In vacanza con testa e con cuore

Le ferie sono alle porte. C’è forse ancora tempo per scegliere dove trascorrere le vacanze: se andare nei soliti luoghi di villeggiatura, soffocati dalla folla e dal trambusto, o se fare «qualcos’altro». Noi qui vi proponiamo il «qualcos’altro», ma anche
12 Aprile 2002

¨Le vacanze: un`€™occasione per «rifarsi» fisicamente e spiritualmente, ma anche per ritrovare e rivivere ritmi, situazioni, aspetti felici e creativi della famiglia.

 Â¨Anche il monastero può essere un luogo dove le famiglie possono trascorrere un periodo delle vacanze. Vacanze diverse, ovviamente, perché a trarre vantaggio da quella pace e da quel silenzio, oltre al fisico, è anche lo spirito.

 Â¨È in aumento il numero degli italiani che vogliono fare le vacanze aprendosi agli altri, o al contatto con la natura. In alcune esperienze vi raccontiamo come lo fanno.

 «Fare le vacanze» è una pratica ormai consolidata nel nostro Paese; dati recenti danno ogni anno 25 milioni di italiani nei luoghi di villeggiatura. E il numero tende a crescere. Il segreto di una vacanza perfetta? Non ce l`€™ha nessuno. Anche perché quel che è bello per uno, non lo è per un altro. E allora più che di vacanza perfetta, parliamo di come le famiglie possono trasformare il tradizionale periodo di vacanza in un`€™occasione di arricchimento e di maturazione. A questa ci si può avvicinare partendo con il passo giusto, recuperando e infittendo, ad esempio, momenti di vita insieme, di dialogo con la moglie o il marito e figli, occasioni che i tanti impegni, di solito, tendono a escludere o a diradare. È un modo per riscoprire la famiglia con i suoi legami, le sue dinamiche e i suoi affetti che può avere effetti positivi per il resto dell`€™anno.

Parola d`€™ordine, allora, usare al meglio le ferie, ovunque si vada: al mare, in montagna o alla scoperta di tesori nelle città  d`€™arte. Ma anche per chi non va da nessuna parte e resta a casa, non mancano alternative alla «solita» vita. Lo scopriremo insieme alla psicologa Eugenia Scabini, che abbiamo intervistato.

Cercando dati e indicazioni per stendere questo dossier, ci siamo accorti che è in aumento il numero di italiani che, stanchi delle «solite» vacanze, prendono strade alternative. Vi sintetizziamo qui quanto scoperto. È in aumento il numero di chi al mare o ai monti preferisce l`€™impegno in «campi di lavoro» per vivere momenti di solidarietà  al servizio di persone svantaggiate, povere, o in vario modo in difficoltà , anche in Paesi lontani del Sud del mondo. Succede spesso che in queste esperienze siano coinvolte intere famiglie.

Proseguendo, abbiamo incontrato chi sceglie viaggi «intelligenti», spinto dalla voglia di conoscere, scoprire e incontrare nuove culture favorendone così la conoscenza; chi vive le vacanze impegnato nella difesa della natura e dell`€™ambiente, soprattutto in questo 2002, dichiarato dall`€™Onu «Anno internazionale dell`€™ecoturismo», un`€™accentuazione posta per educare a un turismo responsabile, sensibile al rispetto della natura e delle persone.

Ma abbiamo trovato anche famiglie che scelgono, per il periodo di ferie, di cogliere le occasioni offerte da alcuni monasteri per sperimentare `€“ sogno di tanti `€“ momenti di silenzio, di solitudine e di preghiera, impossibili in altre situazioni. Le possiamo chiamare «vacanze dello spirito», ispirate da quel passo del Vangelo che dice: «Venite in disparte e riposatevi un po`€™». Parlando di vacanze in genere il cardinale Carlo Maria Martini in un messaggio per il periodo estivo ha detto: «La vacanza è un tempo utile per recuperare i valori evangelici: il silenzio, la riflessione, la preghiera e la contemplazione. Valori necessari alla nostra `€œumanità `€: nel silenzio riusciamo a percepire le voci più significative della storia umana e della nostra storia personale; nella riflessione possiamo vincere le tentazioni mondane, la nostra superficialità  e ritrovare il nostro `€œio`€».         

 

Suggerimenti dello psicologo

Ovunque ma con spirito diverso  

di Claudio Zerbetto

Eugenia Scabini, preside della facoltà  di Psicologia e direttrice del Centro studi e ricerche sulla famiglia dell`€™Università  Cattolica di Milano, suggerisce a chi fa la tradizionale vacanza (o a chi in vacanza non va) di trasformarla in occasione di incontri e di dialogo.

Le vacanze possono diventare anche un`€™occasione per ravvivare i rapporti in famiglia? Lo abbiamo chiesto alla professoressa Eugenia Scabini, preside della facoltà  di Psicologia e direttrice del Centro studi e ricerche sulla famiglia dell`€™Università  Cattolica di Milano.

Msa. La vacanza con la famiglia è un`€™occasione per conoscersi meglio?

Scabini. La famiglia è il luogo delle responsabilità , della difficoltà  di crescere ed educare i figli, ma anche l`€™ambito in cui creare situazioni distensive e creative, momenti di gioia e di svago. E le vacanze offrono questa opportunità , sono un momento favorevole alla relazione tra genitori e figli e all`€™interno della coppia. La scelta della località  e delle persone con cui passare le vacanze è molto importante. In vacanza, le giornate trascorrono senza le quotidiane preoccupazioni dell`€™anno: non c`€™è l`€™assillo della scuola, dello sport dei ragazzi, dei corsi di lingue... di tutte quelle attività  che costellano la vita quotidiana. Il papà  è la persona che lavora, preso da mille impegni; la mamma, affaccendata nei lavori domestici, è sempre di corsa. La vacanza rivela, invece, l`€™aspetto più giocoso, più creativo, più spontaneo della vita familiare.

Se i figli vanno a fare le vacanze da soli, che suggerimenti darebbe ai genitori?

Dobbiamo capire con chi vogliono andare, soprattutto se sono adolescenti. Oggi gli stili di vita degli adolescenti e delle loro famiglie sono molto diversificati. Non è detto che andare in vacanza con il coetaneo sia sempre una garanzia. Occorre, poi, conoscere bene i gruppi, le organizzazioni e gli amici con i quali trascorreranno le vacanze. E anche il tipo di vacanza.

È molto utile per i ragazzi condividere una vacanza con gruppi e organizzazioni che diano la possibilità  di esprimersi, di fare belle esperienze, scoprire nuove realtà , visitando luoghi interessanti dal punto di vista storico e culturale. Le stesse parrocchie organizzano momenti di approfondimento e di arricchimento sul piano sociale e culturale, oltre che religioso. Si rischia, invece, quando i ragazzi vanno in vacanza con amici occasionali o con persone che i genitori non conoscono.

Secondo lei, la vacanza rafforza il rapporto di coppia e quello con i figli?

Sfruttata al meglio, la vacanza può rafforzare il rapporto tra i coniugi e con i figli. Però l`€™aspetto di maggiore socializzazione, in questo periodo, è l`€™incontro con altre famiglie, che consente anche ai propri figli di frequentare coetanei e di costruire nuove amicizie.

Oggi le famiglie, soprattutto quelle di città , hanno scarse occasioni di ritrovarsi. Allora perché non organizzare vacanze in località  prossime a quelle di famiglie conosciute o di amici, frequentando, poi, la stessa spiaggia o facendo passeggiate insieme in montagna? Oppure visite a città  d`€™arte o luoghi caratteristici? Avendo i figli al seguito, i genitori possono intrattenersi con loro e, nello stesso tempo, vivere momenti di convivialità  con altri.

È utile una vacanza con i nonni?

Sono favorevole alle vacanze con i nonni, ma non per l`€™intero periodo. Portare i nonni con sé, a volte, è una necessità  più che una scelta. Se i bambini sono molto piccoli, le vacanze con i nonni sono utilissime. I nonni, soprattutto se ancora in forze, possono essere di aiuto ai genitori. Però di solito in vacanza la coppia preferisce avere un proprio spazio di intimità  e di dialogo. La presenza prolungata dei nonni può essere, per ovvi motivi, controproducente. Non per i ragazzi che con i nonni hanno un diverso rapporto durante il corso dell`€™anno.

Molte famiglie non hanno la possibilità  di andare in vacanza. Che consigli darebbe alle famiglie che rimangono in città ?

Direi loro di sfruttare le iniziative culturali e ricreative che le città  offrono in questo periodo, scegliendo le più gradevoli. Oppure di approfittare del tempo libero per andare a trovare qualche amico, trascorrendo fuori casa anche un solo week-end o una giornata: spezzare la monotonia quotidiana fa sempre bene.

Consiglierei, poi, alle famiglie che rimangono in città  di incontrarsi tra loro, organizzando una semplice cena dove ciascuno porti qualcosa. Ho visto che durante l`€™estate, in diversi condomini le famiglie si ritrovano, soprattutto la sera, per un momento di convivialità . Sono momenti importanti che arricchiscono i rapporti sociali. Un altro consiglio: dedicare un po`€™ del proprio tempo a buone letture. Anche un libro può aiutare a vivere una vacanza diversa.                                                                             

 

Tempo per lo spirito

In monastero

di Riccardo Giacon

Ogni anno in Italia mezzo milione di persone sceglie di trascorrere qualche giorno in un monastero. Per riposare, e per ritrovarsi, nel silenzio e nella preghiera.

Parlare di vacanze in monastero può sembrare, per qualcuno, un po`€™ irriverente. Come è possibile che nei luoghi dove da centinaia d`€™anni silenzio, austerità , lavoro e preghiera sono la regola di vita dei monaci e delle monache sia penetrato un frutto della mentalità  moderna? Che il mercato del turismo abbia contagiato pure le ultime cittadelle dello spirito? Domande troppo sospettose e diffidenti per un fenomeno spontaneo e piacevole che sta interessando un po`€™ tutti. Sta di fatto che solo in Italia ogni anno mezzo milione di persone sceglie di fare le vacanze in convento. Le guide alle vacanze alternative presentano pagine e pagine di indirizzi di vecchi conventi che aprono le porte a famiglie con bambini.

I monasteri, per antichissima tradizione, offrono ospitalità  a chiunque desideri trascorrere qualche giorno di silenzio e di riflessione. Da qualche tempo le foresterie si sono trasformate in luoghi confortevoli dove passare piacevolmente una vacanza con la famiglia. Molte di esse li frequentano per cercare un angolo di riposo alternativo. Dopo l`€™irrinunciabile periodo al mare, papà , mamma e figli approfittano di questa occasione prima di riprendere il lavoro.

Ma che cosa cercano le famiglie in un monastero? «Un luogo tranquillo `€“ dice suor Mirella del monastero di Santa Maria del Monte (Bevagna - Foligno) `€“ perché la gente ha bisogno di calma, serenità , luoghi genuini e semplici, ha bisogno di ritrovare se stessa».

La vacanza in monastero è inevitabilmente diversa dalle altre vacanze, dove per dimenticare la quotidiana frenesia si infila una serie di attività  altrettanto frenetiche. Immersi nel verde di una collina o nel cuore di un paesino medievale, le secolari pietre del monastero offrono un sicuro luogo per trovare amicizia e rapporti sinceri: «Non è una vacanza in mezzo al caos come a Rimini `€“ afferma Marta, che con i genitori da alcuni anni frequenta il monastero di Santa Croce, vicino La Spezia `€“. Bisogna apprezzare la tranquillità , ma non pensate che ci isoliamo. Lì ritrovo molti amici con cui organizziamo tornei, giochi, gite `€¦».

In monastero si può soggiornare come in un albergo, ma quella calma e quel silenzio difficilmente ritrovabili altrove non lasciano indifferenti. E talora i monaci offrono agli ospiti la possibilità  di partecipare a momenti di preghiera. Per Michelangelo e Gemma l`€™ospitalità  offerta dai carmelitani al monastero di Santa Croce è a misura di famiglia: «Veniamo qui da alcuni anni con i nostri tre figli. Il luogo è bellissimo, si incontrano altre famiglie, si respira un clima comunitario oggi molto difficile da trovare altrove. Con gli altri ospiti spontaneamente si è portati a parlare delle cose essenziali della vita. Non è la solita vacanza in cui si pensa solo a spassarsela. Accanto al riposo e allo svago c`€™è più tempo per dialogare tra marito e moglie e per stare con i figli È sicuramente una vacanza alternativa, l`€™opposto dei villaggi turistici dove prevale l`€™anormalità  e la sregolatezza».

Ai monasteri ci si arriva molto spesso per passaparola: «Le famiglie `€“ spiega suor Giovanna, responsabile della foresteria del monastero di Santa Maria della Neve (Pratovecchio - AR) `€“ vengono a conoscenza di questo luogo da altri amici. Quando arrivano per la prima volta hanno in mente un luogo buio, dove le monache sono relegate dietro pesanti grate. Invece, siamo noi a servirli a tavola e ad accompagnarli nelle loro camere. Si instaura anche un simpatico contatto che dura tutto l`€™anno. Alcuni ci scrivono, altri vengono a farci visita a Natale o Pasqua».

Concedersi di aprire la finestra per guardare il paesaggio, lasciarsi riempire il cuore dal bello che ci circonda, è un`€™esperienza che in città  nessuno riesce più a fare. 

 

Il decalogo del turista responsabile

¨ chiediti motivazioni e aspettative del tuo viaggio;

¨ informati sulla storia e sulla cultura del Paese di destinazione;

¨ chiedi al tuo agente di viaggio quale percentuale del biglietto va alle comunità  ospitanti;

¨ metti in valigia lo spirito di adattamento, lascia a casa le certezze;

¨ rispetta le persone, l`€™ambiente e il patrimonio storico-culturale;

¨ non assumere comportamenti offensivi per usi e costumi locali;

¨ non ostentare ricchezza stridente rispetto al tenore di vita locale;

¨ prima di effettuare scatti o riprese video, chiedi il permesso;

¨ non cercare l`€™esotico, cerca l`€™autentico;

¨ non accontentarti delle diapositive: pensa ai rapporti umani, coltiva le relazioni, una volta rientrato.

 

Per saperne di più sul turismo responsabile:

Aitr, Associazione italiana del turismo responsabile, tel. 0185 773061

Siti internet: www.solidea.org - www.ecotourismo2002.org

 

Il nostro parere

NON DIMENTICHIAMO CHI RESTA

Le vacanze. Una volta erano un lusso. Solo pochissimi potevano permettersele. Ma erano altri tempi: c`€™erano meno soldi ma anche meno stress e la gente non sentiva il bisogno di «stacchi» e di «pause». Oggi la fretta e l`€™ansia, unite al logorio di lavori scarsamente creativi, ci stroncano. Da qui la necessità  di staccare la spina per qualche giorno e andare da qualche parte, dove ritemprare le proprie forze fisiche, mentali e spirituali logorate. Chi non ha ancora deciso dove andare, ha ancora tempo per scegliere; ha tempo soprattutto, se vuole, di fare, questa volta, una scelta diversa. Nonostante l`€™effetto 11 settembre sia stato in parte assorbito, non siamo `€“ si dice `€“ al «tutto esaurito» di qualche anno fa. Ma le prospettive paiono meno nere del previsto.

Come sempre, per la maggior parte delle famiglie italiane la meta non saranno Paesi esotici, le dorate sabbie di spiagge lontane, sul limitare di incantevoli palmizi, ma le più... banali spiagge dei nostri litorali o i tradizionali luoghi di villeggiatura in collina o in montagna. Che non sono mete da disprezzare: quanto a bellezza il nostro Paese non teme confronti, se non fosse per l`€™affollamento, che a volte è tale da chiedersi dove stia la differenza con gli altri giorni dell`€™anno.

Però le vacanze ci vogliono. L`€™importante è sfruttarle al meglio per sé e per la famiglia: non solo per divertirsi (anche questo è salutare) ma per irrobustire lo spirito con qualche buona lettura, con momenti di preghiera e di riflessione più intensi e frequenti, con qualche «immersione» in se stessi per ritrovare le ragioni del proprio esistere, del caotico, quotidiano affaccendarsi, dell`€™appartenere alla piccola società  (o piccola Chiesa domestica) della famiglia, con doveri di presenza, di guida, di dialogo, per camminare insieme con il coniuge, i figli e gli altri che ci stanno intorno. Vissute con questo spirito, le vacanze tonificano anima e corpo.

Gli autori del dossier hanno offerto indicazioni non prive di utilità  e di fascino, preoccupati non solo di suggerire alternative ai soliti giri, e cioè campi di lavoro, monasteri, alla riscoperta e in difesa della natura, ma anche di convincere a dare un senso, un`€™anima alle vacanze che per forza di cose si fanno nei soliti posti, o a casa propria.

È vero che sono 25 i milioni di italiani che si spostano per andare a fare le ferie da qualche parte. Ma siamo un po`€™ di più `€“ una sessantina di milioni `€“, c`€™è allora una consistente fetta di connazionali per i quali a far da cornice ai giorni di ferie saranno le quattro mura di casa. Chi non ha problemi di salute, può prendere visione di quanto suggerito e trarne vantaggio. Ma c`€™è anche chi, o per gli acciacchi dell`€™età  o per malanni vari, rischia di avere una compagna peggiore della solita «cornice», cioè la solitudine, forse anche più esasperante degli altri tempi dell`€™anno, perché le persone che erano punti di sostegno e di riferimento sono sciamate altrove, magari anche solo per dimenticare o sollevarsi per un attimo dal peso di un impegno che per tutto il resto dell`€™anno è davvero ingombrante.

Allora ai tanti suggerimenti dati nel dossier, vorrei aggiungere questo, semplice semplice: nel programmare le vostre ferie, cercate di ritagliare anche un piccolo spazio di tempo per una persona che non avrà  nessuna compagnia nel periodo delle vacanze degli altri. Se non ne conoscete, farete presto a informarvi: le «case di ricovero», gli ospedali, d`€™estate traboccano di persone lì «parcheggiate» per vari motivi: insensibilità  dei parenti o bisogno di una piccola tregua a un lungo periodo di impegno.

Fatelo: sarà  un modo per dare un suggello forte a un periodo spiritualmente vivo, primo passo, magari, di un impegno che può durare.

Luciano Bertazzo                            

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017