Quaranta giorni decisivi
Solo chi ha un`età non più giovanissima può ricordare l`impatto, anche visibile, che aveva una volta la Quaresima nella vita dei cristiani. Sbolliti rapidamente i fumi di un carnevale, assai più contenuto nel tempo e nei modi di quelli di adesso, con il rito delle Ceneri ci si immergeva subito in un tempo che si percepiva diverso, più dimesso e austero.
La vita continuava a pulsare con ritmi immutati, ma c`erano dei segni, scaglionati nel tempo ` semplici ma efficaci ` che servivano a ricordare ai distratti la diversità e la preziosità del periodo di attesa dell`evento pasquale. Mi riferisco all`obbligo di non mangiare carne e di digiunare di venerdì, al non poter celebrare con rito solenne i matrimoni... Ma anche nella vita civile c`era attenzione a non turbare l`austerità del momento. Esteriori richiami a un cammino spirituale che attraverso la penitenza, la preghiera e la carità doveva portare alla conversione. Insomma, Quaresima era Quaresima.
Oggi è tutt`altra musica. Il carnevale ` in senso lato ` va ben oltre l`austera soglia del mercoledì delle Ceneri. I teatrini della vanità , del divertimento non abbassano mai il sipario. La festa deve continuare. Sempre. In ossequio ai ritmi ossessivi di un consumismo che rigonfia i portafogli di qualcuno, ma spesso impoverisce noi stessi proiettandoci verso orizzonti banali, e fa scempio della natura.
Non dico questo con nostalgia. Descrivo un fatto, convinto che, pur su sfondi e con ritmi diversi, quello spirito può essere ripreso e rivissuto. E in modo anche più consapevole.
Si dirà che cristianesimo è la religione della gioia, della resurrezione e non della mestizia e dei capi cosparsi di cenere. È vero. Ma Gesù, che del cristianesimo è il fondatore, ha creduto bene di ritirarsi per quaranta giorni nel deserto, prima di affrontare le fatiche della vita pubblica. Quaranta giorni vissuti nella preghiera, nel digiuno e nel rintuzzare i quotidiani assalti del diavolo. Certamente Gesù è emerso dall`esperienza del deserto con il corpo segnato dal digiuno, però con lo spirito temprato, pronto ad affrontare le vicissitudini, liete e tristi, di una missione irripetibile per la salvezza dell`umanità .
Proseguendo la tradizione biblica che ha sempre computato in quaranta giorni i periodi di penitenza e di purificazione, la Chiesa ha voluto fare di questo momento di attesa e di preparazione all`evento pasquale un momento forte di riflessione e di verifica su se stessa, sul modello di Gesù tentato per quaranta giorni nel deserto. Ogni comunità e ogni cristiano sono invitati a lasciarsi illuminare dalla Parola di Dio e a riformulare le scelte del proprio battesimo per dare slancio e novità alla propria vita nel segno di una più convinta adesione a Dio. Anche respingendo le tentazioni del diavolo che spesso si annidano nelle suggestioni di una società opulenta e permissiva, che nulla concede allo spirito e alla rinuncia.
Allora la rinuncia al superfluo, che per taluni magari è imposta dalla scarsità di risorse, deve diventare per tutti i cristiani un consapevole stile di vita, primo passo verso quell`ecologia del cuore che, liberandoci da tanti inutili ciarpami, ci rende più aperti alla conversione (e il Giubileo è pieno di inviti in questo senso) e più disponibili alla riconciliazione con i fratelli.
Il digiuno (che non vuole dire dieta estetica), poi, unito alla preghiera, dilata lo spazio della carità fino a raggiungere i fratelli più poveri e abbandonati. La ricerca del raccoglimento e del silenzio, infine, doni preziosi quanto rari in una società fatta di chiasso e di esteriorità , facilitano l`incontro con Dio, e con noi stessi: momenti fondamentali per riordinare le idee, per fare qualche bilancio e rilanciare il proprio impegno misurandolo sulle esigenze più vive del Vangelo, sintetizzate in quell`«ama Dio con tutto il cuore e il prossimo come te stesso».
La Quaresima diventa così un periodo intensivo nella nostra vita, un`occasione da sfruttare al meglio per ritrovare le radici profonde di noi stessi e per uno stile di vita in cui la sobrietà è virtù capace di generare relazioni riconciliate.
fra Luciano Bertazzo
direttore editoriale