Un’italiana nell’isola della primavera perenne

Monica Tosto vive con la famiglia nell’arcipelago delle Canarie, salvaguardando le tradizioni italiane e facendo tesoro della cultura del posto.
21 Novembre 2012 | di

Ottocentomila abitanti, di cui venticinquemila italiani residenti tutto l’anno. E poi inglesi, tedeschi, francesi, belgi, olandesi, sudamericani, indiani, nordafricani. Una temperatura media invernale di 18 gradi e una estiva di 24: insomma una primavera che dura tutto l’anno. Questa è Tenerife, perla dell’arcipelago delle Canarie, con vista sull’Africa e sull’Oceano Atlantico. Un’isola multietnica nella quale la comunità italiana da sempre vive in perfetta sintonia, intrecciando il proprio destino con quello di un luogo caratterizzato dalla lingua spagnola, ma miscelata con decine di altre parlate. Professionisti, commercianti, giovani: le isole Canarie, regione autonoma della Spagna e quindi facente parte della Comunità europea, offrono opportunità di lavoro a varie tipologie di persone, ma ciò nonostante alla base della scelta di trasferirsi in questo paradiso geografico c’è quasi sempre l’amore.

«Cercavo un posto di vacanza – racconta Monica – dove facesse caldo, dove poter andare al mare e che nello stesso tempo non fosse troppo lontano dall’Italia. Durante la mia permanenza ho avuto la fortuna di conoscere l’isola grazie alla guida di uno spagnolo residente sul posto che, cinque anni dopo, sarebbe diventato mio marito. Non nascondo che i primi tempi sono stati un po’ duri. Non conoscevo affatto lo spagnolo e il mio inglese doveva essere “rispolverato”, non avevo amici né un lavoro, e soprattutto la mia famiglia era lontana parecchi chilometri dal luogo in cui avevo scelto di vivere». Monica Tosto, avvocato originario dell’Abruzzo, vive a Tenerife dal 1999 e nell’isola ha scelto di mettere su famiglia. Un’emigrazione dell’anima, la sua, dettata dalla voglia di mettersi in gioco e ricominciare a tanti chilometri da casa.

Nell’isola Monica ha trovato persone provenienti da diverse nazionalità, ma anche suoi connazionali. «Oggi – afferma – posso dire di avere anche amici italiani ed è bello, perché quando si è insieme si parla davvero “la stessa lingua”, si ha la stessa mentalità e si vedono le cose dallo stesso punto di vista. Gli amici con una nazionalità diversa dalla mia mi permettono invece di vedere le cose indossando occhiali diversi, cioè da un’angolatura differente, e allora scopro che nessuno è portatore della verità assoluta. Tutto dipende dalle “lenti” che si utilizzano quando si osserva un fatto».

Sposata con Roberto (insieme a lei nella foto) e mamma di Alessandro e Luisa, Monica resta fiera di essere italiana e affida ai suoi ritorni a casa il compito di fare il pieno di nuova energia: «In Italia torno almeno due volte l’anno. Quando sono lì – spiega Monica – mi ricarico di “ossigeno affettivo”. È un ossigeno speciale perché contiene tanto amore, è un ossigeno che mi viene regalato essendo pienamente me stessa, con i miei pregi e i miei difetti. Ho sempre parlato con i miei figli in italiano e cerco di far vedere loro film nella mia lingua. Da noi, inoltre, un bel piatto di pasta non manca mai. Le tradizioni sono più difficili da mantenere. A Tenerife, ad esempio, è festa grande per i bimbi il 6 gennaio, giorno de los Reyes Magos. A casa mia si festeggia invece la notte del 24 dicembre in cui Babbo Natale lascia i doni sotto l’albero. Alessandro, che ha quasi 9 anni, comincia a chiedermi come mai a casa nostra le cose funzionino in maniera diversa rispetto a quello che accade nelle altre famiglie. Ho capito che devo mediare e tener conto anche di quelle che sono le tradizioni culturali di questa terra».


Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017