Vicini al Papa contro la pedofilia

Riportiamo le parole del cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia e presidente della Conferenza episcopale del Triveneto, pronunciate in occasione della messa crismale del 1° aprile scorso. Parole che ci sentiamo di sottoscrivere.
27 Aprile 2010 | di

La ricorrenza solenne della Santa Messa del Crisma (...) mi spinge a dire una doverosa parola in merito alla questione del peccato e del crimine di pedofilia commesso da sacerdoti e consacrati. Questo tema, anche nel nostro Paese, è da più giorni in primo piano.
Con un giudizio pacato ed obiettivo intendo manifestare a voi tutti, (…) quanto in proposito ho nel cuore da giorni.


Pedofilia: crimine e peccato


Fa parte di un atteggiamento obiettivo rilevare il dato, sottolineato da molte parti anche non cattoliche, che il fenomeno della pedofilia concerne diversi ambienti e varie categorie di persone. Questa notazione non intende sminuire la gravità dei fatti segnalati in ambito ecclesiastico, ma invita «a non subire – qualora ci fossero – strategie di discredito generalizzato».


Grazie a voi sacerdoti educatori

2. Mi preme in questo contesto ringraziare voi tutti, carissimi sacerdoti (…) per la vostra indefessa e diuturna azione in campo educativo. I gravissimi episodi segnalati in talune diocesi non debbono oscurare questo vostro luminoso impegno e gettare discredito sulla preziosa azione che da tempo immemorabile voi svolgete nelle nostre parrocchie, nelle nostre scuole, nonché nelle aggregazioni di fedeli. (…) Invito voi tutti a proseguire serenamente e ancora più energicamente nel prezioso compito di trasmettere alle nuove generazioni il senso cristiano della vita che, se adeguatamente proposto, è in grado di far crescere personalità equilibrate e mature a tutti i livelli, compreso quello affettivo e sessuale. Per questo sono certo che i moltissimi genitori che normalmente affidano alle parrocchie, alle scuole cattoliche, ai patronati, ai Grest, alle associazioni cattoliche i loro figli intensificheranno la loro fiducia e prenderanno ancor più coscienza della decisiva importanza della famiglia per introdurre e accompagnare, nell’ambito della parrocchia, i bambini, i fanciulli ed i pre-adolescenti all’incontro con Cristo nella comunità cristiana.


Il celibato sacerdotale: una grazia

3. È fuorviante e inaccettabile mettere in discussione a partire dai casi di pedofilia in ambito ecclesiastico, il santo celibato che la Chiesa latina domanda, in piena libertà, ai candidati al sacerdozio alla luce di una lunghissima tradizione. Ne stiamo riscoprendo la bellezza in questo anno sacerdotale. Il celibato, quando è vissuto con lo sguardo fisso in Gesù sacerdote e con cuore indiviso per il bene del popolo di Dio che ci è affidato, è una preziosa esperienza d’amore che fa fiorire la nostra umanità. Accogliere liberamente il dono del celibato e percorrerne la via non implica alcuna mutilazione psichica e spirituale. Per coloro che sono chiamati, la grazia del celibato è strada per una singolare ma compiuta espressione della propria affettività e sessualità. Certo siamo vasi di argilla e portiamo in essi un tesoro grande ma, con l’aiuto di Dio ed il sostegno della comunità cristiana, lo portiamo con responsabilità e letizia.


Appassionata sequela al Papa

4. Infine (…) intendiamo ridire pubblicamente e con forza il nostro affetto e la nostra appassionata sequela al Santo Padre Benedetto XVI. A lui che tanto ha fatto e tanto fa per togliere «ogni sporcizia» dalla compagine degli uomini di Chiesa vengono rivolte accuse menzognere. Ma l’«umile lavoratore della vigna» – così Egli si definì presentandosi al mondo ormai cinque anni fa in occasione della Sua elezione al Pontificato – riceverà dallo Spirito la grazia di offrire questa iniqua umiliazione trasformandola in rinnovata energia per l’indispensabile Suo ministero di Successore di Pietro. (…) Carissimi sacerdoti, accogliete con cuore aperto queste parole del vostro Patriarca. E siate certi della sua piena fiducia e della sua stima. Sono fondate sulla conoscenza ormai pluriennale del vostro amore per Cristo e per la Chiesa che si trasforma in dono quotidiano, spesso silenzioso e non compreso, della vostra vita a favore di ogni nostro fratello uomo.


Non lasciamo soli i nostri preti

Anche i preti ne parlano. Nelle tante riunioni organizzative in curia o nei vicariati, nelle comunità religiose, quando si ritrovano ai pasti, nelle famiglie, rispondendo alle perplessità di papà e mamme. Se come lettori dei documenti della Chiesa sono spesso pigri, non conosco un sacerdote che non abbia letto accuratamente il messaggio di Benedetto XVI ai cattolici irlandesi, condividendone preoccupazioni e richiami, soprattutto la volontà di trasparenza assoluta.
Parecchi mi hanno confessato di aver sostato pensosi là dove il Papa parla
di «una preoccupazione fuori luogo per il buon nome della Chiesa e per evitare
gli scandali» che avrebbe portato a coperture, insabbiamenti, mancata applicazione delle pene canoniche.

Errori tragici, che hanno prodotto conseguenze devastanti innanzitutto per le vittime ma anche «oscurato la luce del Vangelo a un punto tale cui non erano giunti neppure secoli di persecuzione». Mai si erano sentite parole così alte e profonde per richiamare la coerenza richiesta a sacerdoti e religiosi. Il Papa invita a venire allo scoperto, a fare luce sul marcio, a non nascondere la «sporcizia» che si annida anche nella Chiesa.

Tra noi preti, però, le perplessità nascono quando, partendo da alcuni fatti reali, l’orchestrazione mediatica mette sotto giudizio e criminalizza tutta la categoria,
la irride e la scredita, come se la vita della Chiesa tutta si potesse ridurre a quanto
è accaduto in alcuni dormitori di seminario. Ce ne vergogniamo e desideriamo
che i colpevoli – non con condanne sommarie bensì con prove alla mano e secondo percorsi di giustizia, come a tutti deve essere garantito – paghino per i loro crimini.
E inoltre che vi sia la massima solidarietà, anche da parte della comunità cristiana, nei confronti delle vittime.

Chiudo con alcune frasi scritte, sull’onda dei recenti scandali, da un prete saggio
e navigato nella vita sacerdotale: «Non lasciamo troppo soli i nostri preti, preghiamo per loro, sosteniamoli con il nostro calore umano. Soprattutto non scagliamo facilmente la prima pietra. No. Non mi vergogno di essere prete. Mi vergogno solo di non essere un santo prete».

p. Ugo Sartorio


Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017