Una ricerca sui veneti d’Australia

Il contesto multiculturale in cui vivono, offre a loro e ai giovani discendenti un aiuto concreto per una serena e proficua integrazione nella società d’adozione.
20 Ottobre 2005 | di

Ho curato questa ricerca sui Veneti d";Australia , consapevole di trovarmi di fronte ad un fenomeno migratorio totalmente diverso da quello che si è attuato in altri continenti. Nella mia esperienza di visite e contatti con le comunità  italiane, ho constatato la specificità  di questo continente, agli antipodi dell";Italia, con modelli di vita: lingua, cultura e tradizioni, totalmente differenti da quelli italiani, e che hanno reso l";inserimento dei nostri corregionali non privo di difficoltà .
Anche se il flusso migratorio dei veneti verso il Nuovissimo Continente non è paragonabile a quello verso le Americhe, il Veneto ha avuto e continua ad avere un profondo legame con l";Australia. Dopo l";insediamento dei primi veneti a Lismore, nel New South Wales, imbarcati nel 1880 al seguito del marchese De Rays, ne continuarono ad arrivare tanti altri, soprattutto negli anni Cinquanta-Settanta. La loro presenza ha lasciato dei segni e continua ad essere una delle maggiori componenti del mondo italiano in Australia. Se il nostro idioma negli Stati del Victoria, del South Australia e del Western Australia dal censimento del 1996 risulta come la lingua diversa dell";inglese più parlata a casa (375.843 persone); se negli scorsi anni in Australia sono stati oltre 200 mila gli studenti d";italiano; se i nostri connazionali sono annoverati tra i maggiori imprenditori, e l";Italia, per volume di interscambi commerciali con l";Australia, è al terzo posto tra i Paesi dell";Unione Europea, tutto questo è dovuto all";operatività  anche di tanti veneti, pionieri e protagonisti dell";italianità . Dal censimento del 1996, emerge che in Australia c";erano 280.154 persone nate in Italia e, tra queste, si stima che 33.040 siano nate nel Veneto. Un numero che, se calcoliamo le prime e le seconde generazioni, tocca la cifra di 100 mila unità , e vede i veneti come il terzo gruppo regionale italiano per consistenza numerica.

Tra identità  e integrazione
Che cosa è rimasto dell";identità  italiana, e veneta in particolare, nella vita familiare e nell";attività  di molte associazioni venete? E che cosa rimarrà  del patrimonio di storie, di memorie e di esperienze professionali che ha caratterizzato l";epopea di tanti veneti in Australia? Che cosa ha rappresentato la loro integrazione nella società  australiana, costruendo un ponte con l";Italia e la regione d";origine per interscambi culturali ed economici? La ricerca Veneti d";Australia condotta dalla professoressa Ilma Martinuzzi O";Brien con la collaborazione di altri docenti australiani, cerca di dare una risposta anche a questi interrogativi. Essa ci offre l";occasione di percorrere un simbolico cammino storico per approfondire l";origine e lo sviluppo del fenomeno migratorio italiano e veneto nel continente; di conoscere le associazioni e i club veneti che, come parte attiva delle settecento associazioni italiane operanti nel continente, continuano a svolgere ruoli d";aggregazione e d";animazione; di affrontare anche il tema dell";identità  dei nostri corregionali, del mantenimento della cultura e delle tradizioni della loro regione; di dialogare, infine, con alcuni dei personaggi più significativi tra i molti pionieri veneti che tanto hanno contribuito alla crescita del Paese che li ha accolti.
Lasciare il Veneto per trasferirsi in Australia, con le motivazioni e nelle circostanze più varie, ha comportato per tutti un mutamento di vita, di abitudini, la necessità  d";imparare una nuova lingua per instaurare i necessari rapporti nel mondo del lavoro e nell";ambiente sociale. La componente multiculturale della società  australiana ha avuto certamente un grande ruolo nella loro integrazione, anche se oggi emergono nuove problematiche. Prima tra queste l";invecchiamento della popolazione italiana, che oggi conta più di 100 mila anziani. Un fenomeno che continuerà  con consistenti vuoti all";interno delle nostre comunità ; ma ciò dovrà  maggiormente impegnare i governi italiano e australiano e il mondo associazionistico senza fini di lucro, per attuare progetti socio-sanitari e iniziative contro situazioni di isolamento e sofferenza.
A contatto con le famiglie, con le associazioni o entrando nei club veneti in occasione di particolari eventi, ho constatato la preziosa presenza delle nostre corregionali venete, il loro apporto per conservare l";identità  e le tradizioni della terra d";origine. La donna italiana di prima generazione, in un Paese come l";Australia, ha dovuto affrontare momenti difficili che hanno richiesto coraggio e tenacia. Penso alle sfide dell";integrazione, dell";inserimento in una società  totalmente diversa, al confronto a volte difficile con le nuove generazioni. Un fenomeno che ha attirato la nostra attenzione è certamente quello dei rimpatri, che ha coinvolto nel corso dell";epopea migratoria più di nove milioni di italiani. I rientrati dall";Australia, che hanno toccato le punte massime negli anni Settanta-Ottanta, hanno investito i loro risparmi accumulati in duri anni di lavoro, collaborando fattivamente al processo di trasformazione della Regione del Veneto. Per una costante azione di tutela dei diritti degli ex emigrati, si è distinta l";ANEA, Associazione Nazionale Emigrati ed ex emigrati in Australia e Americhe.
I nostri corregionali residenti in Australia, oltre ai contributi economici e sociali, sono stati e continuano ad essere portatori di un patrimonio morale e culturale. La loro presenza ha stimolato interscambi tra università  australiane e italiane, di cui sono segno le cattedre d";italianistica sovvenzionate dalla Fondazione Cassamarca di Treviso. Oggi, il rapporto della Regione del Veneto con la «Veneto Community» d";Australia, oltre agli enti istituzionali, ha come punti di riferimento le federazioni, i circoli e i club veneti collegati con le «associazioni madri» delle sette province venete, con l";ANEA, l";ULEV e l";UTRIM (Unione Triveneti nel Mondo).

Giovani, un futuro da protagonisti
Un";attenzione particolare della ricerca è rivolta ai giovani italoaustraliani. In Italia e nel Veneto essi vengono per partecipare a stage universitari, soggiorni socio-culturali, convegni organizzati dall";assessorato regionale, dalle associazioni provinciali, dalle camere di commercio. Alle istituzioni e alle associazioni essi chiedono maggiori e più articolati contatti tra università  italiane e australiane, per incentivare scambi di studenti e docenti, corsi di italianistica nelle università  australiane; vogliono avere rappresentanti negli enti locali dei Comites e del Cgie, e la possibilità  collegarsi, via internet, con le comunità  italiane nel mondo. Nel loro appello inviato alla Prima Conferenza degli italiani nel mondo di Roma (13-15 dicembre 2000), e presentato alla Conferenza d";area dei veneti di Sydney (26-28 novembre 2004), hanno chiesto la riapertura dei termini della legge 91/1992 per permettere agli italiani residenti all";estero il riacquisto della cittadinanza italiana. Alla Conferenza di Sydney è stata riconosciuta la Federazione dei giovani veneti d";Australia, i cui rappresentanti hanno subito chiesto «una rete di collegamento tra gli enti già  esistenti e i gruppi da formare ex novo, per mantenere i contatti e la possibilità  di creare progettualità  future, utili sotto il profilo della cultura, degli scambi giovanili, dell";istruzione e della formazione».
Sono segni di un";inversione di tendenza, di un nuovo interesse per un";italianità  aperta a rapporti sempre più stretti con il Paese e la regione dei loro padri. Ed è mirando a questi giovani che la Regione del Veneto ha incentivato gli stage e i corsi di formazione professionale; ha attivato un sito internet con la pubblicazione del giornale telematico Veneti nel Mondo , per incentivare la loro collaborazione, la loro reciproca conoscenza e una maggiore comunicazione.

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Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017