Unaie, le nuove sfide dell'emigrazione
Treviso
A quarant’anni dalla sua fondazione, il Consiglio direttivo dell’Unaie - Unione nazionale associazioni degli immigrati ed emigrati, si è riunito a Treviso nella sede della Fondazione Cassamarca, il cui presidente, onorevole avvocato Dino De Poli, ha promosso l’incontro anche come presidente dell’Utrim, l’Unione dei Triveneti nel mondo. Introducendo i lavori, De Poli ha messo in evidenza l’apporto offerto dall’Unaie al mondo associazionistico operante per le nostre comunità all’estero. Un apporto radicato sui valori umani, sociali e cristiani che fanno parte della sua identità, e rimanendo aperta ai bisogni espressi dai contesti sociali e politici in cui operano le nostre associazioni. Riflettendo sull’attuale situazione italiana, è emersa la necessità di promuovere delle iniziative a favore dell’immigrazione, e a tale scopo è stato deciso d’inserire un rappresentante di quel mondo nel Consiglio. È stato poi affrontato il tema del rapporto delle associazioni con le Regioni italiane per favorire la qualità delle politiche verso le comunità italiane all’estero rafforzando così il loro legame con le istituzioni regionali. L’Unaie, al riguardo, inoltrerà una formale richiesta alle Consulte e ai Comitati regionali per l’emigrazione per inserire un loro rappresentante nel suo organico.
Riguardo alla formazione del nuovo assetto direttivo, unanime è stato il plauso per l’assunzione della presidenza dell’Unaie da parte dell’onorevole Franco Narducci, presidente del Comitato parlamentare per gli italiani all’estero. Oltre a lui, sono stati eletti come vicepresidenti per il triennio 2007-2010: Aldo Degaudenz (Trentini nel Mondo) e Daniele Marconcini (Mantovani nel Mondo); come direttore generale: Patrizio De Martin (Bellunesi nel Mondo); come segretario esecutivo: Gennaro Maria Amoruso (Associazione Internazionale Calabresi nel Mondo). All’onorevole Ricardo Merlo, presente all’incontro, è stato affidato il compito di coordinatore Unaie nel Sud America. Vive espressioni di gratitudine sono state rivolte dall’onorevole Narducci ai presidenti onorari dell’Associazione: al senatore
Mario Toros, all’onorevole De Poli e all’avvocato Domenico Azzia che in questi ultimi anni è stato infaticabile presidente dell’Associazione.
Il volto dell’Associazione e il suo ruolo sono poi maggiormente emersi nel convegno organizzato il giorno 9 novembre nello storico salone della Casa dei Carraresi sul tema: Esperienze e bilanci a un anno e mezzo dal voto.
«Voi testimoniate la forza della memoria per costruire il futuro», ha detto l’avvocato De Poli introducendo i lavori del convegno che, con lo sguardo rivolto al futuro, ha voluto fare una verifica degli obiettivi e degli impegni prioritari svolti dai parlamentari eletti dalle nostre comunità italiane all’estero.
L’onorevole Narducci, in questa prima uscita ufficiale come presidente dell’Unaie, ha svolto con competenza il compito di presentare le novità della Finanziaria 2008 in materia di italiani residenti all’estero, mettendo in evidenza l’impegno dei parlamentari eletti alle comunità italiane nel mondo a un anno e mezzo dalla loro elezione. Rivolgendo uno sguardo all’attività delle associazioni aderenti all’Unaie, rappresentate nel convegno dai loro presidenti, Narducci ha sottolineato il bisogno di promuovere lo spirito di appartenenza alla propria regione d’origine, proiettandosi però alle esigenze del futuro. «Guardare quindi al futuro di questo grande patrimonio con fiducia, sapendo che bisogna investire sulle nuove generazioni», ha sottolineato. Egli ha messo poi in rilievo il lavoro e le attenzioni rivolte dai parlamentari eletti all’estero verso i problemi che in quest’anno e mezzo sono stati alla ribalta della vita sociale e politica del Paese: dalla lotta per non aggravare l’indebitamento del Paese, all’impegno affinché nella Finanziaria non fossero penalizzati gli investimenti a favore dell’altra Italia. Di fronte alla «manovra 2008», basata su un bilancio di 11 miliardi di euro, e a una congiuntura mondiale senza prospettive di crescita, essi hanno chiesto maggiori risorse, investendo di più e spendendo meglio per rispondere a specifiche istanze riguardanti: la ricerca universitaria, per fermare la fuga dei nostri giovani, la riforma della legge 153 per impostare un sistema scolastico più efficiente per l’insegnamento della lingua-cultura italiana nel mondo; la modifica della rete dei servizi consolari, con assunzioni in loco e maggiore funzionalità; l’approvazione dell’assegno di solidarietà; la modifica della legge 383-2000 (di cui Narducci è primo firmatario) per estendere il suo ambito alle Associazioni attive che dall’Italia si occupano dei nostri connazionali in almeno cinque Paesi europei e tre Paesi extraeuropei da non meno di tre anni; l’impegno per togliere gli sgravi ICI agli italiani residenti all’estero; l’approvazione del disegno di legge, precisamente dell’articolo 14, sul diritto di cittadinanza degli italiani all’estero e un’adeguata preparazione della Conferenza mondiale dei giovani italiani.
Secondo relatore è stato l’onorevole Ricardo Merlo, membro della III Commissione Affari esteri e comunitari della Camera, che ha espresso gratitudine per la nomina a coordinatore Unaie per l’America latina: «una nomina che arricchisce il mio impegno con il mondo dell’associazionismo nel quale mi sono formato, e che credo sia un motore istituzionale di straordinaria efficacia, proiettato verso le nuove generazioni». Partendo dalla sua esperienza associazionistica, Merlo ha esposto l’attuale situazione sociale degli italiani in Argentina. I suoi impegni prioritari alla Camera sono infatti rivolti all’approvazione dell’assegno sociale e al sostegno per l’assistenza sanitaria, soprattutto dei connazionali anziani; all’estensione del diritto di cittadinanza e al potenziamento dei servizi della rete consolare. Illustrando gli organismi di rappresentanza degli italiani all’estero, si è soffermato sul ruolo dei Comites e Intercomites, la cui funzione è di creare il primo contatto tra gli italiani residenti nelle circoscrizioni consolari e il governo italiano; sul Cgie, che per i parlamentari eletti all’estero è uno strumento fondamentale di collegamento con i Paesi che fanno parte delle Circoscrizioni in cui sono stati eletti; e sulle associazioni che hanno rappresentato e rappresentano il vero collante sociale della collettività italiana. In Argentina esse sono 1066, delle quali 250 operano nella Circoscrizione consolare di Buenos Aires. Molte di queste sono proprietarie dell’immobile che occupano, costruito mattone su mattone come una loro casa sociale conservata per i loro figli e nipoti. Nell’interno del Paese, in ogni città si trova il municipio, la chiesa e la sede dell’associazione italiana. «Dobbiamo far conoscere in Italia questo patrimonio inestimabile per impedire che il passare del tempo cancelli il tesoro culturale che con sforzo enorme e con grandi sacrifici è stato conservato dagli italiani della diaspora», ha concluso Ricardo Merlo.
Stimolante è stato infine l’intervento dell’avvocato Domenico Azzia sul tema: Dall’associazionismo storico alle nuove generazioni. Le sfide del futuro. In un momento in cui, con la caduta delle ideologie e la perdita dei valori, le società si frantumano, egli constata un senso di insicurezza nella vita dei cittadini, una caduta del sistema democratico e atteggiamenti di antipolitica che hanno motivato la nascita delle più varie aggregazioni. «Questa volontà di partecipazione è presente anche nel nostro mondo associazionistico, basato sui valori della democrazia e dell’umanesimo cristiano. Spetta a noi promuovere un ritorno al primato della politica, al patrimonio morale e culturale della nostra identità. Un compito che l’Unaie deve svolgere come un soggetto sociale che media con potere contrattuale – ha aggiunto –. La sua nascita e il suo sviluppo sono legati alla storia di un gruppo di giovani che negli anni successivi alla Seconda Guerra mondiale interpretarono la politica come servizio; tra questi: Moro, La Pira, Rossetti, Donat Cattin. E oggi, di fronte alle nuove sfide, sentiamo il bisogno di ripensare la storia e di chiederci: quali sono le priorità per non perdere di vista il rapporto con le comunità italiane all’estero?». Una riflessione e un interrogativo che hanno stimolato un’ampia discussione da parte dei diversi dirigenti di associazioni presenti al Convegno.