Venezuela, italiani nel mirino di Maduro

Il 10 dicembre è la Giornata mondiale dei diritti umani, istituita dall’Onu nel 1950, ma nel Paese latino-americano sono solo un ricordo. Tra i prigionieri politici del regime, anche l’italo-venezuelano Américo De Grazia.
10 Dicembre 2024 | di

Dal 28 luglio 2024, giorno in cui il Consiglio elettorale nazionale ha annunciato la controversa rielezione del presidente Nicolás Maduro, le violazioni dei diritti umani in Venezuela hanno raggiunto nuovi picchi di brutalità. Secondo la Ong Foro Penal Venezolano, solo tra il 29 luglio e il 7 ottobre scorso, si sono registrati 1.784 nuovi arresti, che portano il totale dei prigionieri politici a 1.916, con una tendenza in crescita. Al tempo stesso, Maduro ha ammesso, durante un comizio, che i detenuti sono oltre 2.200. Un chiaro segnale della repressione in atto. Numeri che si sommano a quello dei 17.899 arresti per motivi politici effettuati tra il 2013 e il 2023 dal delfino di Hugo Chávez. Gli italo-venezuelani non sono stati risparmiati da questa ondata di repressione. Fonti non ufficiali avevano inizialmente parlato di più di un centinaio di italo-discendenti coinvolti. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha poi confermato l’arresto di 9 nostri connazionali, di cui 8 detenuti in condizioni disumane in centri di tortura come l’Helicoide, tristemente noto come il centro di detenzione più brutale del regime venezuelano.

La storia di Américo De Grazia

Maria Rosa De Grazia è figlia di Américo De Grazia, uno degli italiani rinchiusi nell’Helicoide. La sua storia, oltre a gettare luce sulla condizione dei prigionieri politici in Venezuela, rappresenta una testimonianza di lotta e coraggio. «Mio padre, figlio di due calabresi, è sempre stato impegnato per il popolo venezuelano, per i diritti, i valori, la giustizia e l’uguaglianza», ci dice Maria Rosa. Américo è stato sindaco del Comune di Piar per due mandati, deputato al Congresso nazionale per due legislature e consigliere regionale per due volte. La sua carriera politica è stata caratterizzata da una costante opposizione a Maduro. Nel 2019, a causa delle crescenti pressioni del regime, fu costretto a rifugiarsi per sette mesi nell’Ambasciata d’Italia in Venezuela. Solo grazie all’intervento del senatore Pier Ferdinando Casini riuscì a tornare in Calabria con la sua famiglia. Nonostante tutto, Américo non si è mai arreso. Nel 2021 è tornato in Venezuela e il regime ha risposto con una serie di ritorsioni: la sua casa e il negozio di famiglia sono stati confiscati, e gli sono stati ritirati i documenti venezuelani. La sua famiglia, composta da 7 figli, è stata costretta a lasciare il Paese per sfuggire alle persecuzioni di Maduro. Il 7 agosto scorso, la famiglia De Grazia ha perso ogni contatto con Américo. «Abbiamo passato 24 ore di angoscia cercandolo in diverse carceri, e temendo per la sua vita. Solo il giorno seguente abbiamo scoperto che era detenuto nell’Helicoide», racconta Maria Rosa. Ma l’Helicoide non è una semplice prigione. È famosa anche per le disumane condizioni di detenzione, con frequenti torture, maltrattamenti e abusi. «Mio padre si trova in isolamento, senza accesso a un avvocato e senza cure mediche adeguate, nonostante abbia 64 anni e necessiti di trattamenti sanitari urgenti. Non abbiamo avuto alcuna notizia diretta sulle sue condizioni – aggiunge Maria Rosa –. La mia famiglia vive nell’angoscia. Mia nonna Maria, quasi novantenne, si rifiuta di tornare in Italia senza suo figlio».

Italiani sotto tiro

La storia di Américo De Grazia non è isolata. Altre famiglie italiane stanno vivendo tragedie simili. William Dávila Valeri, figlio dell’ex deputato William Dávila Barrios, 73 anni, è detenuto in ospedale per motivi di salute dopo essere stato imprigionato nell’Helicoide. Dávila Valeri, che risiede a Madrid, in Spagna, ha raccontato la sofferenza della sua famiglia durante una recente audizione alla Commissione Diritti Umani del Senato italiano a Roma. Sebastián Cipriani, nipote di Perkins Rocha, avvocato e consulente legale di María Corina Machado, una delle principali leader dell’opposizione venezuelana, ha parlato delle condizioni brutali in cui suo zio è detenuto nell’Helicoide, diventato il simbolo della violenza istituzionale del regime di Maduro. Queste testimonianze, di fronte al Senato italiano, offrono un quadro devastante della crisi venezuelana e dell’impotenza di migliaia di famiglie che vedono i loro cari imprigionati, spesso senza processo o prove concrete.

Realidad Helicoide

In questo contesto di oppressione, emergono anche esempi di resistenza e di trasformazione. Abbiamo incontrato Víctor Navarro, un ex prigioniero politico che ha sublimato la sua esperienza traumatica in un progetto di denuncia e di sensibilizzazione, chiamato «Realidad Helicoide». Navarro, 28 anni, originario di San Agustín del Sur, uno dei quartieri più poveri di Caracas, è stato arrestato arbitrariamente nel 2018 dal Sebin (Servizio bolivariano di intelligence) e imprigionato per cinque mesi nell’Helicoide, dove è stato torturato. «Mi hanno accusato di essere parte di una cellula terroristica finanziata dagli Stati Uniti – ci spiega Navarro – ma, in realtà, gestivo una Ong che lavorava con i giovani in difficoltà». Navarro ha subito violenze fisiche e psicologiche che lo hanno segnato profondamente. «Ero in una cella con sedici persone, tra cui quattro minorenni. Mi ha sconvolto vedere come venivano torturati dei ragazzi così giovani. La peggiore tortura era sentire le grida delle donne violentate o dei prigionieri colpiti duramente». Tuttavia, la sua formazione cattolica ha giocato un ruolo cruciale nella resilienza che gli ha permesso di sopravvivere. Navarro ricorda il sostegno spirituale della sua famiglia: «In ogni lettera che mi scrivevano, mi ricordavano che Dio sapeva perché ero lì, e che non dovevo abbandonare la speranza». Anche se all’inizio faceva fatica a trovare conforto in quelle parole, un evento cruciale ha cambiato la sua prospettiva. Durante una violenta rivolta, Navarro si è messo a pregare come non aveva mai fatto prima: «Dio, ti prego, non farci morire qui». Sopravvivere a quella situazione ha cambiato il suo modo di vedere la fede. Quell’esperienza, non solo ha rafforzato la sua resilienza, ma ha anche ispirato il suo impegno per la libertà del Venezuela. Uscito dal carcere grazie a una negoziazione politica, Navarro ha trasformato il suo trauma nel progetto «Realidad Helicoide»: un’esperienza di realtà virtuale che ricrea le condizioni dei prigionieri politici in Venezuela, utilizzando le testimonianze di 30 ex detenuti. «Mostriamo al mondo cosa significa essere imprigionati nell’Helicoide e chiediamo la liberazione di tutti i prigionieri politici». La situazione dei diritti umani in Venezuela è tra le più gravi degli ultimi decenni. Le storie di famiglie come quelle di Américo De Grazia, William Dávila e Perkins Rocha sono solo la punta dell’iceberg di violenze e repressioni. Il regime di Nicolás Maduro ha trasformato il Venezuela in una prigione a cielo aperto.

 

 

Data di aggiornamento: 10 Dicembre 2024
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