Margherita da Città di Castello, finalmente santa
Canonizzata da papa Francesco lo scorso 24 aprile, santa Margherita da Città di Castello è la prima santa disabile. In suo ricordo domenica 19 settembre, nella chiesa monumentale di San Domenico, gli abitanti di Città di Castello partecipano a una messa di ringraziamento per la canonizzazione della loro concittadina.
A questa santa nata cieca e zoppa, abbandonata dai genitori e morta a soli 33 anni il «Messaggero di sant'Antonio» di settembre dedica un ampio articolo firmato da don Francesco Marruncheddu. Qui di seguito ecco una prima parte. Per leggere l'articolo completo provate la versione digitale della rivista!
Margherita di Città di Castello, finalmente santa
di don Francesco Marruncheddu
«Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, ma il Signore mi ha raccolto». Sembrano riecheggiare queste frasi del Salmo 26 nella vicenda di Margherita di Castello, persona non vedente e con disabilità, che nello scorso mese di aprile papa Francesco ha dichiarato santa con rito «equipollente» (si tratta di una procedura mediante la quale il Papa approva, con un semplice decreto, un culto spontaneo esistente da tempo, ndr). E in effetti tutta la vicenda umana e spirituale della «piccola cieca della Metola», come era conosciuta a Città di Castello (Pg), dove ha vissuto, ci parla di una tematica delicata e attuale, quella dell’abbandono, del rifiuto e della discriminazione delle persone con disabilità. Il tutto, però, declinato circa sette secoli fa, quando ancora era di là da venire la sensibilità all’inclusione che, pur tra le contraddizioni, segna la nostra epoca. A dimostrazione che i tempi cambiano, ma che alcune questioni sociali perdurano, complicando vite già difficili, tra corsi e ricorsi storici.
Margherita nasce nel 1287 nel castello della Metola, presso il fiume Metauro, tra Marche e Umbria. Figlia di messer Parisio, signore del castello, e di madonna Emilia, con il suo arrivo ne sconvolge la vita. Si notano infatti da subito le malformazioni fisiche della bimba che appare zoppa e gobba e, in seguito, rivela di non possedere nemmeno la vista. Battezzata nella collegiata di Mercatello sul Metauro (allo stesso fonte dove qualche secolo più tardi avrebbe ricevuto il battesimo anche la grande mistica cappuccina santa Veronica Giuliani), viene da subito considerata come un peso dai genitori che se ne vergognano e decidono così di rinchiuderla in una celletta attigua alla cappella del castello. La piccola viene comunque affidata alle cure spirituali e culturali del cappellano che trascorre gran parte della giornata con lei, introducendola alla conoscenza dei testi sacri e del latino.
La bambina appare sveglia, intelligente e buona, dotata di una forte memoria e fa tesoro di ogni istruzione, imparando a memoria tutti i Salmi che recita con profonda fede. È desiderosa solo di affetto e di premure. Ma tutto questo, da parte di Parisio ed Emilia, non arriverà mai. Mosso a compassione, il cappellano li spinge a recarsi nella non lontana Città di Castello, dalla quale arrivavano voci sui miracoli che avvenivano presso la tomba del beato Giacomo, morto qualche anno prima in odore di santità. Potrebbe essere l’ultima carta da giocare per la piccola.
Ma il miracolo non avviene e i genitori decidono di abbandonare Margherita al suo destino, lasciandola fuori dalla chiesa e andandosene per sempre. Ha solo cinque anni, la bambina, quando viene raccolta dai poveri della città, ai quali fa tenerezza e che le insegnano a mendicare. Lei, però, vuole consacrarsi a Dio, ed è così accolta nel locale monastero delle Benedettine. Qui si distingue subito per una vita di altissima spiritualità e penitenza. Ma dopo un po’ le monache non sopportano quella presenza così austera, che sembra rimproverarle per la loro rilassatezza e mondanità e così, accampando varie scuse, la dimettono dal loro convento. Viene però accolta da una coppia di sposi, Venturino e Grigia, che abitano in una bella casa in pietra nella stessa piazzetta del convento. Lui commerciante, lei laica mantellata domenicana, buona mamma di famiglia...
(Foto: Edicola votiva di Margherita, a Città di Castello, PG).