alta o troppo bassa con una sola misurazione è come giudicare tutto un film guardando un solo fotogramma», dice Turchetti.
Attenzione, però, «Misurarsi da soli la pressione o farsela misurare in diverse circostanze è utile, ma non deve spingere a farsi una diagnosi da sé» precisa Turchetti, «Queste misure ripetute debbono casomai servire a conoscere meglio la propria situazione e a familiarizzarsi con questo parametro dell'organismo. Solo il medico o lo specialista debbono formulare una diagnosi di ipertensione, cioè di pressione che supera i livelli considerati normali. Diagnosi che viene fatta nel tempo, quando si ha il quadro della situazione complessiva».
L'ipertensione. Un disturbo senza causa precisa, che non ha un confine netto con la pressione cosiddetta «normale», ma che, alla lunga, può portare una serie di danni anche gravi per l'organismo, primo fra tutti le malattie cardiovascolari, gli infarti cardiaci o cerebrali.
La pressione dovrebbe essere tenuta sotto controllo a tutte le età , particolarmente in quella più avanzata, quando, a causa dell'irrigidimento delle arterie, il disturbo può amplificarsi. «Ipertesi si può nascere, se in famiglia si ha la tendenza ad avere la pressione alta» dice Turchetti, «Ma lo si può anche diventare, con abitudini di vita che contribuiscono ad aumentare la pressione, come, ad esempio, l'eccesso di peso, un'alimentazione con molto sale aggiunto ai cibi, la vita sedentaria. Al contrario, mantenendo il peso nella norma, mangiando cibi poco salati, facendo molto movimento si aiuta l'organismo a difendersi dalla pressione alta». E il fumo? «Non esiste un rapporto diretto tra ipertensione e fumo» sottolinea Turchetti, «Tuttavia, poiché il fumo è uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, sarebbe necessario abolirlo».
L'ipertensione, abbiamo visto, è un disturbo che si aggrava negli anziani. «Anche in questo caso, però» dice Turchetti, «occorre fare una distinzione. Bisogna separare il caso del giovane già  iperteso che diventa anziano, da quello della persona che scopre di essere ipertesa diventando anziana. Nel primo caso bisogna solo continuare a seguire le terapie farmacologiche, che purtroppo durano a vita ma che nello stesso tempo consentono di condurre un'esistenza del tutto normale. Nel secondo caso è inutile aggredire l'ipertensione se è soltanto dovuta all'età . Poiché questa deriva da un irrigidimento delle arterie, cioè una condizione dell'organismo che non si può modificare. Bisogna invece evitare che la situazione peggiori, facendosi consigliare dal medico sullo stile di vita da adottare, e, nei casi più seri, seguire eventuali terapie farmacologiche».
«C'è infine un terzo tipo di ipertensione, che insorge dopo gli 80 anni. In questo caso» spiega Turchetti, «l'ipertensione non deve essere trattata farmacologicamente, ma solo controllata con un adeguato stile di vita. Le ricerche cliniche più recenti, hanno dimostrato infatti che in queste persone una terapia farmacologica è addirittura controproducente».
In tutti gli altri casi l'ipertensione può essere combattuta con successo. «Oggi - dice Turchetti - è possibile adattare la terapia al singolo individuo, senza fargli perdere la gioia di vivere. Basta non cadere in due atteggiamenti sbagliati che spesso si verificano: alcune persone sottovalutano il problema, mentre altre cadono nello smarrimento quando scoprono di avere valori di pressione più alti del normale. Tranne che nei casi più gravi, non bisogna preoccuparsi dell'ipertensione, ma occuparsene, con serenità  e fiducia».

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017