Un vecchio dal cuore giovane
Si resta stupiti del successo televisivo di una recente fiction televisiva su papa Giovanni. Si è spento il 3 giugno del 1963, un tempo lontano. Ma la sua figura è ancora una realtà attrattiva, al di là degli anni passati. Il ricordo di papa Giovanni, infatti, non sembra tramontare come è nella legge della storia. Era già vecchio, in un certo senso, nell`Italia degli anni `60 dove il futuro sembrava segnato da un modernità vincente. Del resto, Angelo Giuseppe Roncalli non ha mai preteso di presentarsi come un uomo d`avanguardia. È stato sempre un uomo della tradizione. Non è stato, però, uomo nostalgico del passato. Viveva una profonda fedeltà alla tradizione, ma si è fatto contemporaneo della gente. Ne ha compreso le ansie, le attese, le gioie e i dolori. Quando Roncalli diventa vescovo di Roma, nel 1958, una nuova visione più serena sembra maturare nella Chiesa, nel governo della Curia, nei rapporti con gli Stati, nelle relazioni con le altre Chiese cristiane. Una nuova visione anche di Roma, una città che Pio XII vedeva in maniera preoccupata, specie negli ultimi anni di pontificato, quasi una realtà dove le forze della secolarizzazione stavano affermandosi pericolosamente. A Roma, così come nella Chiesa, il Papa non vede solo problemi: Si sarebbe indotti a prima vista ` dice nel popolare quartiere di San Basilio ` a soffermarci in amare riflessioni sulla vita moderna, che tende quasi a schiacciare, distruggere tanti valori dell`anima. È vero: c`è del male nel mondo; c`è fiacchezza in molti e abbondano le tentazioni per distrarre e allontanare dalle virtù. Nondimeno, grazie al Signore, molte sono ancora le anime rette, zelanti, generose. Annullate le distanze L`esperienza dell`incontro coi romani sembra annullare la distanza fra il papato e la Roma contemporanea. La gente amava papa Giovanni. Ha scritto Giancarlo Zizola: Malgrado l`assoluta mancanza di pubblicità , la gente accorreva. La spontaneità dell`afflusso la portava persino a inseguire il corteo papale, a bloccarlo per strada, a sconvolgere le muraglie erette dai tutori del protocollo. Questa simpatia popolare verso di lui è un segno importante per il Papa, che racconta in udienza: Accade qualcosa di meraviglioso e commovente. Appena si viene a sapere che il Papa sta per passare o giungerà in una determinata zona, è un accorrere di fedeli entusiasti, è un tripudio di volti, cuori, acclamazioni.... Giovanni XXIII dice di avere un unico intento: quello costante di proseguire, con ogni mezzo possibile, nell`annuncio della verità , degli esempi, della parola del Vangelo di Nostro Signore. Uomo della tradizione, papa Giovanni è soprattutto uomo del Vangelo: al di sopra di tutte le opinioni e i partiti che si agitano e travagliano la società e l`umanità intera, è il Vangelo che si leva. Il Papa lo legge e coi vescovi lo commenta (...). Di fatto questo è quello che gli uomini assennati attendono dalla Chiesa, e non altro. La centralità del Vangelo La scelta per la centralità del Vangelo costituisce l`orientamento spirituale dell`uomo e ne informa le scelte concrete di governo. Non è solo il concilio Vaticano II che ci fa tornare alla figura di Giovanni XXIII. Indubbiamente, c`è un grande debito per la profonda intuizione di questo Papa e per l`impostazione che ha dato ai lavori conciliari: se il cattolicesimo si è aperto all`incontro con il mondo contemporaneo, ciò si deve al Concilio e a papa Giovanni. È il volto nuovo di una Chiesa che ha saputo creare un rapporto di simpatia e di dialogo con tutti. Tanto del pontificato di Giovanni Paolo II non sarebbe stato possibile senza i piccoli e semplici passi di Giovanni XXIII. In condizioni storiche diverse, in presenza di carattere e cultura molto differenti, la tradizione roncalliana ha segnato il pontificato di Giovanni Paolo II. Gran parte dell`eredità di papa Giovanni è nella sua sapientia cordis, quella sapienza del cuore di un uomo profondamente radicato nelle parole del Vangelo. Qui è la radice della vera transizione da lui operata. Non quella provvisoria transizione di cui si parlava al momento della sua elezione, quasi il suo fosse un interludio fra due pontificati forti. Ma una transizione vera, reale, fatta di recupero della tradizione. Una transizione che ha permesso alla Chiesa di passare al mondo contemporaneo, aprendosi con simpatia agli uomini e alle donne di oggi, fedele al Vangelo.