UNA VITA SUI BINARI

La passione per la meccanica ha favorito la carriera di Amedeo Buzzelli che ha fatto fortuna negli Stati Uniti dove ha lavorato per le più importanti compagnie ferroviarie.
10 Settembre 1996 | di

Iniziata nella città  di Jersey City, nello stato di New Jersey, sulle rive del maestoso fiume Hudson, all";imbocco dell";oceano atlantico, il 19 maggio 1913, la vita di Amedeo Buzzelli s";incardina e si dipana alla luce di tre ritorni in Italia, in epoche diverse, in particolare a Castel Di Sangro, pittoresca cittadina dell";Abruzzo montano, in provincia dell";Aquila, da cui suo padre Antonio Buzzelli era partito nella prima decade del 1900 per recarsi negli Stati Uniti "; nella città  di Jersey City "; dove aveva trovato lavoro presso le linee ferroviarie della Lackwanna Railroad Company.
Nel 1914, un anno dopo la nascita del piccolo Amedeo, Antonio Buzzelli, per «allontanare» la moglie Emilia dalla sua travagliata esistenza in un appartamento al sedicesimo piano di un casamento situato in uno dei quartieri più poveri di Jersey City, la faceva rimpatriare in Italia insieme al piccolo Amedeo e al fratello maggiore Jimmy, nato nel 1912. Emilia, che era incinta al momento del suo rientro in Italia, diede più tardi alla luce una bimba a cui fu dato il nome di Norina. Antonio Buzzelli rimase nel New Jersey accumulando in anni di continuo e duro lavoro in ferrovia, il tradizionale gruzzoletto dell";emigrante, prima di ritornare in Italia nel 1925.

In Italia, il piccolo Amedeo, durante gli anni della prima formazione scolastica, dimostrava particolari attitudini per la meccanica e si interessava sempre al funzionamento di macchine e di congegni diversi. Entusiasmato dai racconti di suo padre sulle grandi railroads e sull";America faceva il padre, il giovane Amedeo, nel 1930, all";età  di 17 anni lasciava Castel Di Sangro per raggiungere lo zio paterno Carmine Buzzelli che da anni lavorava nella città  di Syracuse, nello stato di New York, al servizio della New York Central Railroad, una delle più famose compagnie ferroviarie americane. Amedeo, che aveva trovato impiego presso la stessa compagnia quale semplice operaio, ben presto richiamò l";attenzione dei suoi superiori per la sua capacità  di risolvere problemi connessi al funzionamento dei macchinari utilizzati nel lavoro ferroviario.
Nel giugno del 1937, Amedeo, per la seconda volta, fece ritorno in Italia, a Castel di Sangro, dove conobbe una bella ragazza, Palmina Fantone, che sposò l";8 agosto di quello stesso anno. Nel giugno del 1938, nasceva a Castel Di Sangro la loro primogenita a cui venne dato il nome di Emilia. Scoppiò poi la guerra che non permise a Palmina di raggiungere suo marito negli Stati Uniti. Chiamato alle armi nel 1942, Amedeo prestò servizio nel genio militare dell";esercito degli Stati Uniti fino al 1945. Durante la guerra fu in Iran, in Francia e in Germania, e si meritò, in breve tempo, il grado di sergente.
Il terzo e ultimo ritorno di Amedeo in Italia avvenne alcuni mesi prima del suo congedo dalle armi, allorché, nell";agosto del 1945, si recò a Castel Di Sangro dalla Germania, in licenza per un mese; in quell";occasione riabbracciò la moglie, e vide per la prima volta sua figlia Emilia che aveva già  otto anni. Finalmente la famiglia si riunì quando nel luglio dei 1946, Palmina ed Emilia raggiunsero Amedeo a Syracuse, nello stato di New York. Due anni dopo, nel settembre del 1948, nasceva l";altro figlio di Amedeo, Anthony, che portava il nome del nonno paterno, Antonio.

La vera carriera ferroviaria di Amedeo inizia al suo ritorno dal servizio militare. Assunto nuovamente dalla New York Central Railroad, Amedeo, dal 1945 al 1976, in quasi trentuno anni di ininterrotto servizio, si imporrà  all";interno della compagnia ferroviaria, dapprima come caposquadra, poi quale manager regionale, e, infine, come direttore generale responsabile per il funzionamento, la manutenzione, la riparazione e il ripristino delle linee ferroviarie, dei macchinari, delle vetture specializzate, delle officine e delle attrezzature necessarie al funzionamento diurno di una rete ferroviaria che da Buffalo, ai confini col Canada, si estende attraverso lo stato di New York fino a Boston, nello stato del Massachusetts.
Una responsabilità  onerosa che Amedeo espletava con competenza e profondo senso etico, avendo alle sue dipendenze un gruppo di operai, costituito da una dozzina di abruzzesi oltre che da siciliani, calabresi, romani, molisani, triestini, campani e da pochissimi americani. Durante i lunghi inverni, freddi e nevosi che interessano prevalentemente il nord degli Stati Uniti, Amedeo, era solito passare intere settimane fuori casa, giorno e notte, a volte dormendo pochissimo, e spostandosi lungo l";immensa rete ferroviaria per assicurare che il traffico ferroviario di merci e passeggeri della New York Central Railroad, procedesse con regolarità .

La lunga vita di ferroviere presso la New York Central Railroad terminò per Amedeo il 15 ottobre 1976, giorno in cui andò in pensione; ma questa data è il preludio di uno dei periodi più gratificanti della sua vita. Grazie alla reputazione e alla perizia acquistate nel suo lavoro, Amedeo venne subito assunto dalla compagnia di servizi ferroviari Ford Davis Company di Philadelphia, in qualità  di master instructor, cioè di istruttore specializzato, presso enormi officine ferroviarie negli stati di Ohio, Indiana, Michigan, Pennsylvania, New York, Massachusetts e Connecticut. Qui Amedeo tenne conferenze e insegnò a un gran numero di operai specializzati, il patrimonio di esperienze accumulato nell";arco di una lunga carriera. L";umile operaio di Castel Di Sangro era diventato un maestro indiscusso e apprezzato del suo mestiere.
Oggi Amedeo trascorre il suo tempo godendosi un meritato riposo, e dedicandosi ai suoi hobbies preferiti: suonare la chitarra, intagliare figurine di legno e riparare qualsiasi «meccanismo»: dagli orologi alle falciatrici per il prato, dai frigoriferi ai computers, fino ai motori delle automobili o alle biciclette. Dopo una vita tanto avventurosa viene da chiedersi quale sia stata la sua più grande soddisfazione. Amedeo non ha dubbi: «La mia gioia più grande è stata quella di aver fatto sempre il mio dovere, sia in famiglia che sul posto di lavoro».

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017