Riscoprire san Carlo Borromeo
Arona, sua città natale in provincia di Novara, sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, rende omaggio a san Carlo Borromeo con tre giorni di festa, con le celebrazioni religiose nella parrocchia di Arona, con i concerti del Coro San Giorgio e del Coro Tre Ponti, ma soprattutto con le aperture straordinarie, dalle ore 10 alle 18.30, del suo monumento, alto ben 35 metri, cioè come un palazzo di 12 piani, e quasi quanto la Statua della Libertà a New York senza il basamento.
L'opera, aperta al pubblico, ribattezzata con l’appellativo di «Sancarlone» per le sue dimensioni, fu costruita ed eretta nel corso del XVII secolo con lastre di rame, unite da chiodi e tiranti di ferro, e con un’anima di pietra e mattoni su disegno di Giovanni Battista Crespi e su realizzazione dagli scultori Siro Zanella e Bernardo Falconi.
Attraverso due feritoie all’altezza degli occhi del santo, si può vedere l’esterno. La particolarità è affatto simbolica: così il visitatore può osservare il mondo proprio attraverso lo sguardo dell’arcivescovo di Milano, cioè con lo slancio della carità e dell’umiltà.
Il riferimento della statua colossale di san Carlo a quella della Libertà non è casuale. Per duecento anni, infatti, il «Sancarlone» mantenne il primato del monumento più alto al mondo, tra le statue visitabili dall’interno. Un record battuto solo nel 1886 proprio dalla Statua della Libertà con cui la Francia volle rendere omaggio al popolo degli Stati Uniti. Per costruirla, lo scultore francese Frédéric-Auguste Bartholdi si era recato ad Arona per studiare la struttura della statua del Borromeo che avrebbe dovuto essere simile a quella di «Lady Liberty», coadiuvato nella costruzione dell’ancoraggio da Eugène Viollet-le-Duc. Alla morte di quest’ultimo, in mancanza di indicazioni precise su come connettere la statua alla sua struttura portante, a sostituire Viollet-le-Duc fu chiamato Gustave Eiffel, il padre della Tour Eiffel di Parigi. Una targa apposta ai piedi della Statua della Libertà a New York rammenta proprio l’ispirazione ricevuta dal «Sancarlone» di Arona.
San Carlo nacque il 2 ottobre 1538 dalla nobile famiglia dei Borromeo. A soli 12 anni diventò intestatario delle rendite di un’abbazia benedettina, ma destinò i suoi averi ai poveri. Dopo essere diventato dottore in diritto canonico e civile, fu ordinato presbitero, e poco dopo consacrato vescovo. E proprio in qualità di vescovo partecipò al Concilio di Trento, spendendosi come uno dei principali promotori della Controriforma e collaborando alla stesura del Catechismo Tridentino.
A 27 anni era già a capo dell’Arcidiocesi di Milano. Borromeo compì varie visite pastorali nel territorio affidatogli, diede vita a seminari per la formazione dei sacerdoti, fece edificare chiese, ospedali, scuole e collegi. Istituì la Congregazione degli Oblati. E, ancora una volta, destinò ai poveri le ricchezze della sua famiglia.
Quando la peste colpì anche Milano, Borromeo si prodigò per confortare i malati e per sostenerli economicamente.
Le sue spoglie riposano nella cripta del duomo di Milano.