Vangelo a vele spiegate
Riflettendo sui messaggi e sullo stile degli ultimi viaggi apostolici di Giovanni Paolo II, emerge l";immagine di una Chiesa pellegrina nel mondo, pronta a recare il vangelo a popoli d";ogni cultura. Una Chiesa che si trova ad affrontare enormi problemi, ma che è fiduciosa nell";invisibile azione dello Spirito Santo.
Nel maggio scorso, papa Wojtyla ha convocato un Concistoro straordinario per riflettere, assieme a 155 cardinali, sulle prospettive della vita della Chiesa e della sua missione nel mondo. È stato un evento in cui è risuonato forte l";imperativo: Duc in altum, prendi il largo, rivolto un giorno da Gesù a Pietro, affinché sciogliesse le vele e guardasse con fiducioso ottimismo le difficoltà e le sfide che doveva superare. I lavori del Concistoro hanno affrontato alcuni dei problemi più rilevanti dell";annuncio e della testimonianza del vangelo oggi nel mondo. "Quello che viviamo è un tempo in cui sovrabbonda la parola moltiplicata all";inverosimile dai mezzi di comunicazione sociale che tanto potere hanno sull";opinione pubblica, nel bene come nel male. Ma la parola di cui abbiamo bisogno è quella ricca di sapienza e di santità ", ha detto il papa nel discorso conclusivo del Concistoro. Nei suoi interventi e in quelli dei cardinali si è chiesto alla comunità cristiana di ripartire dalla fede, di sentirsi sempre in missione. "In un";epoca come quella attuale, segnata dalla globalizzazione e dall";efficienza dei mezzi tecnologici, è facile essere attratti dalla volontà di potere, dal desiderio di felicità , dal profitto, dalla gloria o dalla vanità ", ha affermato il cardinale Jean Marie Lustiger, arcivescovo di Parigi. "È il vangelo che porta ai figli di Dio la sola risposta degna dell";uomo alle nuove sfide sferrate dalla mondializzazione alla fraternità umana. Il cambiamento nella Chiesa può avvenire solo nella conversione al Signore, in modo che carità e amore siano la forza di tutto il rinnovamento", ha aggiunto. "Con un amore verso gli ultimi, una maggiore fedeltà a Cristo, con uno stile d";umiltà e di povertà , malgrado le incomprensioni inevitabili tra i popoli cristiani così diversi per storia, cultura e interessi, noi aiuteremo i fratelli ad accettarsi, a incontrarsi e amarsi gli uni con gli altri", ha affermato il cardinale Etchegaray che ha profeticamente proposto di passare "da una Chiesa per i poveri a una Chiesa interamente povera, perché solo una Chiesa povera può diventare una Chiesa missionaria e solo una Chiesa missionaria può esigere una Chiesa povera".
Anche nell";intervento del cardinale Tomko, per anni responsabile della Congregazione per l";evangelizzazione dei popoli, c";è stato un passaggio quanto mai incisivo: "Non ci interessa una Chiesa che si ferma alle piccole manutenzioni, ma una Chiesa della missione", cioè una Chiesa che, sciolte le vele dello Spirito, sa affrontare i rischi del tempo ponendosi alla ricerca di strade più adatte per annunciare il vangelo.
Un";attenzione particolare è stata rivolta al fenomeno della globalizzazione. "Se offre il vantaggio di avvicinare i popoli e le culture rendendo più accessibili a ciascuno innumerevoli messaggi, non facilita tuttavia il discernimento e una sintesi matura, favorendo un atteggiamento relativistico che rende più difficile accettare Cristo come via, verità e vita per ogni uomo", ha detto il papa. "Che dire di quanto va emergendo nell";ambito degli interrogativi morali, in cui c";è in gioco il destino stesso dell";uomo?". Altri interventi hanno auspicato una presenza più incisiva della Chiesa nel campo dei mezzi della comunicazione sociale, in particolare a Internet: un tema questo che si è intrecciato con quello dei giovani. Le esperienze positive delle "Giornate mondiali della gioventù", sollecitano infatti il loro proseguimento, investendovi con coraggio nuove risorse, dato che una forte pastorale indirizzata ai giovani contribuisce a promuovere in loro una visione cristiana della famiglia fondata sul matrimonio. Anche i temi della solidarietà , della giustizia sociale e dell";istituzione familiare sono rimasti in primo piano come problemi di fronte ai quali la comunità cristiana e quella civile mettono in gioco il loro stesso destino.
P. Luciano