Mohsine ed Elda: una coppia troppo normale
E I musulmani in Italia provengono per il 54 per cento da tre paesi: Marocco, Albania e Tunisia. Solo il Marocco assorbe un terzo del totale con 135 mila presenze. La presenza cattolica è più universale, solo per il 50 per cento è di provenienza europea. L altro 50 per cento proviene per un terzo dall America, un sesto dall Asia e solo il 5 per cento dall Africa.
I gruppi più importanti sono gli induisti indiani con 18 mila presenze e i buddisti e scintoisti, provenienti da Sri Lanka (20 mila) e sia Cina che Giappone (8 mila). RELIGIONI DEGLI IMMIGRATI IN ITALIA
Sono aumentati di recente. Per i tre quarti sono di origine europea. Per gli ortodossi le principali comunità (oltre 30 mila persone) sono quelle della Romania e della ex Jugoslavia. Per i protestanti la comunità principale è quella statunitense con 30 mila persone.
«Non è proprio così - interviene Jessica, con il candore dei suoi 11 anni - , io li vedo in salotto con le porte chiuse. Litigano». Terzo spiazzamento della serata. «Be, è chiaro che i problemi ci sono e in una famiglia mista alcuni si possono complicare - afferma Mohsine, senza perdere il buon umore - . Per esempio è stato difficile quando abbiamo deciso che religione scegliere per le bambine. Mia moglie non mi ha imposto nulla. Ha detto solo che qualsiasi cosa avessimo scelto, avremmo dovuto attuarla fino in fondo: io avrei dovuto seguire l' educazione islamica o, al contrario, lei quella cattolica. Io non mi sentivo in grado di farlo. Non sono praticante. Per di più ho pensato che le mie figlie vivono in un contesto cattolico e già il loro cognome marocchino avrebbe potuto discriminarle». Dopo tante discussioni, la decisione è arrivata: il battesimo per entrambe.
«Un' altra volta che ci siamo chiusi in salotto interviene Elda, rintuzzando l' ironia - , è quando ho proposto a Mohsine di mandare le bambine a scuola dalle suore. S' è infuriato». Ma allora Mohsine hai dei pregiudizi! «Be, veramente non volevo perché i miei da piccolo in Marocco mi avevano mandato a studiare dalle suore, ma io non ne avevo un buon ricordo. Poi volevo che le mie figlie andassero in una scuola qualunque per confrontarsi già da subito con la società così com' è». Quarto spiazzamento della serata. Ma come, Mohsine, più di trenta anni fa' andava a scuola dalle suore cattoliche in Marocco? I conti non tornano. E allora i dettami dell' islam, la poligamia, l' identità tra religione e leggi dello stato? Insomma tutte quelle cose che ci fanno paura?
Mohsine tira un lungo sospiro. Deve costargli trattenersi, sanguigno com'' è. «Penso che in Italia stiate facendo un gran minestrone. Pensate che l' islam sia una realtà unica e rigida e che ogni musulmano sia un integralista. Ovviamente io posso parlare solo per la mia esperienza. In Marocco la poligamia è ormai solo sulla carta. Per quanto riguarda il nostro di- ritto positivo, esso ha l' impianto di quello francese, ormai dal tempo della colonizzazione». Poi passa alla sua storia: «Quando sono venuto in questo paese la gente non mi richiedeva grandi cose ma solo onestà e lavoro. Non ho mai avuto problemi, persino con amici leghisti. Ora purtroppo sento che alti esponenti della chiesa temono l' immigrazione musulmana. Io guardo a quello che ho fatto fino ad ora, alle scelte difficili che ho intrapreso e mi domando se ne è valsa la pena». Mohsine scusa le domande. Abbiamo bisogno di ascoltare tante campane. Il momento è difficile, confuso. Rischiamo i due opposti: il buonismo e le crociate.
Don Giuliano ha ascoltato fino a questo momento. Ha alle spalle anni di amicizia con i «fratelli musulmani», è tornato da poco dalla Tunisia e ora si occupa dei rapporti con l' islam nella diocesi di Treviso. Gli incontri con le coppie miste sono parte del suo lavoro. «Lo ripeto sempre: l' islam non è un monolito. Difficile fare il ritratto del musulmano tipo, facile creare lo stereotipo. Dalla mia esperienza, molte sono le coppie miste in Italia sono disposte a mediare faticosamente tra i due mondi pur di mantenere la loro unione. I problemi di cui parlavi prima, tipo la contesa dei figli, nascono soprattutto quando la coppia lascia l' ambiente in cui si è formata e ha trovato un equilibrio e si trasferisce nel paese d' origine del marito. Lì altre tradizioni, che sono più culturali che religiose, rischiano di scardinare la coppia. Molto poi dipende dalle persone. Per esempio una cultura medio-alta rende più flessibili e disposti al dialogo».
Riunirsi ogni mese in sette, otto coppie miste con un prete. Che cosa significa? «Io lo faccio per sapere come vivono gli altri la stessa condizione - spiega Mohsine - . In fondo là fuori si aspettano che non funzioni. E invece noi siamo qui a dimostrare che è possibile».
Tempo fa hanno fatto una gita insieme. A un certo punto, don Giuliano è andato a dir messa. Le donne e i bambini l' hanno seguito. Gli uomini sono rimasti insieme in cucina: «È stato bellissimo. Mentre le nostre donne e i nostri figli pregavano, noi, appartenenti a diversi paesi e culture islamiche, condividevamo una speciale intimità , tra il profumo speziato del te egiziano e un' italianissima spaghettata». Non è ancora dialogo interreligioso, per carità . Ma è il suo genitore più prossimo: il rispetto.
MUSULMANI 34,9 %
CATTOLICI 29%
RELIGIONI ORIENTALI 6,6%
PROTESTANTI E ORTODOSSI 21,9%
I MATRIMONI MISTI IN ITALIA
N ella metà degli anni ottanta erano circa cinquemila. Hanno superato gli undicimila nel 1994 e raggiunto quota quindicimila nel 1999. Un fenomeno in continua crescita. |