Vivere il mistero pasquale sulle orme di Gesù

Il pellegrinaggio a Gerusalemme di una trentina di pellegrini di origine italiana residenti a Toronto diventa occasione per entrare in contatto con i luoghi della missione terrena di Gesù.
08 Febbraio 2013 | di
Varie volte mi è capitato di accompagnare in Terra Santa gruppi di pellegrini di origine italiana residenti a Toronto. Al nostro fianco, a occuparsi dell’assistenza spirituale dei partecipanti, un sacerdote. Lo scorso ottobre, a causa di un imprevisto dell’ultimo momento, mi sono ritrovato a dover ricoprire anche il ruolo di guida spirituale del gruppo. Dopo essere riuscito a trovare dei religiosi locali per la celebrazione delle messe, dovevo comunque garantire al gruppo di trenta pellegrini l’opportunità di vivere pienamente l’esperienza mistica del pellegrinaggio. Mi sono messo subito al lavoro, recuperando tutte le informazioni utili e, prima ancora, i passi biblici corrispondenti ai luoghi sacri che avremmo visitato. Per seguire l’ordine cronologico degli avvenimenti più importanti della vita di Gesù, abbiamo iniziato il pellegrinaggio a Nazaret, con la visita alla grotta dell’Annunciazione.

Qui il mistero dell’incarnazione è messo in evidenza, a caratteri cubitali, dalla frase: Hic Verbum caro factum est («Qui il Verbo di Dio si è fatto carne»). Nella stessa città abbiamo visitato la chiesa di San Giuseppe, costruita sulla casa che, secondo la tradizione, fu abitata da Gesù per circa trent’anni, insieme alla Madonna e a san Giuseppe. La chiesa della Natività a Betlemme è stata un’altra sosta introduttiva al nostro cammino spirituale. Durante la santa Messa, celebrata nella grotta attigua al luogo di nascita di Gesù, il celebrante ha ricordato gli eventi straordinari che hanno accompagnato la sua venuta. Con emozione abbiamo cantato Tu scendi dalle stelle e altri canti popolari.
 
Ripartire dalle fondamenta
Lo scopo del nostro viaggio era quello di riscoprire le fondamenta della nostra religione, visitando i luoghi più importanti in cui Gesù ha manifestato la sua divinità. Prima di salire a Gerusalemme, dove Gesù è stato umiliato, condannato e crocifisso, dovevamo immergerci nei testi evangelici che descrivevano i luoghi in cui ha annunziato il Regno dei cieli. Abbiamo allora visitato il fiume Giordano, rinnovando le promesse battesimali e ricordando il battesimo di Gesù con la proclamazione di Dio Padre: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento» (Mt 3,17). Siamo passati per Cana di Galilea – dove Gesù ha operato il suo primo miracolo, cambiando l’acqua in vino –, quindi a Cafarnao e al lago di Tiberiade, nella regione in cui Gesù ha trascorso la maggior parte della sua vita pubblica, scegliendo i suoi discepoli, insegnando nelle sinagoghe, ammaestrando le folle e operando miracoli per rafforzare la fede dei suoi seguaci. Questa realtà è stata messa in evidenza durante una gita in barca al centro del lago, con riflessioni su episodi del Vangelo avvenuti in quel luogo venti secoli fa: Gesù che cammina sulle acque, comanda al vento e alle onde di calmarsi, è protagonista della pesca miracolosa e della moltiplicazione dei pani e dei pesci.

Il pellegrino ha l’impressione di trovarsi in un ambiente surreale, dove ogni luogo è stato testimone di un avvenimento prodigioso. Pregare dove Gesù ha pregato o operato miracoli, fa sentire la presenza di Dio in modo speciale e prepara il cuore e la mente del cristiano alla tappa finale, al mistero della morte e risurrezione di Gesù avvenute a Gerusalemme. Infatti, dopo un ultimo sguardo al lago di Tiberiade e al fiume Giordano, abbiamo attraversato l’immenso deserto della Giudea. Fatta una sosta a Gerico, per visitare l’antico monastero degli eremiti in cima alla rocciosa montagna delle tentazioni, siamo arrivati a Gerusalemme. La prima fermata ha avuto luogo a Betfage, sul Monte degli ulivi, per commemorare l’ingresso di Gesù a Gerusalemme a cavallo di un puledro, tra l’esultanza dei discepoli e della folla. Tappa successiva alla chiesa del Pater Noster, sorta sul luogo dove Gesù ha insegnato questa preghiera agli apostoli. La lettura di passi biblici e la recita dei misteri dolorosi del rosario sono serviti come introduzione agli ultimi due giorni del pellegrinaggio, riservati alla commemorazione della passione, morte e risurrezione di Gesù.
 
L’atmosfera del Cenacolo
Prima tappa importante è stata la visita al Cenacolo, luogo in cui Gesù durante l’ultima cena con i suoi discepoli ha istituito l’eucarestia, il dono del suo corpo e del suo sangue per la vita del mondo. In questo stesso locale si sono riuniti gli apostoli in seguito alla passione e morte del loro maestro.

È stato anche il luogo dove Gesù dopo la risurrezione ha più volte confortato gli apostoli apparendo in mezzo a loro. Continuando a seguire le orme di Gesù, eccoci al Getsemani, dove Gesù si recò per pregare insieme agli apostoli prima della passione.
Nella Basilica dell’Agonia e nell’attiguo Orto degli ulivi abbiamo ricordato la sofferenza di Gesù e la sua preghiera in preda al dolore: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!» (Mt 26,29). Abbiamo considerato anche il tradimento di Giuda, la cattura di Gesù, l’abbandono e la fuga degli apostoli. Rientrati tra le mura vecchie di Gerusalemme, passando dai santuari della condanna e della flagellazione, abbiamo iniziato la Via Crucis sull’antica «Via Dolorosa», che va dal Pretorio di Ponzio Pilato fino al Golgota, seguendo il tragitto che Gesù, secondo la tradizione, percorse con la croce sulle spalle. A ogni stazione ci siamo fermati per una meditazione dell’evento storico, accompagnandolo con una preghiera e un canto popolare.

Con commozione ci siamo inginocchiati sul luogo della crocifissione e più tardi, a turno, con grande emozione, siamo entrati nella piccola edicola della sepoltura. Era mio profondo desiderio concludere il pellegrinaggio con la santa Messa celebrata in una cappella della Basilica e per felice coincidenza, appena terminata la venerazione del Sepolcro, sono stato informato che un sacerdote italiano si accingeva a celebrare l’eucarestia proprio all’altare della risurrezione, a poca distanza dall’edicola del Santo Sepolcro.

Siamo usciti dalla Basilica emozionati e felici. «Qui si sente veramente la presenza di Dio – mi ha confidato uno dei pellegrini –. Questo viaggio è un’esperienza spirituale ed educativa che supera ogni immaginazione: non solo aumenta la nostra fede, ma ci fa capire meglio la Bibbia, rendendo i miracoli di Gesù ancora più straordinari».

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017