Victoria, segni di una presenza

Dalla corsa all’oro fino al Novecento, il flusso dal Belpaese è stato significativo. Oggi si contano più di 1.500 cognomi italiani e anche l’associazionismo tricolore ha attecchito.
23 Gennaio 2006 | di

VICTORIA

La capitale della vasta regione britishcolumbiana è soprannominata The Garden City, città  giardino. E a ragione: ci sono fiori ovunque, splendidi in ogni stagione, anche d";inverno, che qui non sembra tale grazie al clima perennemente mite di questa parte sud orientale dell";isola di Vancouver. Affacciata sulle acque dello stretto Juan de Fuca, la bella città  "; mèta del turismo internazionale "; mantiene nel tempo l";impronta «british» non solo nel nome datole in onore della celebre sovrana inglese, ma anche nella prevalente architettura di stile tudoriano del centro storico. Rituali della tradizione a parte, come quello del tè pomeridiano delle cinque, di cui è cultore in primis il lussuoso Empress Hotel: un palazzone che domina la zona del porto centrale. Con, sulla destra, il maestoso complesso dei Parliament Buildings, sede di legislatura e governo provinciali, e sulla sinistra il Royal British Columbia Museum, ricca fonte di documentazione e cuore culturale della città . Il 43% degli oltre 300 mila abitanti della Victoria metropolitana è d";origine inglese, circa il 20% nati fuori del Canada (3 su 10 di questi arrivati qui prima del 1961). Il 4% della popolazione è d";origine cinese, il rimanente rispecchia la generale composizione multietnica del Canada.
Victoria è capitale dal 1868, dopo che tale era stata per qualche tempo New Westminster, la cittadina sul navigabile Fraser (*) laddove l";ampio fiume si divide in due rami diretti a sud ovest, verso Richmond e Delta, per sfociare quindi nel Pacifico. Ma il nucleo primitivo risale, come altri nella regione del nord-ovest canadese, ad una sede della britannica Hudson";s Bay Company che nel 1843 aveva edificato qui il Fort Victoria.

La corsa all";oro

Il boom risale agli anni della corsa all";oro, quando centinaia di migliaia di avventurosi cercatori, provenienti in gran parte dalla California ma anche da altre parti del mondo, si riversarono sull";allora unico porto dell";alto Pacifico attrezzato di mezzi e di viveri. Per ripartire da qui sparpagliandosi al di là  del golfo, nella vicina terraferma.
Tra di loro anche alcuni italiani, come il ristoratore Innocenzo Ragazzoni, arrivato nel 1858 dalla California dove si era guadagnato da vivere come suonatore di violino. O come la famiglia di Carlo Bossi e Petronilla Medina, sposatisi nel 1867, antenati di quell";Olga Bossi che per quarant";anni fu la più celebre insegnante dell";Isola.
Fra i pionieri vengono anche ricordati il fabbroferraio Tommaso Zaccarelli, giunto in Canada nel 1875, e i cosentini Francesco e Diego Zarrelli, emigrati adolescenti negli Stati Uniti e trasferitisi a Victoria, allo scadere del secolo. I fratelli Zarrelli vengono definiti nei documenti storici come «uomini d";affari di successo», avendo brillantemente operato nei settori del commercio e della ristorazione. Tra gli artisti viene citato il violoncellista italocanadese Frank Balagno: «uno dei più noti musicisti del suo tempo. Usava suonare il suo cello all";Empress Hotel (...) e suonò anche alla Government House in occasione della visita a Victoria di re George VI e della regina madre Elizabeth nel 1939». All";inizio del Novecento era a Victoria, proprietario e manager del George Hotel, un altro italocanadese d";origine calabrese, Joseph Politano. Risulta inoltre che muratori, stuccatori e marmoristi italiani avessero lavorato, nel 1893, alla ricostruzione del maestoso Palazzo del Parlamento. Un altro cosentino, Luigi Urrico, arrivato subito dopo la Prima Guerra mondiale, si dedicò alla coltivazione dei garofani e alla vegetazione in serra, sviluppando un fiorente commercio di esportazione.
A differenza che in altre cittadine dell";isola, come Nanaimo con la sua ultracentenaria «Felice Cavallotti» del 1900 (**) e Port Alberni (***) con la Italian Canadian Society del 1953, non c";era a Victoria fino al 1955, alcuna organizzazione italiana. Si era nel periodo iniziale della seconda grande emigrazione di massa dalla penisola, quando anche Victoria divenne una delle destinazioni di connazionali. Non moltissimi, come a Vancouver, ma ben determinati ad inserirsi nel nuovo, sconosciuto, contesto anglo-canadese. Mezzo secolo dopo, la guida telefonica del Canada occidentale, edita dalla Ital Press di Burnaby, elenca a Victoria 1587 cognomi italiani, individui o famiglie appartenenti quindi al gruppo etnico italiano. Che poi ha agganci e proliferazioni con altre etnie grazie ai sempre più frequenti matrimoni misti. È la sorte di una società -mosaico, variamente multietnica, qual è il Canada.

Victoria Italian Assistance Centre
Visito il Centro Leonardo Da Vinci in Bay Street grazie all";interessamento e alla guida degli amici Veronica e Angelo Rampon, che mi fanno incontrare la gentile presidentessa, l";insegnante Giovanna Spagnolo Greco. Il «Victoria Italian Assistance Centre», dagli attuali 166 soci, ha compiuto cinquant";anni nell";aprile 2005. Nel corso dei festeggiamenti, tenutisi nell";accogliente sala della sede sociale, la signora Greco aveva ricordato i fondatori dicendo tra l";altro: «Le parole sono poche per descrivere le fatiche e il lavoro di coloro che hanno tanto dato... Non si dimentichi che se siamo qui, ancora oggi, è grazie al sogno di quei pochi giovani italiani lontani e pieni di nostalgia del 1954: Carlo Fanucchi, Guido Santori, Matteo Di Iorio, Annibale Bianco, Giuseppe Rosso, Alberto Gioacchin». Sono espressioni queste, tratte dal libriccino commemorativo del cinquantenario, dove trovo i nominativi dei componenti dell";attuale consiglio esecutivo: Keith Barbon, Susanna Mirabelli Madsen, Patrizia Barbon, Jerry Dardengo, Pasquale Giordano, Arturo Caruso, Mario Padovan, Liana Antoniazzi Tinker, Angelo Roncato e, naturalmente, la citata presidente in carica.
In un suo messaggio personale, il premier della British Columbia, Gordon Campbell, aveva scritto, tra l";altro, che «per 50 anni il Centro ha servito la comunità  italiana di Victoria, giocando un ruolo importante nell";accogliere i nuovi arrivati, e nell";assistere quanti ne avevano bisogno. Lodo il vostro impegno, il tenace lavoro e la dedizione. Insieme, noi stiamo costruendo un promettente futuro per tutti i britishcolumbiani». È superfluo sottolineare che, qui come altrove, gli italiani e i loro discendenti sono inseriti a tutti i livelli nei molteplici settori della società  civile.
Oltre al VIAC, esiste qui anche la VICCS (Victoria Italian Canadian Cultural Society). Fondata nel 1989, l";Associazione si è proposta di «tenere viva la connessione alle tradizioni italiane, ma anche incoraggiare la partecipazione alla vita politica, sociale e civica canadese». Presieduta da Teresa Delli Carri, conta 93 soci e organizza numerose attività  ricreative. È tuttora operativo inoltre un programma radiofonico ideato nel lontano 1957 da Donato Sforza e gestito dal figlio Lorenzo. Sulle onde di CFUV 101.9 vengono trasmessi, ogni domenica: musica italiana, notizie e naturalmente i risultati delle partite di calcio. A condurre le rubriche sono Giovanna Greco, Arturo Caruso e Aldo Nazarko.
Un cenno va fatto "; e meriterebbe un discorso a parte "; all";insegnamento della lingua italiana, che a Victoria ha una ragguardevole tradizione. Per molti anni, in ambito comunitario, ne è stata entusiasta paladina l";insegnante Yolanda McKimmie. Con passione e tenacia ha fatto amare il nostro idioma a centinaia di bambini nati sia da famiglie italiane che miste. Molti di loro hanno continuato e approfondito gli studi una volta iscritti all";università . Il dipartimento Hispanic & Italian Studies dell";eccellente Università  di Victoria offre regolarmente (anche d";estate) corsi di lingua italiana, e dal 2000 anche un Major in Italian Studies. Mi si dice che negli ultimi cinque anni il numero degli studenti iscritti ai corsi di italiano è quasi raddoppiato. Un segnale consolante per noi comunicatori e testimoni di italianità  nel mondo. 

(*) Il mio Fraser, Messaggero di sant";Antonio, novembre 2005.
(**) Sney-Ny-Mous, luogo d";incontro, Messaggero di sant";Antonio, ottobre 2004.
(***) Nostalgia e modernità , Messaggero di sant";Antonio, dicembre 1997.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017