UNA RAGAZZA D’OGGI

Era appena entrata nel monastero delle clarisse di Vicoforte (Mondovì) quando si accorse di avere un tumore al seno. Due anni dopo moriva, da poco conclusa la professione anticipata. Una vita semplice e straordinaria, aperta al mondo che aveva lasciato.
06 Marzo 1997 | di

Monica Benedetta: bel nome di una bellissima figura di ragazza cristiana dei nostri giorni, vissuta in Piemonte e morta monaca francescana appena sette anni fa. È frequente oggi, tra le bambine, il nome Monica. E anche tante «Benedette» allietano le nostre case. C'è poi la felice accoppiata dei due nomi voluta dalla nostra Monica Benedetta, che se fosse più conosciuta farebbe innamorare tanti di noi. Il nome Monica l'aveva avuto dai genitori e quello di Benedetta lo scelse al momento dei voti.

Io la amo, Monica Benedetta, pur non avendola mai incontrata, per tre aspetti della sua storia, che me la rendono sorella: la tenerezza della sua «morte sponsale», cioè da sposa di Cristo, quasi da fidanzata, che la raggiunse nell'età  dell'amore, a 24 anni, provocata da tumore al seno; la passione con cui leggeva il libro dell'Apocalisse, negli ultimi giorni della sua vita veloce, e in particolare i capitoli delle «nozze dell'Agnello» e della «Gerusalemme celeste», dove non ci sono più il lutto e la morte; l'originale invenzione di una sua preghiera «monastica» per i ragazzi che muoiono sulle strade il sabato notte.

Partiamo da questa preghiera, perché essa ci dice che abbiamo a che fare con una ragazza dei nostri giorni difficili e non con una leggenda medievale. Ecco dunque che due mesi prima di morire, già  gravissima, Monica riceve la visita - in monastero - di un gruppo di giovani della sua parrocchia, e parlano dei ragazzi che muoiono il sabato notte, in incidenti di strada, all'uscita dalle discoteche. Monica dice così: «Quando si hanno vent'anni nessuno pensa a morire, nessuno è preparato alla morte! Allora il nostro dovere è anche quello di farci carico di tutti quei giovani che si trovano improvvisamente faccia a faccia con la morte, dopo magari un'intera notte passata in discoteca...! Ecco, il nostro pregare nel cuore della notte - soprattutto il sabato notte - vuole essere anche questo: rivolgere un pensiero al Signore, anche per tutti quei giovani che non ci pensano».

Chi oggi va in monastero si porta dentro tutto il mondo da cui viene. Anche la discoteca e i coetanei che vanno in discoteca. È questo l'insegnamento che ci viene dalla preghiera di questa ragazza straordinaria: chi oggi sceglie la vita contemplativa non fugge dal mondo, ma lo porta con sé. E se nel mondo ci sono fatti incredibili come le morti del sabato notte, c'è qualcuno - da qualche parte - che li tiene con sé nella preghiera.

La morte sponsale di Monica Benedetta Cima fu davvero mirabile! Essa è riassunta da queste battute del dialogo liturgico che si svolse tra lei e il vescovo nella cerimonia della professione monastica, anticipata perché - appunto - potesse svolgersi prima della morte:

Vescovo: Figlia carissima, che cosa chiedi a Dio e alla chiesa?

Monica Benedetta: Chiedo di essere ammessa anticipatamente alla professione religiosa.

Vescovo (consegnandole il velo e l'anello): Sposa dell'eterno re, ricevi l'anello nuziale e custodisci integra la fedeltà  al tuo sposo, perché egli ti accolga nella gioia delle nozze eterne.

Lo stesso giorno della professione manda alle giovani consorelle - tramite la superiora - questo «ricordo», nello spirito nuziale della cerimonia appena compiuta: «Di' loro, madre, che è bello cercare sempre e solo il Signore: è il segreto della felicità  e della libertà  vera».

Parla del suo sposo come una ragazza innamorata, e non vuole perdere tempo a pregare per la guarigione: «Il fatto è che io non gli chiedo di esaudirmi... Mi sembra di avere già  tutte le gioie di questo mondo». Racconta a tutti della «luce» che gli viene «dall'essermi donata al Signore».

Le consorelle insistono perché chieda la guarigione, ma lei non fa questa preghiera e spiega che si sente fortunata pur nella malattia: «Soprattutto se confronto la mia vita con la disperazione di tante persone che vivono immerse nella nullità  delle cose di questo mondo e non conoscono l'unico tesoro vero; persone che soffrono nella solitudine più totale e non hanno ricevuto il conforto grande che ho io della fraternità  e di tante persone che mi vogliono bene e che pregano per me».

Infine, la lettura dell'Apocalisse. Monica Benedetta aveva maturato «una certa simpatia» per l'ultimo libro della Bibbia: ce lo attesta il vescovo Masseroni, che appunto in quella primavera del 1990 stava guidando le clarisse di Vicoforte in quella lettura biblica. «Quando verrà  a finire l'Apocalisse?», gli chiese Monica Benedetta nell'ultimo incontro. E il vescovo - che stava partendo per un'assemblea della Cei [Conferenza episcopale italiana, ndr] - rispose: «Di ritorno da Roma». Ma quando tornò, Monica non c'era più. Nella sua Bibbia, in fondo all'Apocalisse, aveva scritto: «L'ultimo capitolo appartiene al Signore».

L'ultimo capitolo: quelle pagine dell'Apocalisse che parlano delle nozze dell'Agnello e della sconfitta della morte. Quelle pagine Monica Benedetta le legge da sola, guidata dal Signore, cui si era donata.

 

VENTIQUATTRO INTENSI ANNI

 

Monica Benedetta Cima, clarissa del monastero di Vicoforte (Mondovì), muore a 24 anni, di tumore al seno, il 22 maggio del 1990, dieci giorni dopo aver fatto la professione monastica. La sua avventura cristiana è raccontata con amore di padre dal vescovo Enrico Masseroni, nel volume Il maestro è qui e ti chiama. Testimonianza di suor Monica Benedetta Cima clarissa (Cooperativa editrice monregalese, Mondovì 1991, pp. 130). Masseroni conobbe Monica Benedetta, l'accompagnò nella malattia e l'ammise anticipatamente alla professione monastica «in articulo mortis» (nell'imminenza della morte).

Monica veste l'abito delle clarisse nel novembre del 1988, e subito scopre il tumore, a cui resiste, con incredibile serenità , per un anno e mezzo, solo turbata dal timore di non fare in tempo a compiere la professione religiosa, perché vuole morire «sposa» di Cristo.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017