Una speranza per i giovani

«Le ingiustizie e gli egoismi della società di oggi sembrano spegnere le passioni per la vita e il futuro dei giovani - ha detto papa Benedetto XVI -. Ma, uniti a Cristo, possiamo fare grandi cose!».
18 Ottobre 2007 | di

Rivolgendo lo sguardo allo stile e agli orientamenti di vita delle nuove generazioni, troviamo in loro dei segni di insicurezza, un senso di sfiducia e di distacco per il mondo delle istituzioni e, nello stesso tempo, una forte attesa per un «qualcosa» che rassicuri il loro futuro. Alcuni appelli, arrivati anche alla nostra redazione, rispecchiano la preoccupazione di genitori e di educatori ai quali vorremmo offrire, come segno positivo, la constatazione che nell’animo di tanti giovani permane, nonostante tutto, la ricerca di proposte valide di vita.
Alcuni di loro, nelle esperienze e negli interrogativi espressi lo scorso 1° settembre a papa Benedetto XVI sulla spianata di Montorso-Loreto a nome dei 500 mila giovani presenti, si sono resi interpreti delle ansie e delle speranze di tanti coetanei alla ricerca di un progetto di vita, e disponibili a un cambiamento di rotta pur di trovare orientamenti e ideali che diano senso alla vita. Le loro esperienze hanno fatto eco alle testimonianze di altri incontri giovanili con papa Benedetto XVI: lo scorso aprile a Pavia, in maggio allo stadio del Pacaembu di San Paolo, in Brasile; e il 27 giugno a conclusione del suo pellegrinaggio ad Assisi. A Loreto l’incontro è divenuto «evento» per aver richiamato dall’Italia e dal mondo una marea di giovani, molti dei quali avevano frequentato le Giornate Mondiali della Gioventù di Roma, Toronto e Colonia; e ora desiderano raggiungere Sydney, nel luglio del 2008, per un’ulteriore esperienza che rafforzi la loro fede.
A questi giovani alla ricerca di un senso che sia l’opposto d’ogni insensatezza e di significati di vita alternativi a quelli offerti dalla cultura dell’effimero e da una società che sta rinunciando ai valori più sacri, papa Benedetto XVI ha rivelato che «anche» Dio è alla loro ricerca. «Non seguite l’onda e non abbiate paura d’essere diversi» ha detto il Pontefice, rafforzando i loro propositi di andare controcorrente. È, infatti, in gioco il futuro della nostra società, e la ricerca, da parte delle nuove generazioni cristiane, di un senso che dia significato e reali prospettive umane e spirituali alla loro vita, deve partire dalla consapevolezza che si trovano di fronte a una cultura laicistica che intacca tanti principi-base dell’etica cristiana, come la sacralità della vita e del matrimonio.
Nel primo incontro con i giovani del 1° settembre a Montorso-Loreto, papa Benedetto XVI ha voluto sentire dagli stessi giovani i problemi e le situazioni sociali e morali che maggiormente li interpellano offrendo, come risposta, degli orientamenti tratti dalla sua esperienza di pastore e amico. A Giovanna e Piero che gli hanno presentato la mancanza di centri e di progetti per tanti giovani «figli di periferie senza storia e senza speranza» egli ha risposto che «il mondo, lo vediamo, deve essere cambiato, ma è proprio la missione della gioventù di cambiarlo». E sulle modalità per attuare questo rinnovamento e nella consapevolezza che non possiamo farlo con le sole nostre forze, ha suggerito la formazione di centri di fede e di solidarietà, di centri che aiutino a recuperare il senso della giustizia, della legalità e della cooperazione. Alla testimonianza di Sara che vive in un quartiere di Genova e gli ha fatto presente le insicurezze, le domande e la solitudine di tanti suoi coetanei, ha aggiunto: «Cristo è venuto proprio per creare una rete di comunione nel mondo dove tutti insieme possiamo portarci l’un l’altro, e così aiutarci a trovare insieme la strada della vita e capire che i Comandamenti di Dio non sono limitazioni della nostra libertà ma le strade che guidano verso l’altro, verso la pienezza della vita». Seguire Cristo significa, dunque, andare controcorrente.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017