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Primo maggio: «Uniti per un lavoro sicuro»

Al tema della sicurezza sul lavoro è dedicata in Italia l'edizione 2025 della festa dei lavoratori e delle lavoratrici.
| Sabina Fadel Caporedattrice

L’ultimo in ordine di tempo di cui si ha notizia al momento in cui scriviamo è il 35enne egiziano Moamen Khairy Selim Osman, residente nel bresciano, morto il 29 aprile mentre stava lavorando in un cantiere edile a Soresina. E il giorno prima, il 28 aprile, Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, era stata la volta di un operaio di 59 anni, Paolo Lambruschi, il quale ha perso la vita a Carrara all’interno di una cava di marmo.

Nel corso del 2024, ha certificato l’Inail, le vittime sul lavoro sono state 49 in più rispetto all’anno precedente: 1.090 rispetto alle 1.041 del 2023 (alle quali si aggiungono i ben 589.571 infortuni, con un +0,7% rispetto al 2023). E solo nei primi due mesi del 2025, le vittime sono 101, 10 in più rispetto al primo bimestre del 2024, con un incremento del +11% (che si innalza a un +16% se si considerano anche gli incidenti mortali in itinere, per un totale di 138 decessi).

Per questo motivo le principali sigle sindacali italiane hanno deciso di dedicare la festa di oggi, Primo maggio, festa mondiale dei lavoratori e delle lavoratrici, proprio al tema della sicurezza: «Uniti per un lavoro sicuro».

A parlare delle morti sul lavoro anche il presidente Mattarella, il quale, da Latina, dove si è recato per il tradizionale appuntamento con le imprese della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, ha ricordato come «quella delle morti sul lavoro è una piaga che non accenna ad arrestarsi e che, nel nostro Paese ha già mietuto, in questi primi mesi, centinaia di vite, con altrettante famiglie consegnate alla disperazione. Non sono tollerabili né indifferenza né rassegnazione».

Ma il capo dello Stato ha anche messo in luce un altro grave problema che riguarda il lavoro e che coinvolge non solo il nostro Paese, anche se in Italia ha assunto contorni sempre più preoccupanti: quello dei mancati adeguamenti salariali: «In questo periodo – ha infatti rimarcato –, ci sono segnali incoraggianti sui livelli di occupazione, ma insistono aspetti di preoccupazione sui livelli salariali, come segnalano i dati statistici e anche l’ultimo Rapporto mondiale 2024-2025 dell’Organizzazione internazionale del lavoro». E l’Italia, ha ricordato il Presidente «si distingue per una dinamica salariale negativa nel lungo periodo, con salari reali inferiori a quelli del 2008», e questo benché la produttività risulti in crescita dal 2022. Un problema, quello del trend salariale negativo, ha ancora sottolineato Mattarella, che incide in maniera negativa sugli equilibri sociali di un Paese, poiché aumenta le disuguaglianze, penalizza i giovani e favorisce l’aumento degli expat, coloro, soprattutto giovani, costretti a cercare all’estero un lavoro adeguato. 

Il Primo maggio non può quindi rappresentare solo una ricorrenza storica (che affonda le sue origini a fine Ottocento negli States), ma deve diventare sempre di più un’occasione per celebrare tutti i lavoratori e le lavoratrici e le conquiste finora raggiunte e per riflettere sulle condizioni attuali in cui versano molti lavoratori e lavoratrici che di diritti sul lavoro non ne hanno proprio, come i tre milioni costretti a lavorare in nero (il 12,5% rispetto al totale degli occupati regolari) fotografati nel 2024 dal rapporto Istat sulla cosiddetta «economia non osservata». 

Data di aggiornamento: 01 Maggio 2025