Venezuela. Nostalgia sotto il sole dei Tropici

12 Giugno 2013 | di

È una vita segnata dal viaggio intercontinentale quella di Maria Stella Graziosi Alemann. Italo-venezuelana, da qualche mese vive a Caripe (nella regione del Monagas). Per molti anni ha vissuto sull’isla Margarita, capolinea di un turismo internazionale molto conosciuto e punto di riferimento per una piccola colonia italiana.
«Sono nata in Venezuela. A quattro anni sono arrivata in Italia per stare con i nonni. Sono rientrata nel mio Paese natale due anni dopo. Ho trascorso quasi tutta la mia adolescenza tra Anaco e l’isla Margarita, prima di ritornare in Italia come studentessa. Finita l’esperienza universitaria, di nuovo in Venezuela (era il 1987). Da allora vivo con il ricordo dei bellissimi anni trascorsi in Italia».

Figlia di un abruzzese partito nell’immediato dopoguerra da Manoppello (PE), paese custode della preziosa reliquia del Volto Santo, Maria Stella somma nei suoi tratti fisici le origini mediterranee con quelle caraibiche. Il desiderio di tornare in Italia non è mai venuto meno: ancora oggi si considera un’immigrata italiana in Venezuela, nonostante il passaporto venezuelano e il servizio militare prestato nell’esercito di quel Paese. «La prima volta che tornai in Venezuela mi sentii un’estranea. Dovetti imparare da zero il castigliano, visto che arrivavo dall’Italia e avevo vissuto sei anni in uno splendido paesino situato alle pendici del Parco Nazionale della Maiella. Il calore della famiglia e la naturale simpatia dei venezuelani mi hanno fatto superare il difficile periodo di adattamento. Scelsi poi di tornare in Italia, con mio fratello, per continuare gli studi».

Sposata dal 1994 e mamma di Massimo Gabriele (la scelta del secondo nome è legata al santo patrono d’Abruzzo), Maria Stella è portatrice di quella laboriosità che ha sempre caratterizzato gli italiani nel mondo. Nonostante una buona carriera nel settore bancario, con incarichi di vice presidente di agenzia, non ha mai abbandonato la sua passione per l’estetica che, da hobby, è diventata nel tempo professione principale. «Ho svolto diversi lavori, ma questo mi è sempre piaciuto più di altri. Non manco, quando mi si presenta l’occasione, di valorizzare tutto ciò che riguarda l’Italia: per questo motivo frequento assiduamente le associazioni italo-venezuelane presenti nella città di Caripe e in altri centri della regione Monagas. Ho stretto contatti con italiani che vivono negli Stati Uniti, Canada, Argentina, Colombia e in altri Paesi. Mi piace poter mantenere vive le mie radici. Con le associazioni organizziamo eventi che si ispirano alle tradizioni regionali italiane. A mio figlio parlo in italiano. Vorrei che imparasse ad apprezzare la nostra cultura: gli ho insegnato le preghiere, i canti, l’inno italiano; gli sto insegnando anche ad apprezzare il cibo e la cucina italiani e a vivere, da italiano, le feste religiose e quelle popolari. Con la speranza, tra qualche anno, di tornare nell’amata terra d’origine per un nuovo capitolo della mia vita di italo-venezuelana».
 

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017