Una mano a chi fugge dal vuoto
Toronto
Fin dal 1983-84, padre Gianni Carparelli e le suore Passioniste di San Paolo della Croce del Canada, in particolare suor Valeriana, cominciarono a discutere della possibilità di organizzare insieme un programma per le ragazze che si rivolgevano a padre Gianni per chiedere aiuto per problemi di alcolismo, maternità non desiderate, prostituzione, droga, depressione, violenza domestica, ecc. Finché ci fu l'incontro con la madre generale, suor Maria José Murua. Così, nell'ambito del programma Caritas, destinato a uomini e ragazzi, fu fondata, nel 1997, la comunità Mater Dei per donne.
Padre Gianni suggerì che il programma fosse sviluppato dettagliatamente da suore e donne con esperienza, competenza specifica nel campo, ma soprattutto animate da uno spirito di servizio verso coloro che fanno fatica a vivere. Il disagio di tante persone nella società di oggi nasce dal senso di vuoto, spesso motivato dalla mancanza di un senso del divino che permei la vita personale e sociale di ogni individuo. Perciò l'intervento d'aiuto non si basa nella distribuzione di tranquillanti o antidepressivi per combattere droga, alcol, gioco d'azzardo, ecc., ma nel favorire la riscoperta del senso della vita. Il lavoro della Caritas e di Mater Dei punta a riportare a galla la spiritualità di ogni persona che esiste nella nostra coscienza ancor prima che ce ne rendiamo conto.
In occasione del terzo anniversario dalla fondazione, l'incontro annuale della Mater Dei è servito a presentare lo spirito di servizio tra i poveri delle società ricche. Ma non basta essere solo dei soccorritori nell'emergenza. Come dice padre Gianni Carparelli: «Occorre diventare sempre più una culla spirituale dove le persone sono introdotte a capire cosa significa vivere e avere responsabilità ». Alla manifestazione hanno partecipato, oltre a padre Carparelli, anche suor Christine Minicucci, responsabile di Mater Dei; Joyce Frustaglio consigliere regionale a Vaughan; monsignor Robert Clune, vescovo ausiliare emerito di Toronto e la poetessa Gianna Patriarca, oltre ad alcune giovani residenti presso il centro Mater Dei.
La testimonianza di Ana C'era una volta una ragazza che aveva tutte le cose che ogni ragazza possa desiderare: un sacco di amici, auto, denaro, gioielli, ecc. Ma non era felice. Ogni volta che si guardava allo specchio non vedeva denaro, gioielli, abiti alla moda o un bel viso. Vedeva il vuoto, e questo la faceva soffrire. Pensava: «Sono ricca, bella, seducente. Perché non dovrei essere felice? Forse non ho abbastanza. Forse voglio più denaro, vestiti, amici?». Così si diede da fare per avere tutto questo. Credeva che avrebbe funzionato, ma non fu così. Voleva vedere un altra persona allo specchio, voleva sentirsi importante, non voleva provare alcun disagio. |